Capitolo 8

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Quel giorno la mia voglia di alzarmi dal letto era pari a zero ma decisi di uscire comunque anche se stava iniziando a piovere. Adoravo la pioggia d'estate , non c'era una motivazione precisa , l'amavo e basta. Una di quelle cose rare , che capitano poche volte in estate e che metterebbero di cattivo umore anche le persone con le vite più perfette di questo mondo.

Adoravo camminare per le strade di San Francisco durante un pomeriggio di pioggia estiva , con le cuffie nelle orecchie , l'ombrello che tempo prima mi aveva portato mio padre da Londra e i miei pensieri. La pioggia mi aiutava a pensare , a schiarire le idee e a capire meglio cosa provassi realmente.

Uscii da casa prendendo il mio ombrello sulle note di 'Numb' dei Linkin Park.

Amavo la mia città , amavo come  le strade 'serie' come le chiamavo io , dove passavano quei noiosissimi lavoratori con la solita routine giornaliera , la famiglia perfetta e una vita da sballo si distinguessero dalle strade di periferia , le mie preferite. I muri di quelle strade erano piene di graffiti che adoravo , mi perdevo a guardarli ogni volta che lo facevo.

Una delle mie passioni più grandi erano i graffiti , ne avevo fatti tantissimi sul muro della nostra vecchia casa , mi piaceva e mi aiutava a sfogarmi.

Mi dirigevo li, in periferia , quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla e girarmi con prepotenza. Di fronte a me trovai un ragazzo che mi sembrava di aver già visto ma non ricordavo dove.

"Chi si rivede!" disse a denti stretti avvicinandosi a me.

"E tu che cazzo vuoi ?!" gli chiesi io alzando il mento.

"Non ti ricordi di me ?" continuò il moro.

Aggrottai le sopracciglia e scossi leggermente la testa.

"Strano , avevi minacciato di castrarmi" fece una risatina" ma dove vai tutta sola con questo tempo dolcezza?".

Iniziavo a capire : era il ragazzo che alla festa sulla spiaggia aveva iniziato a prendermi in giro per il fatto che non sapessi nuotare , quel pezzo di merda.

"Non sono affari tuoi. E poi che vuoi da me ?! Levati dai coglioni." risposi stringendo i pugni per controllare la rabbia.

"Eh no tesoro , non mi levo. Non avresti dovuto trattarmi cosi male sulla spiaggia sai ? Mai mettersi contro Shawn." sorrise con fare malizioso e io cercai di andare via ma mi fermò per un polso tirandomi a se.

Cercai di allontanarlo da me ma non ci riuscii , era troppo forte. Mi spinse con il suo corpo fino a farmi trovare con la schiena attaccata alla parete leggermente bagnata a causa della poca pioggia. Era troppo vicino a me e iniziai ad avere paura.

"Si può sapere che cazzo vuoi da me?!" quasi urlai.

"Voglio la rivincita dolcezza. Nessuno può trattarmi cosi." rispose Shawn.

"Non chiamarmi dolcezza e vaffanculo!" stavo urlando a quel punto.

Mi fece cadere l'ombrello a terra e mi bloccò i polsi sopra la testa. Riuscii a liberarmi e ad andare lontano da lui , ormai sotto la pioggia.

"Lasciami stare bastardo!"

Si avventò su di me e mi riportò attaccata alla parete sbattendo la mia schiena contro di essa e facendomi emettere un gemito di dolore a causa della forza con cui aveva fatto quel gesto. Strinse ancora più forte la presa sui miei polsi tanto da non farmi sentire più il sangue circolare e si avvicinò al mio collo.

"Smettila!!!" urlai cercando di liberarmi in preda al panico.

"Con te ho appena cominciato bambolina" disse contro la mia mascella.

•Hydrophobic•||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora