Capitolo 29

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Non avevo chiuso occhio, mentre Narmer al mio fianco dormiva della grossa, distrutto dagli sforzi estenuanti di quella giornata disastrosa.

Non avevo risposto nulla alla sua dichiarazione, avevo solo spezzato il silenzio che ne era seguito con un bacio, senza lasciar trapelare il terrore che mi aveva invaso.
Nar e Cris. Le uniche persone a parte mia madre e Kuma che erano riuscite a smuovere qualcosa dentro me; ma come al solito la mia corazza cocciuta mi aveva impedito di comprendere cosa fosse quel qualcosa.
Entrambi avevano ammesso di amarmi; anzi, la situazione era quel tantino più complessa: Cris amava me e Nar, il quale provava lo stesso per la sottoscritta, ed ero sicura che fosse innamorato anche della sorella, quantomeno di un amore fraterno. L'aggravante era che fossero promessi l'uno all'altra, e io ero la pirla che si era messa in mezzo, riflettendoci un altro motivo per farsi odiare dal pennuto reale. E che cazzo, come se non ce ne fossero già abbastanza.
E io? Bhe, io ero solo una stupida incasinata troppo occupata a non farsi ammazzare per potersi permettere di provare amore. A questo proposito, non potevo permettere a Nar di rischiare la propria vita per me; accettavo già a fatica che avesse partecipato alla battaglia quel pomeriggio, il fatto che affrontasse l'ira di un dio faccia a faccia al mio fianco era assolutamente fuori discussione, anche se dopo quello che avevamo passato insieme l'idea di separarmene mi squarciava il petto. Ma andava fatto. E a dirla tutta non me la sentivo di mettere in pericolo nemmeno Kuma. In effetti Bastet aveva un buffo senso dell'umorismo: donarmi un leone quando mia madre era una leonessa.
Ma ciò non cambiava le cose: era la mia battaglia, e dovevo affrontarla da sola.
Con uno schiocco della lingua richiamai l'attenzione di uno dei pipistrelli, stando attenta a non svegliare i due dormiglioni; questi si avvicinò a me, e lo istruii ordinandogli di trasportarli di nuovo a palazzo quando si fossero svegliati. Quanto a me, quando ciò sarebbe avvenuto sarei già stata lontana: avevo una meta, e avevo bisogno di risposte. Raccattai i brandelli di quello che rimaneva delle mie vesti ancora imbrattate di sangue cercando di annodarli in una sottospecie di gonnellina e una fascia a coprirmi il seno, indossando di nuovo i bracciali ai quali si agganciavano i miei pugnali. Un luccichio attirò la mia attenzione, che si rivelò essere quella che riconobbi subito come la spada donatami da mia madre, completa di fodero e cintura: ero pronta, e nuovamente armata fino ai denti.
Guardai quei due tesori per l'ultima volta, talmente stolti da cercare di starmi dietro, ma altrettanto rari e preziosi, per poi voltarmi iniziando il mio cammino orientandomi con le stelle.
Vuoi andartene da sola... Vero? Mi sorprese Kuma.
Torna a fingere di dormire, piccolo mio.
Col cazzo! Tu non te ne vai da sola! Morirai! E dove vorresti andare tra l'altro? Mi rimbeccò. C'è qualcosa che mi nascondi, sembra una donna ma è coperta dalla nebbia nella tua testa...
Tanto valeva mostrargliela o gli si sarebbe fuso il cervello a forza di cercare di scoprire chi fosse; così lasciai che i miei ricordi del limbo fluissero nella sua mente, e ne rimase scioccato, nonostante avessi percepito che prima o poi sarebbe arrivato da solo ad intuire di chi fossi figlia, anzi, alcune sue ipotesi erano assolutamente azzecate.
Adesso capisci perché sarebbe troppo pericoloso per voi? Domandai alla fine.
No, sei tu cocciuta che non capisci di avere bisogno di noi, da sola non ce la farai mai!
Stavo perdendo tempo prezioso, il cielo si stava rischiarando e rischiavo di non riuscire ad orientarmi con la luce degli astri che poco a poco si stava affievolendo; oltretutto di lì a poco Nar si sarebbe svegliato e addio buoni propositi di salvargli il culo. Dovevo trovare una soluzione in fretta: Non c'è più tempo Kuma, devo trovare mio padre il prima possibile, e devo farlo da sola; Osiride avrà già mandato qualcun'altra delle sue bestiacce ad attaccarmi, e comprendi che non riuscirò a tenerle a bada e a distruggerle se sarò occupata a difendervi! Io sono praticamente immune, sono riuscita a sopravvivere a non so quanti morsi di cobra e tutto il resto, ma voi non avete le mie stesse capacità... E non posso permettermi di fallire; non posso permettermi di... Perdervi.
Si accoccolò tra le mie braccia quasi avesse paura di poterlo fare per l'ultima volta, e d'istinto posai la fronte contro la sua. Per un istante i suoi occhi brillarono di una luce viola, mentre percepivo il legame che ci univa diventare ancora più forte. Perfetto, gongolò, ora riuscirò sempre a sapere dove sei, se stai male o sei in pericolo e a comunicare con te a qualsiasi distanza, e tu altrettanto con me!
Scossi la testa: Quantomeno hai accettato di lasciarmi andare da sola, sbuffai.
Scherzi? Dovrei perdermi la faccia del principino quando scoprirà che sei sparita? E poi senza te toccherà a me tenerlo a bada!
Inarcai un sopracciglio, scettica.
Eeeee va bene... Ammise, Non ce la farei mai a fermarti, e non ho intenzione di essere a meno di tre giorni di cammino di distanza dalla Valle dei Templi quando farai il culo a strisce a tuo padre!
Risi amaramente stringendolo ancora più forte: Abbi cura di te... E tienilo d'occhio, lui e anche Cris! Promettimelo!
Tu pensa a non farti ammazzare, piuttosto... Mi rimbeccò, E adesso vai, prima che io cambi idea e ti inchiodi qua!
Non me lo feci ripetere due volte: lo strinsi forte e poi diedi un leggero bacio a fior di labbra al principe che ancora dormiva indisturbato, prima di iniziare a correre via senza voltarmi indietro.

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