Capitolo 34

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Calum's pov.
Mi svegliai con un forte mal di testa e un'odore nauseante addosso. Ricordai subito quello che era successo la sera prima, non l'avrei dimenticato facilmente e non mi sarei perdonato mai. Avevo perso il controllo. L'alcol mi faceva diventare un mostro, violento e lunatico ma non pensavo di arrivare a picchiare Rosie.

Mi facevo schifo in quel momento. Mi andai a fare una doccia e mi vestii deciso di andare a casa Bradley per tornare un po' nel mio mondo.

Era sbagliato ricominciare a fumare erba, lo sapevo bene, ma dovevo non pensare a nulla per qualche istante. Avevo bisogno di andarmene, in un certo senso.

Avevo iniziato a fumare a 18 anni e poi avevo deciso di smettere. Perché lei mi aveva cambiato.

Mentre mi dirigevo verso casa di Bradley rigiravo il mio accendino tra le dita pensando a come avrei potuto farmi perdonare. Mancavano tre giorni al suo compleanno e le stavo già organizzando una sorpresa ma sicuramente non avrebbe voluto vedermi dopo quello che le avevo fatto. Così pensai a cosa avrei potuto fare per spiegargli tutto fin quando non arrivai davanti casa di Brad.

Suonai al campanello e mi venne ad aprire sorridendo.

"Sapevo che saresti tornato" disse prima di farmi entrare.

"Ne ho bisogno."

Salimmo in camera sua come sempre e tirò fuori un sacchetto contenente qualche canna mentre io mi sedetti sul letto.

Me ne passò una e la girai tra le mie dita pensando a quello che avevo fatto. Mi odiavo per quello.

Non dovevo pensare. Presi il mio accendino, posizionai la canna sulle mie labbra e l'accesi aspirando.

Mi lasciai trasportare dal fumo che invadeva il mio corpo e chiusi gli occhi a quella sensazione.

"Cos'è successo ieri sera ?" Mi chiese Brad d'un tratto.

Mi voltai di scatto.

"Niente che ti possa interessare." Risposi freddo.

Continuai a fumare fin quando non la finii e ne presi un'altra. Ne fumai quattro. Immagini sfocate, voci, colori nitidi, tutto così confuso. La sensazione che mi mandavano era incredibile.

Riuscivano a farmi sentire bene e male allo stesso tempo. La testa che gira, il corpo privo di forze e incapace di fare movimenti. Non capisci più nulla, tutto sembra diverso e mi lasciai traspostare dal fumo fin quando non vidi più nulla e mi addormentai sul letto di Bradley.

Rosie's pov.
Mi alzai dal letto dopo aver passato una notte in bianco e andai sciacquarmi il viso. Mi guardai allo specchio: un leggero livido si faceva spazio sul mio zigomo ricordandomi attimi di dolore che non avrei mai dimenticato. Il mio labbro era spaccato al lato e gonfio.

Mi sentivo male. Non riuscivo a smettere di pensare a quello che mi aveva fatto Calum, al dolore che avevo provato quando le sue labbra mi fecero urlare dal dolore, al dolore che avevo provato quando la sua mano si scaraventò sulla mia guancia. Alla paura. All'amore che provavo per lui nonostante tutto quello che fosse successo. Perché era così.

Avrei continuato ad amarlo sempre e comunque, in ogni suo difetto e pregio. Anche se le labbra che mi avevano fatto del male erano quelle di  un mostro come si era definito lui. Non avrei mai pensato che lo fosse realmente.

Mi sentivo stupida a pensare certe cose. Tempo prima non l'avrei mai fatto.

Prima che Calum arrivasse e spazzasse via le mie certezze con le sue pozze nere.
Prima che mi rendesse felice.
Prima che mi facesse affrontare la mia paura più grande.

Il mio cuore in quel momento stava sanguinando per lui.

Perché ero sotto il suo controllo. Perché io quelle pozze nere le amavo, come amavo i suoi modi di fare, i suoi tatuaggi, la sua voce, le sue labbra, il suo naso che ad altri non sarebbe mai piaciuto ma che a me faceva impazzire.

Calum era tante cose per me.

Calum era tutto.

Mi ricordavo ogni singolo momento passato insieme. Da quando mi salvò quel giorno alla festa sulla spiaggia, a quando mi portò per la prima volta dopo tanto tempo in acqua, a quando mi salvò per la milionesima volta da Cameron e Shawn. Tutti i sentinenti, le sensazioni provate a contatto con lui me le ricordavo e le rivivevo sempre.

Forse era questo quello che avevo sempre fatto. Mi aveva salvata.

Ma non da persone o dall'acqua, non solo.

Calum mi aveva salvata da me stessa. Da quello che stavo diventando. La ragazza fredda, apatica che nascondeva tutto a tutti si era spogliata delle sue paure davanti a lui.  Gli avevo mostrato il mio lato più debole, quello che nessuno aveva mai visto e che tenevo in segreto. Era entrato nella mia vita catapultandosi dentro di essa senza che io me ne accorgessi.

Mi aveva stravolto in tutto e per tutto. Grazie a lui ero riuscita a provare l'amore vero. I brividi sulla pelle, i baci, gli abbracci, le nostre mani intrecciate.

I pensieri mi soffocavano e non potevo far a meno di ripercorrere i tre mesi che avevo passato con Calum. Ci conoscevamo da solo tre mesi e sembrava che ci conoscessimo da una vita. Tutto quello era davvero straordinario.

Il fatto che un ragazzo così menefreghista come lui sia stato in grado di cambiarmi davvero tanto era davvero straordinario. E l'amore che provavamo era davvero straordinario.

Potevamo farci del male in qualsiasi modo, forma, genere possibile immaginabile ma avremmo comunque continuato ad amarci. Amarci fino a farci male.

E non mi importava. Non mi importava del dolore, della paura, dei pianti. Non mi importava.

Ero consapevole che avrei continuato ad amarlo, in ogni sfumatura di quel nero che era dentro di lui.

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Spazio autrice👇
Ho aggiornato prima perché volevo farmi perdonare dei ritardi😌. Capitolo cortissimo, i know. Ne mancano due o tre e l'epilogo, piango.

Prossimo aggiornamento giovedì (come previsto).

Irene🎸

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