•Guardiano•

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                             Capitolo 11

                                <Oggi>
Ero finalmente arrivato nel Tempio, la casa di Ardak ed il posto in cui Ariel dovrà vivere fin quando non esalerà l'ultimo respiro. Io questo, però, ancora non glielo avevo detto.
Non mi ero ancora fatto un'idea chiara su di lei, era solo una ragazza di 17 anni.
Come poteva combattere tutto quello?
Non conosceva i suoi poteri e non sapeva nulla del nostro mondo ma su questo non potevo biasimarla.

Anna e Tevel l'avevano abbandonata da piccola convinti che qualcuno avrebbe potuto portarla via. A quel tempo, l'ordine del sangue ,aveva già rapito diverse bambine nate dall'unione di un umano. ed un vampiro poiché considerate molto pericolose e potenti , a differenza dei maschi.
Così avevano deciso di lasciarla vivere tra gli umani e lasciare che,il duro compito di Ardak,fosse ereditato da suo fratello Phaton.
Qui, però, veniva il bello.
Phaton era umano e di conseguenza non sarebbe mai potuto essere il profeta.

-Oh no, Leo. Perché sei qui? Devi immediatamente ritornare..da lei.-
Lui aveva ragione, non potevo lasciare Ariel da sola perché aveva bisogno di scoprire tutto quello che riguardava il suo compito, ma non potevo nemmeno non passare i miei ultimi momenti con Ardak .
Colui che mi aveva fatto compagnia negli ultimi 100 anni e l'unico di cui mi importava realmente.
Non ero ancora pronto alla sua morte, avevo passato così tanti anni con lui.

-Non potevo lasciarti solo,Ardak. Stai male e lo sappiamo bene entrambi.-
Il tempio era un posto isolato dal mondo umano poiché si trovava nella dimensione dei vampiri.
Io ed Ardak l'avevamo arredata insieme.
Benché non fosse molto grande, era confortevole.
Vi erano delle poltrone rosse, un pianoforte ed un grande tappeto di cachemire bianco ai nostri piedi, quello sì che dava un tocco in più.
Bravo Leo, nella tua vita da umano avresti potuto fare il venditore di tappeti.
-Grazie figliolo, ormai sei l'unica persona di cui si ci può fidare.- tossì per un attimo ma poi continuò il discorso a voce roca.
-Phaton, quella è la persona che temo di più. Bisogna fare qualcosa Leo, trovare il modo di allontanarlo il più possibile da qui. O peggio, ucciderlo.-

Quando finì quella frase una scarica di adrenalina mi percorse tutto il corpo. Quel sogno che avevo da tempo, uccidere quel coglione di Phaton, sembrava essere finalmente realizzabile .
-Non capire male,figliolo.
Io voglio bene a mio fratello, nonostante tutto quello che ci ha fatto. Ma la notizia che gli ho dato pochi mesi fa,l'ha fatto diventare un completo pazzo ed io ho paura possa far del male ad Ariel. Non immagini cosa succederebbe se morisse definitivamente il mio successore, saremmo finiti tutti noi!
Umani e vampiri.-
Nella sua voce si udiva paura, rabbia.
Quante volte Phaton aveva cercato di uccidere Ardak e me cercando di prendere il suo posto?
Milioni di volte. Ma Ardak l'aveva sempre perdonato a differenza mia.
Ora era arrivata finalmente la resa dei conti.

-Leo, devi promettermi che terrai sempre la collana con te. È molto importante.-
Quella che portavo al collo sì,aveva un significato molto importante poiché era il mio simbolo di guardiano.
Mi era stata conferita quando, 3 mesi prima, avevo accettato di proteggere Ariel.
Tutti coloro che scelgono di essere il guardiano di un umano , o nel mio unico caso di una mezzosangue, ricevono una collana.
L'ala che portiamo come ciondolo è il simbolo di Angelo custode mentre la lettera che abbiamo incisa sopra è  l'iniziale del nome di colei o colui che dobbiamo proteggere, rappresenta  fedeltà ed amore verso quest'ultimo .

Era l'unica cosa che mi faceva avere dei sentimenti. Io non ne avevo, senza quella collana potevo far del male a qualcuno, compiere cattive azioni.
Essa era la mia anima.
-Si, te lo prometto. Non è così brutto avere dei sentimenti.-
Quando avevo incontrato Ariel mi sembrava tutto così inutile, lei non mi piaceva affatto. Ma poi dopo quell'uscita tutto era cambiato.
Avevo provato nuove sensazioni, nuove emozioni..forse mi stavo affezionando a lei.
Questo era un buon vantaggio poiché io,da
guardiano, dovevo far sì che si fidasse di me.
Se io mi fossi affezionato a lei avrei potuto parlarle con più dolcezza e lei si sarebbe pian piano fidata di me.
L'unico ostacolo era Omer.

Come cavolo faceva a ricordarsi di me? Io gli avevo cancellato la memoria quel giorno, al negozio.
Avrebbe potuto rivelare tutto ad Ariel e questo non doveva accadere poiché così, si sarebbe spezzato il legame che ci univa ed io sarei stato estinto.
Due erano le uniche opzioni possibili:
O le dicevo quello che in realtà ero: un vampiro.
Oppure lei doveva capirlo da sola.

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