•Rinunce•

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                              Capitolo 23

Io e Leo camminammo ancora per un po',durante tutto il tragitto non avevamo spiccicato mezza parola. Il nostro rapporto ,ultimamente, era diventato così. Non c'era nè dialogo nè un momento d'affetto. Solo uno stupido e semplice rapporto tra un guardiano e una prescelta, senza interessi di secondo fine.
-Mi spieghi perché ultimamente ti comporti in maniera così fredda con me?-sbottai, mentre per poco non inciampavo in un ramo di un vecchio albero.

Ci trovavamo in un quartiere disabitato, forse da un paio di anni. C'erano circa una decina di palazzi mal ridotti dove , ad ogni mio passo,continuavano a cadere dei detriti sull'asfalto ormai consumato.
-È strano..credo di aver sbagliato strada.-affermò Leo, fermandosi di colpo. Aveva completamente ignorato la mia domanda, nonostante fosse la decima volta che gliela facessi.
La rabbia mi ribolliva dentro.
Erano mesi che continuavo a reprimerla ma c'era qualcos'altro che attirava la mia attenzione.
Ciò che avevo davanti agli occhi trasformava tutta quella rabbia in preoccupazione.

Tamar e ben quattro uomini si trovavano proprio davanti a noi. Li avevo incontrati mesi prima ma non facevano altro che incutermi terrore. A quanto aveva detto Leo erano molto pericolosi, quasi più dell'associazione di cui facevano parte:L'ordine del sangue- nata per distruggere tutti i vampiri.
-Abbiamo aspettato mesi prima di compiere il nostro attacco. Non ti starai chiedendo perché, caro Leo?- disse Tamar facendo un sorriso compiaciuto, questo non lasciava trasparire nulla di buono.
Leo non rispose, si limitò a mettersi davanti al mio corpo e a spostarmi più indietro di lui.

-Sono sicura che ti interessa. Lo abbiamo fatto per una semplice ragione, ma voglio raccontarti tutta la storia.- la donna dai capelli biondi continuava a parlare girovagando attorno ai suoi uomini.
-Sono anni che è in corso la nostra lotta contro i vampiri ed è per questo che conosciamo tutte le caratteristiche di quelli come te. E per caratteristiche intendo sia pregi che difetti.- affermò Tamar, fermandosi di colpo.
Si tolse il guanto nero dalla mano sinistra e la contrasse, generando un gemito di dolore.
Quella pausa fu un'ottima chance per Leo.

Il suo viso si adornò con un sorriso e la sua mano prese la mia. Dopo qualche secondo,grazie alla super velocità, ci ritrovammo sul tetto di uno dei palazzi.
Appena Leo lasciò la mia mano si inginocchiò su una sola gamba, toccandosi il petto e respirando affannosamente.
-È proprio di questo che parlavo, Leo. Tu sei debole, troppo debole e lo sai bene anche tu.- una delle mie nemiche era di nuovo di fronte a me. 
Eravamo circondati dai suoi uomini.
-E sai perché sei debole? Perché è rischioso innamorarsi per un vampiro.- appena Tamar pronunciò quelle parole il mio cuore saltò un battito.
Leo era innamorato? Di me?
Era per questo che si era allontanato così? Per non stare più male?
Mille domande mi frullavano nella testa ma in quel momento, non riuscivo a trovare una riposta.
- È anche per questo che ora sei così stanco e non riesci ad uscire da qui.- continuò Tamar, mentre io mi avvicinai a Leo aiutandolo ad alzarsi. I nostri sguardi si incrociarono e quei pochi secondi che impiegai a sollevarlo sembrarono ore.
-Mi dispiace così tanto Ariel, per non riuscire a proteggerti.- biascicò Leo, ancora respirando affannosamente.
Io lo rassicurai, facendogli una carezza.

-D'altronde non sono qui per incitarti a fare una dichiarazione d'amore, Leo.- Tamar si avvicinò a me e mi tirò via da lui, benché fosse una donna era davvero molto forte.
-Tamar, lasciala!- urlò Leo, che era stato ormai bloccato dai restanti scagnozzi della biondina.
-L'ultima volta che ci siamo visti ti avevo pregato di consegnarmi la prescelta, giusto? Beh, credo di aver sbagliato approccio.-
Ero ormai vicina al bordo del tetto, quasi sicura ormai della mia sorte.
Non mi mossi di un millimetro, i miei muscoli erano completamente paralizzati e stavo iniziando a sudare freddo.
-Ho capito che forse hai bisogno di un piccolo...incoraggiamento.- Tamar mi spinse giù dal palazzo e con la coda dell'occhio riuscii chiaramente a vedere il suo sorriso compiaciuto.

Stavo precipitando giù ad una velocità pazzesca, incredibile ciò che mi stava capitando. Avevo solo diciassette anni eppure, era già la seconda volta che andavo incontro alla morte,per mano di qualcun altro.
Stavo quasi per schiantarmi con il suolo, rassegnata al mio destino. Ormai non avevo più paura, sentivo che non c'era più nulla da fare.

Avevo gli occhi chiusi quando sentii qualcuno afferrarmi.  Prima di guardare il volto del mio salvatore misi le mie mani intorno al suo collo,cercando di essere sicura che avessi messo i piedi a terra.
Dopo qualche minuto aprii gli occhi e mi trovai di fronte il viso di Leo.
Lo abbracciai con l'intento di non lasciarlo mai più ma lui mi allontanò e mi mise le mani intorno al viso.
-Non piangere,va tutto bene.- disse, asciugandomi le lacrime che avevano ormai iniziato a solcarmi il volto.
-Pensavo che sarei morta..avevo una paura pazzesca.- dissi tremante, stringendolo ancora di più a me.
-Non ti avrei mai lasciata morire. Nessuno può separarci, nessuno.- le parole gli uscivano fuori in maniera innaturale, sembrava facesse fatica a dirle.
-Se non fossi stata così lontano non ti avrei nemmeno lasciata cadere.-continuò,mentre non professai una parola. Tutto quello che facevo era abbracciarlo.
-Se ne sono andati?- dissi singhiozzando ad ogni parola.
-Sento che sono ancora quì, ma non li vedo. Non voglio correre altri rischi, meglio andare via.- mi prese per mano e ,guardandosi intorno, mi portò via da quel posto. Correvamo ad una velocità pazzesca, continuavo a non capire da dove potesse aver preso tutta quella forza.

LEO's POV
Portai Ariel a casa sua, ancora non potevo credere a quello che era successo.
Ero stato troppo ingenuo e forse, la cosa più giusta da fare, era farle assegnare un altro guardiano.
Io non avevo portato a termine il mio compito, avevo fallito e tutto perché.. mi ero innamorato di lei.
Mi ero innamorato del suo sorriso e del profumo di orchidea dei suoi capelli e forse anche del suo modo di chiedere continuamente spiegazioni.
Ero diventato così debole che pur di salvarla avevo rinunciato a starle vicino per sempre.
Avevo polverizzato la mia collana di guardiano in mille pezzi e questo mi aveva ridato forza, potere e agilità.
Quello che non mi avrebbe impedito,però, era ritornare il mostro che ero sempre stato.

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