E anche il giorno della festa di fine anno arrivò. Io ero comodamende sdraiata sul divano di casa mia fregandomene di tutto quello che sarebbe successo quella sera.
Sarah aveva cercato in ogni modo di convincermi ad andare, mi aveva addirittura fatto un cartellone con scritto 'vieni alla festa solo per me?' ed io avevo comunque rifiutato. Da quando eravamo andati al centro commerciale non ero più uscita di casa e non avevo visto nessuno, se non Sarah che si era presentata sotto casa mia con il suo cartellone.
Erano le. 5.30 p.m. e la festa sarebbe iniziata dopo poche ore ma avrei scommesso oro sul fatto che Sarah si stesse già preparando.
Mia madre era andata fuori città qualche settimana per impegni del suo fottutissimo lavoro. Era una specie di braccio destro dell'amministratore di una piccola azienda a San Francisco. In pratica vivevo da sola considerando il fatto che lei era sempre fuori casa.
E così mi ritrovavo la sera della festa di fine anno, da sola, in casa senza fare assolutamente nulla.
Decisi di disegnare un po' per sfogarmi e tranquillizzarmi. Presi un foglio, la mia matita e iniziai a tracciare linee sulle prime cose che mi venivano in mente, non sapevo neanch'io cosa stesse venendo fuori. Poi capii.
Era un viso. Quel viso. Il suo. Calum.
Di nuovo. Ancora una volta era lui a gironzolare per la mia testa, ancora una volta mi ritrovavo a pensarlo senza saperlo definire. Guardai quasi scioccata il mio disegno e mi meravigliai di quanto ricordassi bene il suo viso e di quanto stesse venendo bene.
Scacciai tutti i pensieri che avevo in testa e continuai a disegnarlo.
Osservai soddisfatta il mio lavoro e lo riposi nella cartella in cui tenevo tutti i miei disegni.
'Chissà con chi andrà alla festa' pensai.
Stavo perdendo il controllo di me stessa e non potevo giustificare una cosa del genere. Io non ero cosi. Non pensavo ad un ragazzo cosi spesso, non mi capitava di essere gentile e non diventavo rossa se qualcuno si avvicina troppo a me. Stavo impazzendo. Forse per colpa mia. Forse sua. Forse di lui.
Mi buttai a peso morto sul letto della mia stanza affondando la testa nel cuscino e soffocando qualche urlo di disperazione. Disperazione? Ma cosa cazzo mi veniva in mente ?! Avevo bisogno di distrarmi.
Presi la mia nikon dal cassetto e mi misi a fotografare il paesaggio dalla finestra. Tutto ciò che vedevo, anche la cosa più banale, la fotografavo. Avevo sempre pensato che il mondo sembrasse più bello visto da un obbiettivo, da una foto e mi era sempre piaciuto tenere qualcosa che non cambiasse mai.
Le foto si scattano in momenti inaspettati, in cui si sta facendo qualcosa di strano magari e poi si tengono per un lungo periodo di tempo per essere guardate e riguardate per poi diventare ricordi, frammenti del passato. Non mi piacevano invece le foto fatte apposta, dove si doveva tenere una certa faccia, una certa posa per farla venire bene. Ho sempre amato le foto spontanee,le più vere.
E poi guardarle era ancor più bello, sono sempre uguali anche se le cose cambiano, spariscono, si distruggono. Ecco perche amavo la fotografia.
Si erano fatte ormai le 7.30 p.m. e nel momento in cui stavo richiudendo la mia finestra iniziai a sentire il rumore di una moto farsi sempre più vicino, fin quando non arrivò sotto casa. Era la sua moto.
Vidi Cal parcheggiarla di fronte il vialetto di casa mia e mi soffermai a guardarlo.Aveva una busta in mano e si stava avviando verso la porta di casa mia. Misi velocemente a posto la nikon e qualche secondo dopo il campanello suonò. Prima di andare ad aprire mi guardai allo specchio, facevo più schifo del solito quel giorno.
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•Hydrophobic•||Calum Hood||
FanfictionRosie Anderson : la ragazza incasinata che tutti vedono perfetta , allegra e spensierata ma che in realtà ha un uragano dentro di se. Odia il suo corpo nonostante tutti pensino che sia una bella ragazza, è fredda , apatica e menefreghista ma con 3 a...