Capitolo 9

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Tolsi i miei vestiti ormai bagnati e li misi sul mio letto per poi prenderne degli altri dall'armadio. Optai per una canottiera nera dei Rolling Stones e un paio di jeans scuri. Li indossai e mi diressi in bagno per vedere se Calum avesse finito di asciugarsi.

La porta era socchiusa ma bussai lo stesso.

"Entra pure" mi disse da dentro il bagno.

Aprii la porta e per poco non mi sentii male a quello che mi trovai davanti. Calum aveva ancora i capelli bagnati, era senza la sua maglietta che invece stava asciugando seduto sulla vasca da bagno. Mi soffermai sul suo petto scolpito , quasi perfetto, sul quale c'erano disegnati vari tatuaggi. L'avevo già visto senza maglietta sulla spiaggia ma quella volta non feci troppo caso ai particolari.

Finii di asciugare la sua maglietta e se la rimise mentre io continuavo a guardarlo senza proferire parola.

"Vuoi farmi una foto?" chiese con tono sarcastico il moro alzandosi dalla vasca da bagno.

Si avvicinò a me e mi guardò da capo a piedi soffermandosi su uno dei miei polsi. Mi lo prese e spalancò gli occhi alla vista di quello che mi aveva fatto Shawn. Mi resi conto che sul mio polso si stavano formando dei lividi e mi faceva ancora un po' male.

"Cazzo Rosie. Guarda che cosa ti ha fatto. Appena lo rivedo ti giuro che..." non lo lasciai finire.

"Sto bene ora Cal" lo tranquillizzai liberandomi dalla sua presa e avviandomi verso la cucina.

"Hai fame?" alzai il tono della mia voce per farmi sentire da Cal che probabilmente era ancora nell'altra stanza.

"Non serve che urli, sono qui" la sua voce calma mi fece spaventare quando lo sentii cosi vicino a me.

Mi girai di scatto e lo trovai appoggiato al tavolo della cucina intento a scrutare ogni mio singolo movimento. Per qualche secondo i nostri occhi si incontrarono ma io distolsi subito lo sguardo dal suo, incapace di sostenere l'oscurità che nascondevano i suoi occhi.

"Una certa fame ce l'avrei" rispose dopo pochi minuti.

"Emh... Vedo se c'è qualcosa... Mia madre non c'è quasi mai e io non mangio molto quindi..." non mi fece finire di parlare.

"Come non detto, ordino le pizze" mi interruppe" due margherite vanno bene?"

"Si, certo" risposi io.

Chiamò il ristorante e ordinò le pizze e io accesi la TV dal pulsante non trovando il telecomando. Misi MTV music: il mio canale preferito. Ogni volta che lo mettevo mi divertivo a ballare in salone, ricordando di tutti gli anni di danza che avevo fatto fin da bambina. Avevo smesso di prendere lezioni di danza dopo la morte di mio padre ma non avevo mai perso la passione. Ballare mi faceva sentire libera, mi aiutava a non pensare. Insomma, mi occupava la mente: giù le spalle , collo alto, schiena dritta, tendi le punte, attenzione alle braccia, apri bene il piede... C'erano troppe cose a cui pensare mentre si ballava e non mi potevo permettere di distrarmi dalla coreografia perché un solo errore l'avrebbe rovinata.

Non avevo il tempo di pensare ai problemi che mi ronzavano in testa. Ero in sala da ballo, c'eravamo solo io , le mie scarpette e la mia concentrazione. I pensieri aspettavano sulla soglia della porta.

Calum tornò qualche istante dopo la sua chiamata e si sedette sul divano mentre io cercavo disperatamente il telecomando per alzare il volume della TV.

"Cerchi questo?" sentii la sua voce e mi girai a guardarlo. Aveva il telecomando in mano. Lo afferrai e alzai il volume accennando qualche passo di una vecchia coreografia che avevo imparato.

"Sai ballare?" continuò a chiedermi.

Mi fermai subito alle sue parole.

"Ho preso lezioni di danza moderna e classica fino all'età di quattordici anni" gli spiegai sedendomi vicino a lui sul divano.

•Hydrophobic•||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora