Capitolo 30

107 10 7
                                    

La cena con la famiglia di Calum passò in fretta, credevo che mi sarei sentita in imbarazzo ma non fu così. Joy era davvero una donna dolcissima e molto simpatica che mi aveva subito messo a mio agio.

Sembrava che piacessi anche alle due piccoline di casa e la cosa mi fece molto piacere, vedevo quanto Calum ci tenesse.

Ma una domanda mi sorse: il padre di Cal?

Iniziai a sentirmi stanca ma rimasi comunque ad aiutare Joy a sistemare la cucina, volevo darle una mano visto che mi avrebbe ospitato per un paio di giorni e poi non mi dispiaceva affatto.

Appena presi qualche piatto e lo riposi sul lavandino mi fermò.

"Oh Rosie tranquilla, va a riposare ci penso io qui" mi disse togliendomi i piatti di mano.

"Le do una mano" insistetti io.

"Cal porta Rosie a cambiarsi e falla riposare" disse rivolegendosi a Cal che invece giocava con Summer e Jade.

Venne verso di me e mi prese un braccio con delicatezza trascibandomi verso la sua camera.

"Ma Cal io volevo aiutare tua madre !" Mi lamentai.

"No tu ora ti riposi e stai qui con me" sussurò vicino le mie labbra.

Chiuse la porta alle mie spalle e iniziò a camminare fino a far combaciare la mia schiena contro di essa.

Si mise vicino le mie labbra e continuò a tenere lo sguardo fisso nei mie occhi. Io ero incapace di muovermi e incantata da ogni suo movimento.

"Che stai facendo ?" Chiesi.

"Ssshhh" rispose lui mettendomi un dito sulle labbra per poi toglierlo e sostituirlo con le sue.

Le sue mani erano ai lati della mia testa e pian piano si spostarono lungo le mie braccia per poi arrivare ai miei fianchi. Si fermò su di essi e avvicinò il mio corpo al suo.

Le sue mani vagavano lungo il mio corpo e arrivarono sotto la mia maglietta. Iniziò a massaggiare con centri concentrici la mia piancia provocandomi brividi ovunque. Se ne accorse e sorrise sulle mie labbra, feci lo stesso.

Alzò la mia maglietta fino a togliermela a lasciarmi in reggiseno. Arrossii e abbassai lo sguardo. Posò due dita sotto il mio mento e mi alzò il viso per guardarmi.

"Sei bellissima" disse.

Due parole, un insieme inspiegabile di emozioni.

Non mi ero mai considerata una bella ragazza, forse accettabile ma non abbastanza. E quelle parole dette da lui erano così sincere che ci credetti.

Non avevo ben capito cosa volesse fare ma gli lasciai il totale controllo su di me.

Si sfilò la maglietta rimanendo a petto nudo e me la porse.

Diede un bacio a stampo sulle mie labbra per poi parlare.

"Vorrei che indossassi questa stanotte"

Sorrisi e lo abbracciai.

Quando ci staccamo il suo sguardo si posò sul mio stomaco, sbarrò gli occhi vedendo i lividi che mi aveva provocato Cameron.

"Io lo ammazzo." Disse a denti stretti.

"Tranquillo, passeranno" risposi cercando di convincere più me che lui.

Non appena mi infilai la maglietta il suo odore mi invase le narici e mi abbandonai a quella sensazione buttandomi sul suo letto.

La maglietta mi arrivava a metà coscia e mi stava enorme.

Nel frattempo Cal si era messo un paio di pantaloni della sua tuta e non appena mi vide con la sua maglia fece un ampio sorriso e si venne a posizionare vicino a me.

Stavo per parlare ma il bussare alla porta mi bloccò.

"Cal, possiamo entrare ?" La voce delle sorrelline di Calum si sentii da dietro la porta.

"Certo" rispose lui.

Entrarono correndo e si lanciarono letteralemente su Cal, ma Summer per sbaglio mi diede un calcio nello stomaco facendomi piegare in avanti.

"Dio santo, Rosie stai bene ?" Chiese preoccupato Cal.

Ripresi fiato e dopo qualche secondo risposi.

"S-si Cal, tranquillo" dissi cercando di essere il più convincente possibile, non volevo che Summer si sentisse in colpa.

Mi sdraiai come poco prima e cercai di non pensare al dolore nel mio stomaco mentre le piccoline giocavano sul petto di Cal.

Ad un tratto Jade si mise sulla sua faccia ed iniziò a fargli i dispetti. Gli mise le dita nel naso, nella bocca, gli apriva gli occhi, gli tirava i capelli e lui rideva come uno scemo.

Anche io scoppiai a ridere a quella scena, erano così buffi.

Dopo qualche minuto passato a ridere e scherzare Calum portò le piccoline a dormire e tornò in camera.

"Cal posso farti una domanda ?" Chiesi.

"Certo" rispose.

"Tuo padre vive qui ?"

A quella domanda lo vidi stringere i pugni con forza.

"No." Rispose secco "lui è...andato via tanto tempo fa."

Sembrava che potesse scoppiare a piangere da un momento all'altro ma sapevo che non l'avrebbe fatto.

"Vuoi raccontarmi ?" Continuai a parlare. Annuì.

"Quando avevo 6 anni sentivo sempre i miei litigare perché mio padre tornava ubriaco a casa" sospirò "e a volte quando uscivo e tornavo a casa trovavo mia madre piena di lividi che piangeva. Sapevo che era mio padre a farle tutto quello ma lei continuava a perdonarlo tutte le volte. Avevo una sorella più grande di me, Mali-Koa, che cercava sempre di non farmi sentire tutto il disatro che succedeva in casa ed io le volevo così tanto bene..." la sua voce si spezzò e io pensai che fosse meglio interromperlo.

"Cal se non vuoi raccontarmi non farlo, è okay" gli accarezzai la mano.

"Tranquilla, voglio che tu sappia del mio passato, mi fido di te Ros." Prese un respiro per poi continuare a parlare "un giorno tornai a casa e trovai mia madre che come sempre piangeva, con del sangue ovunque. Mi impaurii e corsi in camera di Mali dove di solito lei mi aspettava per consolarmi. Entrai. E lei non c'era, il suo letto era disfatto e la camera messa sotto sopra. Tornai di sotto sperando che non fosse successo quello che pensavo e invece si. Mio padre aveva ucciso mia sorella." Le lacrime iniziarono a scendere sulle mie guance.

"Non si fece più vedere fino a circa 6 anni fa. Tornò dicendo che era cambiato veramente e che voleva sistemare le cose e sai, sembrava così sincero che sia io che mia madre cademmo di nuovo nella sua trappola. Sembrava andare tutto benissimo e poi naque Summer, io stavo davvero iniziando a essere felice. 2 anni dopo mia madre rimase incinta di Jade e quando lo scoprì mio padre sparì di nuovo e non lo vidi più." Finì di raccontare e rimasi scioccata da tutto quello che mi aveva detto.

Mi sorpresi di tutto quello che aveva passato e capii il suo essere così chiuso con gli altri. Fui felice del fatto che si fosse aperto con me e che mi avesse raccontato tutto.

"Mi dispiace così tanto Cal..." sussurrai abbracciandolo forte.

Avevo capito che Cal fuori era un tipo tosto come tutti lo vedevano ma che in realtà aveva un cuore grande, si vedeva da come si comportava con la sua famiglia ed era davvero una cosa bellissima.

"E invece ti va di raccontarmi un po' della tua di famiglia ?" Domandò accarezzandomi il braccio.

Sospirai.

"Io non ce l'ho una famiglia" dissi.

"Allora sarò io la tua famiglia" rispose prima che entrambi ci addormetassimo abbracciati.

---
Spazio autrice👇

Prossimo aggiornamento venerdì.

Irene🎸

•Hydrophobic•||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora