Capitolo 41

69 5 13
                                    

(Quando arriva la parte i Michael ascoltate la canzone di Tiziano Ferro- Sere nere) Buona lettura ❤️

Cri's Pov

Era passata quasi una settimana e non avevo ancora ricevuto notizie di Calum.

Il giorno primo ero andata a casa dei suoi genitori per vedere come stessero.

La donna che mi si presentò davanti, non era la stessa che avevo imparato a conoscere. Era triste, con delle occhiaie incredibile, quasi spenta. Ma come biasimarla? Non sapevo cosa era successo a suo figlio.

Cercai in qualche modo di consolarla, ma io non ero dell'umore giusto per fare questa cosa.

Decisi di restare a pranzo a casa sua, dopo avermi quasi pregato. Dopo pranzo parlammo un po', cercando di non tornare sull'argomento, anche se nelle nostre teste c'era solo quello.

Lei mi disse che sarebbe andata a riposare un po'. Ero rimasta sola in quella casa, che mi ricordava i bei momenti passati con Calum.

Le serate passate insieme alla sua famiglia, il natale passato a scartare i regali e a giocare con quegli stupidi giochi da tavolo. involontariamente i miei piedi iniziarono a camminare e mi ritrovai davanti la sua camera, era ancora come l'aveva lasciata lui prima di partire, anche perché ormai non viveva più qui. Mi tornò in mente, la prima sera che facemmo l'amore, l'atmosfera che aveva creato, la dolcezza con cui mi toccava, il modo attento di spogliarmi, le parole meravigliose che ci eravamo detti.

Le lacrime ormai rigavano il mio viso stanco, mi avvicinai al grande letto che c'era in mezzo alla stanza, tolsi le scarpe e mi stesi abbracciando il cuscino, che usava per dormire, e respirai a fondo il suo profumo che era ancora impresso su di esso. Mi addormentai con il pensiero di lui vicino a me.

-

Ora ero sul divano di casa mia, stavo fissando il vuoto.. Avevamo parlato con la polizia, e ci avevano "rassicurato" dicendoci che appena avessero saputo qualcosa ci avrebbero chiamati, ma ovviamente quella chiamata non arrivò. Era il quarto giorno che saltavo la scuola, rischiavo di perdere l'anno, ma onestamente non mi importava, stavo rischiando di perdere qualcosa molto più importante. L'amore della mia vita.

Il cellullare che era poggiato sul tavolino di fronte a me iniziò a squillare, sbuffai non volevo parlare con nessuno.

Era un numero privato. Chi poteva essere? Esitai per un momento, ma alla fine decisi di rispondere.

"Pronto?"

"Cri..."

Riconobbi quella voce immediatamente e scattai come una molla.

"Calum, mio Dio come stai? Ma dove siete?"

"Sto bene piccola, solo che è successo un casino. C'è stato un tornado e non avevamo linea sui cellullari e non ci lasciavano uscire dalle nostre abitazioni. E hanno cancellato il nostro volo."

"Siamo stati in pensiero, ma ora dove sei? E Luke sta bene?"

"Siamo in aeroporto, tra un po' dovrebbe arrivare il nostro volo. E si direi proprio che sta benone Luke."

Non feci caso a quello che disse su Luke, perché il mio unico pensiero era che stava bene, e che sarebbe tornato da me.

"Quando arrivate?"

"Dovremo atterrare verso le sei. Sarai lì ad aspettarmi?"

"Ovvio, ora avviso anche gli altri così saremo tutti lì. Ti amo."

"Ti amo anche io, ora vado che hanno chiamato il nostro volo."

Mandai un messaggio a Michael, Ashton e a Lux e Bryana.

When Something Great Began M.C. #Watty2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora