Capitolo 29

88 10 11
                                    

Il mattino seguente mi svegliai tardi, molto tardi. Erano le 12.45 del mattino e il dolore allo stomaco era svanito quasi del tutto. Mi alzai delicatamente dal letto e mi diressi in salotto cercando Calum.

Non era sul divano ma sentii un odore molto invitante provenire dalla cucina, così entrai. Cal se ne stava ai fornelli con aria concentrata a cucinare i pancake.

"Buongiorno" bisbigliai ancora assonnata.

"Giorno" rispose lui con voce roca "come stai?"

"Ora sto bene" dissi sorridendo dolcemente.

"La porta non si chiude più Rosie" mi avvisò con un espressione molto strana, come se volesse scusarsi "L'ho rotta e questa mattina l'ho trovata aperta, per fortuna non è entrato nessuno"

"Oh merda, e ora come faccio ?" Chiesi con tono disperato dirigendomi verso la porta.

Cal l'aveva fermata con una sedia. Un genio.

"Bhe, non passerai altre notti da sola in queste condizioni quindi stasera vieni a casa mia"

Rimasi sbalordita.

"Ma Cal, tua madre e poi i-io non vorrei..." non mi lasciò finire.

"Stasera vienei a casa mia." Disse di nuovo il moro con tono autorevole.

"E quì come faccio a chiudere?"

"Ah tranquilla sta arrivando un mio amico che ci sa fare con queste cose ma tu vieni con me lo stesso perché...perché si."

Risi.

"Ecco a lei signorina" disse porgendomi il piatto con un pancake pieno di Nutella che divorai.

"Non sapevo sapessi cucinare" ammiccai dopo aver finito.

"Tutto merito di mia madre" rispose "va a prepararti le cose per stare a casa" mi ricordò il corvino.

Mi alzai e misi il piatto nel lavandino della cucina per poi dirigermi in camera mia e mettere un po' di vestiti nello zaino.

Mi sentii osservata e mi voltai verso la porta trovando il moro che mi osservava con un sorriso stampato sulle labbra.

"Che c'è ?" Chiesi notando che non mi staccava gli occhi di dosso.

"Ehm...nulla. Semplicemente sei bellissima" arrosii e sperai che non si notasse molto.

"Specialmente quando arrossisci" come non detto.

Percepii le sue braccia cingermi la vita e il suo respiro sul mio collo.

Era così strano vedere Calum comportarsi in quel modo. L'avevo sempre visto come il 'tosto' della situazione, quello senza emozioni e freddo come il ghiaccio e invece mi aveva stupito. Era strano ma bello tutto quello.

Mi piaceva il pensiero e la certezza che finalmente fosse mio. E che io fossi sua. Lo amavo.

Iniziò a lasciarmi piccoli baci dalla clavicola alla mascella che mi fecero rabbrividire in pochi secondi.

"Amo come il tuo corpo cambia sotto il mio tocco" sussurrò sulla pelle del mio collo.

Io nel frattempo avevo lasciato le cose che stavo mettendo nello zaino sul letto e avevo spostato le mie mani sulle sue posizionate ancora sulla mia vita.

"Sai...non avrei mai pensato di riuscire a dire cose come queste. Non avrei mai pensato di riuscire ad amare un'altra volta qualcuno, veramente. Non avrei mai pensato che tutto questo potesse accadere" continuò a parlare mentre io ero incapace di proferire parola, ero sotto il suo controllo. "Ma amo tutto ciò." Mi girò verso di lui.

•Hydrophobic•||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora