Capitolo 28

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Mi girai nel letto cercando di dormire mentre il dolore allo stomaco e la nausea mi facevano contorcere. Mi alzai con il busto cercando di riprendere fiato, il dolore era lancinante e mi faceva girare la testa.

Erano passati solo due giorni da quando ero uscita dall'ospedale e nonostante continuassi a prendere anti dolorifici non mi facevano effetto e per di più mi veniva sempre da vomitare.

Calum, Sarah e gli altri venivano a trovarmi ogni giorno e mi tenevano compagnia ma non restavano di notte. La notte era il momento peggiore. Ma non lo dicevo mai ai miei amici, non volevo che si preoccupassero.

Calum mi scriveva sempre, appena usciva di casa mi mandava messaggi per sapere se era tutto okay e più i giorni passavano e più il mio bisogno di lui cresceva. Nei giorni precedenti non avevo potuto parlargli perché c'erano anche gli altri.

Non ce la facevo più, mi sentivo troppo male e stavo per vomitare. Mi alzai di scatto dal letto prendendo il telfono e cercando di arrivare al bagno il più velocemente possibile e quando entrai mi gettai a terra vicino alla tazza del gabinetto. Non riuscivo a vomitare ma avevo troppa nausea, avevo bisogno di qualcuno. Tra un colpo di tosse e l'altro sbloccai il telefono e composi il numero dell'unica persona che volevo al mio fianco in quel momento. Calum.

Portai il telfono all'orecchio e feci squillare diverse volte finché la voce roca e assonnata di Cal mi rispose.

"Rosie che succede ?"

"Cal i-io" tossii "t-ti prego vieni ad aiutarmi" riuscii a dire tra un dolore e l'altro.

"Sto arrivando" concluse chiudendo la chiamata.

Guardai l'ora: le 3.45 del mattino.

E lui stava venendo da me alle 3.45 del mattino.

Continuavo a tossire e a cantorcermi dal dolore sul pavimento del bagno quando, dieci minuti dopo, sentii il rumore della sua moto e bussare alla porta con forza. Non riuscivo a muovermi. Provai a urlare.

"Calum" mi uscii il suo nome con poca voce. "Calum!" Riuscii a parlare ad alta voce.

Dal forte rumore che sentii dopo capii che avesse sfondato la porta. Infatti in pochi secondi fece la sua entrata nel bagno e mi venne incontro cercando di tirarmi il busto su.

"Rosie che hai ?! Rosie, Rosie !" Continuava a chiamarmi.

"Cal d-devo vomitare, il dolore è troppo forte ti prego aiutami" dissi.

"Okay, okay. Calmati, ora ci sono io qui." Mi prese per la vita, all'altezza dello stomaco, e strinse delicatamente senza farmi male. Non capii come quel semplice gesto riuscii a farmi vomitare. Mi teneva i capelli mentre le lacrime iniziavano a scendere sul mio volto. Lacrime di dolore.

Dopo anni piansi, piansi come non mai. E lui pianse con me. Tirai via l'acqua e mi sedetti con la schiena poggiata alla vasca da bagno, con lui accanto. Il dolore c'era ancora ma stavo meglio di qualche istante prima.

E piansi perché lui era lì con me. Piansi perché era tutto così straordinario e perché mi aveva cambiata così tanto. Perché nessuno era mai riuscito a cambiarmi così e a stravolgermi la vita.

"Rosie, Cristo santo, non hai idea di quanta paura ho avuto" disse singhiozzando e mettendomi due mani sulle guance "vieni qui, bevi un po' d'acqua" mi aiutò ad alzarmi mentre continuavo a piangere e mi fece bere.

Mi girò verso di se mentre entrambi continuavamo a piangere. Mise le mani come poco prima, sulle mie guance, portando il suo viso a pochi centimetri dal mio.

"Rosie i-io devo dirti una cosa" mi asciugò le lacrime e si calmò anche lui.
"So che non è il momento più giusto ma, Dio, devo farlo." Iniziai a tremare.

"Sono follemente, assolutamente, totalmente innamorato di te. Mi hai cambiato la vita. Hai fatto uscire il vero Calum dalla corazza da cattivo ragazzo che avevo. E sono pazzo di te. Ho sempre voluto nascondere i miei sentimenti a tutti e a me stesso per paura di caderci di nuovo in quella trappola che tutti chiamano amore. E, bhe, io ci cadrei altre mille volte con te. Ti amo." Disse tutto d'un fiato facendomi ricominciare a piangere.

"Ti amo Calum, Ti amo." Dissi anche io. Finalmente.

E mi fiondai sulle sue labbra. Lo baciai con tutto l'amore che per troppo tempo avevo nascosto mentre piangevo, ma non più dal dolore. Piangevo perché ero felice. Ero felice del fatto che finalmente ero riuscita a dirgli i miei sentimenti. Ero felice perché lui ricambiava e perché lo amavo alla follia.

Le sue labbra sulle mie mi erano mancate così tanto. Il suo respiro. Le sue mani sui miei fianchi. Tutto di lui mi era mancato.

Ci staccamo dopo infiniti secondi e sorrisi, seguito da lui.

Lo abbracciai respirando il suo odore.
"Ti amo così tanto. Non sai quanta paura ho avuto di perderti. Non sai cosa hai fatto alla mia vita, Ros." Mi prese in braccio delicatamente e mi portò in camera mia rimettendomi sul letto e coprendomi con le coperte.

"Stanotte resto qui, dormo sul divano" mi avvisò. Annuii.

Calum's pov.

La suoneria del mio telefono mi fece svegliare di scatto nel bel mezzo della notte. Guardai il nome segnato sul display: Rosie.

Risposi "Rosie che succede?"

Mi disse che doveva vomitare, che il dolore era troppo forte e che aveva bisogno di aiuto. Dalla sua voce capii che stava piangendo e mi alzai di scatto infilandomi le scarpe e dirigendomi il più velocemente possibile a casa sua mentre la paura e il panico crescevano dentro di me.

In poco meno di dieci minuti arrivai a casa sua e bussai alla porta fortemente. Sentii la sua voce chiamarmi e mi buttai sulla porta aprendola violentemente. Corsi al piano superiore e andai dove i suoi singhiozzi si sentivano più. Quando entrai la visione che mi si presentò davanti mi fece perdere qualche battito.

Rosie stesa per terra che si contorceva dal dolore con le lacrime agli occhi. La presi per il bacino delicatamente e la feci alzare con il busto.

Non riusciva a vomitare e così misi con delicatezza le mie braccia all'altezza dello stomaco cercando di non farle male e stringendo di poco. Il mio gesto finalmente la fece vomitare ed io per qualche strano motivo piansi. Piansi dopo tanto tempo perché non avevo mai avuto così tanta paura di perdere qualcuno.

La feci calmare e gliele dissi quelle parole che tanto mi ero ostinato a nascondere. Le dissi che l'amavo e anche se non era il momento più oppurtuno non me ne importò, non ce la facevo più.

Mi baciò e mi calmai a quel suo gesto.

Finalmente ero riuscito a dirgliele quelle parole. Avevo avuto troppa paura che gli fosse successo qualcosa di brutto. La paura mi aveva fatto prendere coraggio per dirle ciò che provavo. Perché non ce la facevo più. Ero stanco di nascondere i miei sentimenti. E lei aveva detto che mi amava.

E io ero felice.

Ma avevo paura. Quel bastardo di Cameron le aveva fatto troppo male. Lei così fragile, che si contorceva dal dolore. Quando la vidi accasciata sul pavimento che quasi non respirava. Per colpa di quello.

E Dio se l'amavo. Così fragile. Così speciale. Così semplicemente...Rosie. Non c'erano aggettivi per descriverla al meglio.

Gli avevo rivelato i miei sentimenti in un momento sbagliato forse ma la paura che provai in quegli istanti mi fece capire che non potevo aspettare un minuto di più. Mi fece capire che li avevo tenuti nascosti per troppo tempo e che non sarei più riuscito a nasconderli ancora per molto.

E quella sera restai a dormire da lei tanto ero spaventato che potesse seccederle di nuovo qualcosa.

Prima che arrivasse lei non l'avrei mai fatto per una ragazza. Ma era questo il punto. Lei non era 'una ragazza', una delle tante. No. Lei era Rosie. La mia Rosie.

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Spazio autrice👇
Scusate se sabato non ho postato ma internet è andato a puttane.
Cosa ne pensate ?

Prossimo aggiornamento mercoledì.

Irene🎸

•Hydrophobic•||Calum Hood||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora