Capitolo 12

1.3K 78 11
                                    

Ero ormai persa nelle mie riflessioni da circa venti minuti mentre sfioravo delicatamente con le punte delle dita l'acqua che mi lambiva e rinfrescava le caviglie quando Kuma riemerse dal suo pisolino post pranzo con un grande sbadiglio che gli fece strizzare gli occhietti e aprire le fauci in modo da mostrare tutti i suoi dentini appuntiti. Appesantito dalla sonnolenza iniziò a dimenarsi tra le mie gambe fino a cadere in acqua e farmi sorridere dalla tenerezza, ma per fortuna una volta caduto si svegliò completamente. La sua rinnovata attenzione venne attirata da una libellula che volava a pelo d'acqua posandosi saltuariamente sui fiori di loto che decoravano le anse del Nilo, e ovviamente si mise a sguazzare saltellando sui ciottoli che formavano il fondo basso per inseguirla, a volte balzando direttamente su fiori e foglie e sprofondando rovinosamente nell'acqua bassa. Era talmente divertente che mi stavo piegando in due dalle risate Oh Kuma sei buffissimo con il pelo tutto fradicio hahaha!!
Il cucciolo era decisamente in vena di giocare, infatti quando la libellula volò troppo lontano per essere raggiunta verso l'altra sponda, tornò verso di me sguazzando e rotolandosi fino a schizzarmi bagnandomi tutte le gambe e il vestito. Kuma!! Per la testa di Toth mi hai bagnata tutta!! Su, hai giocato abbastanza, ora andiamo a lavarci, non possiamo presentarci in questo stato da Cris! - Ma uffaaaa io volevo giocare ancora!! - Colpa tua che ti sei bagnato tutto, guardati! Hai le alghe che ti escono persino dalle orecchie!! In risposta mi arrivò solo un debole brontolio che ignorai sbuffando mentre lo sollevavo di peso e mi dirigevo velocemente verso la mia stanza.

Quando arrivai nella mia piccola stanza presi una tunica pulita ma improvvisamente mi domandai dove potevo lavarmi: non avevo per niente voglia di tornare a lavarmi nelle stanze della servitù con delle luride tinozze di acqua putrida, e non volevo nemmeno disturbare Cris approfittando ulteriormente della sua amicizia; potevo invece provare a vedere se la stanza con l'enorme vasca del principe fosse libera... Mi azzardai quindi a muovere qualche passo nelle stanze di Narmer, trovandole stranamente vuote. Dalla grande apertura che dava sulla terrazza sulla quale mi ero affacciata la sera precedente per schernirlo potevo però sentire schiamazzi e rumore di armi che cozzavano e tintinnavano. Incuriosita mi avvicinai stando bene attenta a nascondermi dietro alle lunghe tende di lino, scoprendo che l'area di giardino sotto a quel lato di palazzo veniva utilizzata come campo di allenamento per le guardie reali: tra esse scorsi pure il principe in persona, impegnato in un corpo a corpo con un soldato che di stazza era quasi il doppio di lui, ma che era decisamente in svantaggio contro i colpi fulminei e precisi di Narmer, coperto solo da un corto gonnellino. Mi soffermai ad osservarlo forse più del dovuto, accarezzando con lo sguardo i suoi muscoli guizzanti, asciutti e ben definiti e proporzionati, resi lucidi dall'olio sicuramente importato dalla Grecia per scioglierli e scaldarli, così come il volto imperlato da piccole gocce di sudore che non facevano altro che illuminare ancora di più la sua pelle ambrata. Non aveva il suo solito ghigno arrogante, quanto piuttosto un'espressione corrucciata dalla concentrazione nel tentativo di scovare i punti deboli dell'avversario. Restai ad osservarlo senza accorgermi di esserne rimasta affascinata per qualche minuto, ma fortunatamente Kuma mi risvegliò dalla trance solletticandomi le caviglie, così, dopo aver constatato che il soggetto delle mie ultime fantasie mentali sarebbe stato impegnato ancora per un po, mi defilai arrivando velocemente nella sua stanza da bagno deserta. Era molto diversa da quella destinata a Cris: al posto di avere una grande apertura che illuminava l'ambiente aveva solo piccole fessure per il ricambio d'aria, mentre era illuminata da piccoli braceri che riflettevano sulla superficie dell'acqua e delle pareti una calda e soffusa luce rossastra tendente all'aranciato, e creavano lunghe ombre vibranti. Mi lasciai avvolgere da quell'atmosfera resa fumosa dai vapori della piscina, preferendola notevolmente a quella fresca e luminosa che caratterizzava invece l'altra, mentre mi spogliavo lentamente dalle vesti che caddero a terra sfiorandomi la pelle e toglievo i bracciali, immergendomi nell'acqua tiepida completamente nuda. Mi beai di quell'atmosfera rilassante, accarezzata dalla flebile luce dei braceri, fino a quando fu rotta dalla vocina squillante e spacca timpani di Kuma: Bombaaaa!! Ebbi solo il tempo di pensare Oh no... Che quella peste si era buttato nell'acqua schizzandomi tutta. Di nuovo. Adesso ti prendo! E sta volta non scappi!!
Sguazzò nell'acqua giocando con me per dieci minuti buoni, quando mi accorsi che iniziava ad essere percorso da qualche brivido di freddo, così gli raccomandai di uscire e stendersi al sole fino ad asciugarsi del tutto, anche se nella sua mente potevo leggere a geroglifici cubitali l'intenzione di tornare a rotolarsi nell'erba del giardino. Con uno sbuffo e un sorriso lo salutai ripromettendomi di andarlo a recuperare una volta uscita da lì, così mi ritrovai improvvisamente da sola ammollo nell'acqua limpida e profumata, cullata dalle onde che producevo muovendo le bracca nude: mi sentivo un tutt'uno con essa, mi immergevo e ruotavo su me stessa, avvitandomi e creando piccoli vortici. Una volta riemersa fino al busto tenni ancora gli occhi chiusi, ed ero talmente rilassata che non mi accorsi di non essere più sola fino a quando due calde e forti braccia non mi avvolsero e sentii un petto muscoloso appoggiarsi alla mia schiena. Stavo per scattare e respingere chiunque mi avesse disturbato quando d'un tratto percepii un profumo avvolgente: racchiudeva in sé le fragranze aspre ma dolci del cedro del Libano, le note delicate dei fiori di loto, e un non so ché di ferroso talmente inebriante che potei compararlo solo all'odore del sangue più buono che avessi mai sentito, talmente forte che mi parve di sentre il suo sapore sulla lingua, talmente eccitato da anestetizzare i miei sensi rendendomi inerme, con una piccante goccia di sudore a completare la miscela fatale: il profumo di Narmer si impresse in ogni mia singola cellula, e non l'avrei mai dimenticato.
Sentii le sue labbra sfiorarmi le spalle, salire sul mio collo inondandolo di delicati baci e facendomi rabbrividire. -Shh...- pure un suo debole sussurro sembrava sconvolgermi, ma non replicai; - Perché continui a sfuggirmi...- sussurrò con voce roca proseguendo nella sua lenta e dolce tortura -Perché non ti lasci andare...- arrivò alla mascella -Perché più scappi più mi fai impazzire dalla voglia di averti...- e mi girai lentamente verso di lui perdendomi in quelle pozze azzurre che mi avevano sconvolto l'esistenza dal primo momento in cui le avevo viste. Il suo sguardo era infuocato e penetrante quanto il mio, ma al posto di trasmettere brutalità e superbia sembrava perso ed estasiato dai miei occhi quanto io lo ero dai suoi. Restammo così, in silenzio, nudi petto contro petto per istanti, secondi, minuti, ore, chi lo sa; era un atmosfera bollente ed intensa dettata da una calma straniante, in pieno contrasto col battito furioso dei nostri cuori. Le sue braccia mi cingevano ancora dolcemente ma con sicurezza i fianchi, quasi temesse che potessi scappare da un momento all'altro; e se dapprima la mia intenzione era proprio quella, in quel momento non mi sarei mossa da lì nemmeno trascinata di peso. Mosse delicatamente le mani lasciandomi scie bollenti sul ventre, mentre scendeva ad accarezzarmi le cosce. Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare dal suo tocco e dalle emozioni che esso scatenava, inebriata dal suo profumo. Quando sentii il suo fiato caldo lambirmi la pelle del viso li riaprii di scatto, trovandomi ad un centimetro di distanza dal suo. Non so chi fu il primo dei due ad azzerare le distanze, fatto sta che un istante dopo le sue labbra erano premute contro le mie. Era un bacio casto, per niente simile a quello brutale che aveva cercato di darmi appena dopo avermi conosciuto, durò solo pochi secondi; ma quei pochi secondi bastarono ad accendere ogni mia singola cellula e a far scoppiare dentro di me un'energia inaudita... E mi avventai di nuovo sulle sue labbra.
Non era brutale questo, ma furioso! Potevo leggere nei suoi occhi la stessa lussuria che mi pervadeva mentre mi aggrappavo a lui e gli cingevo il busto con i fianchi, mentre lui esplorava e accarezzava con forza ogni centimetro del mio corpo, soffermandosi invece delicatamente sulle cicatrici della schiena, ma facendomi rabbrividire sempre di più dall'eccitazione. I baci vennero presto sostituiti da morsi voraci sempre più forti e carnali, il mio corpo ribolliva all'unisono col suo, sentivo la sua potente erezione premere sulla mia intimità mentre soffocava dei gemiti rochi tra le mie labbra, e ricambiai il favore della sera prima graffiandogli la schiena quasi a sangue addirittura, tanto che il mio ferreo autocontrollo era ormai sepolto sotto più strati delle sabbie del deserto, ma quando gli morsi per l'ennesima volta il labbro inferiore mentre lui mi mordeva quello superiore sentii il sapore inebriante del suo sangue mischiarsi col mio, e non ci vidi più: volevo il suo sangue, volevo il suo corpo, volevo il suo cuore: e volevo strappargielo dal petto in quel preciso istante.
FERMA! Non devi ucciderlo! La vocina di Kuma mi risvegliò dalla trance in cui ero caduta facendomi girare la testa per qualche secondo, il tempo necessario per staccarmi da lui e dal suo tocco bollente. Quando tornai al presente guardandolo negli occhi vi lessi una palese confusione mentre mi allontanavo e mi accingevo ad uscire dalla piscina: -Oh no, non azzardarti a scappare di nuovo o te la faccio pagare!- disse afferrandomi di nuovo e strattonandomi verso di sé. Subito mi liberai, e con il poco controllo che ero riuscita a recuperare dissi solamente: -Non voglio farti del male...- la mia voce era spezzata, parlavo a fatica e tradivo lo stupore, e il terrore che provavo in quel momento. -Non rovinare tutto- rispose stranito per le mie parole. Ma sentivo ancora il suo sapore ferroso sulle labbra che rischiava di farmi perdere di nuovo il controllo, e di sicuro leccandolo via lentamente ed eroticamente come stavo facendo non miglioravo di certo la situazione, né la mia né la sua.
-Ti prego...- riuscii a sussurrare implorandolo anche con gli occhi, leggendo nei suoi lo stesso stupore e la stessa confusione che infuriava in me. Raccolsi velocemente la tunica pulita e lui con un cenno rassegnato per la prima volta mi lasciò andare liberamente, seguendomi però con lo sguardo mentre correvo senza sapere dove stavo andando, ma dovunque purché fosse lontano da lui.

Spazio autrice:
Ciao a tutt***!!!!
Le barriere stanno crollando e la situazione si sta facendo calda direi...
L'ispirazione per questo capitolo mi è venuta ieri sera nel bel mezzo di un concerto punk-hardcore, giusto per confermare la mia notevole sanità mentale, quindi mi sono chiesta se cose del genere capitano solo a me; e a voi? Qual'è la situazione più assurda in cui vi è venuta l'ispirazione per scrivere?
Sperando che il capitolo vi sia piaciuto quanto mi sono divertita io a scriverlo,
Stay high!!

La Figlia Di SethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora