Capitolo 26

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La fredda luce dell'alba filtrava attraverso le tende mosse da una leggera brezza creando ombre rosate sulle pareti, accarezzandomi il volto ancora assonnato. Ci si stava un po stretti in quel letto sovraffollato, ma in quel momento spostarsi da lì non era tra le mie priorità; in qualche modo mi ero ritrovata Cris alla mia sinistra sdraiata sul fianco verso di me e Nar alla mia destra, che mi circondava la vita con un braccio, entrambi profondamente addormentati. Kuma si stava stiracchiando abbracciato alle mie ginocchia con gli occhi ancora chiusi, mentre un roco mormorio gli vibrava in gola.

Non vedo l'ora di iniziare questa giornata...
Lagnammo insieme.
La cerimonia sarebbe iniziata di lì a qualche ora con riti propiziatori all'interno del piccolo tempio di Iside a ovest del palazzo, per poi continuare all'aperto nel  pomeriggio, e proprio in quel momento sarei dovuta uscire allo scoperto e avrei dovuto rischiare di farmi uccidere.
Io e Kuma avevamo immaginato tutti i possibili scenari e pianificato ogni possibile via di fuga, ma quando mai qualcosa sarebbe andato secondo i piani? Meglio non pensarci, l'importante era restare vicini e assicurarsi che i principi restassero alla larga da me, onde evitare spiacevoli incidenti della serie "mi sacrificherò per lei". Non che mi importi più di tanto, ma preferisco essere perseguitata da mezzo Egitto piuttosto che dall'Egitto intero.
Smettila di fare la stronza senza cuore, tanto l'hanno capito anche le piramidi che tieni a loro.
Non è che tengo a loro... È che mi dispiacerebbe se morissero per colpa mia; replicai col pensiero.
Ci rinuncio, hai la testa dura come la Sfinge!
Puah! Alla Sfinge bagno il naso... O glie lo rompo.
Proprio in quel momento i due pigroni si svegliarono, e a quanto pare bastò loro mezzo sguardo per coalizzarsi contro di me e strapazzarmi come una bambola per il resto della mattinata.
E Kuma sei un traditore!

Purtroppo però arrivò il momento di alzarsi a malincuore dal letto e prepararsi. Cris e Nar andarono per primi: essendo membri della famiglia reale potevano assistere anche a parte dei riti preclusi al resto del popolo, così mi preparai con calma in compagnia del leone.
La sera precedente, prima di candare in camera di Cris, mi ero intrufolata di nascosto in armeria, ed avevo sottratto alcuni affilati pugnali e bracciali in metallo di protezione; il vestito era pieno di lunghi veli svolazzanti in lino, quindi non ebbi problemi a nasconderli sotto ad essi, con i foderi allacciati nell'interno di braccia, gambe e sandali. Curiosando avevo trovato anche delle punte di freccia metalliche con un anello il quale, al posto di fissarle al classico bastoncino di legno, le legava ad un nastrino di cuoio: probabilmente servivano come coltellini da lancio e il nastro per rotearle al fine di prendere lo slancio, ma presa da un'improvvisa ispirazione feci qualche treccina ai miei capelli, e intrecciai il nastrino alla fine di esse: erano decisamente favolose, e ruotando su me stessa producevano un piacevole tintinnio; anzi, a sentire Kuma sfregando tra di loro producevano addirittura scintille.

-Prenditi cura di lei, promettimi che la proteggerai-.
Ci trovavamo tutti su una grande terrazza lastricata di pietra bianca alla quale si accedeva tramite delle basse scalinate che si aprivano su un enorme spiazzo, il quale avrebbe raccolto tutti i fedeli della città. Sulla terrazza, che si affacciava dalla parte opposta direttamente sulle acque tranquille del Nilo era posto un grande altare sacrificale di marmo bianco, al quale avrebbero condotto i buoi e altri animali che pascolavano tranquillamente nei dintorni, inconsapevoli del fatto che quella sarebbe stata la loro ultima brucata. Avevo preso in disparte Nar strappandogli quella promessa coi denti, si vedeva che tramava qualcosa, ma ero troppo presa a guardarmi intorno alla ricerca di qualche segnale della presenza di un certo dio del cazzo e annessa famiglia divina per stare dietro agli aborti partoriti da quella nocciolina che si ritrovava al posto del cervello; confidai piuttosto nelle cattive intenzioni di quel pennuto di suo padre che me lo voleva levare di torno con la scusa di evitare che si bruciasse il gonnellino con le braci scoppiettanti che ardevano sull'altare di fronte a me.
Ero affascinata dal movimento di quelle languide fiamme tremolanti, alimentate da una leggera brezza proveniente da est; mi persi via a guardarle fino a quando non percepii accanto a me la presenza confortante di Cris che appoggiò la testa sulla mia spalla. Delicatamente le cinsi il fianco con un braccio appoggiando la mia testa sulla sua, in quello che voleva essere una specie di conforto.

Il battito ritmico di tamburi in avvicinamento annunciò l'inizio della cerimonia: la statua in legno dorato di Iside era portata su in baldacchino retto da schiavi che camminavano a tempo ed apriva la parata che aveva raccolto tutti i fedeli della città prima di giungere all'altare; ed insieme alla statua arrivò anche lo strano formicolio ghiacchiato che mi irrorava le ossa ogni volta che un dio nemico si avvicinava a me.
Ad un cenno di Dayn iniziammo a muovere i primi passi fluttuanti delle tradizionali danze cerimoniali dedicate all'accoglienza della dea, per poi aprire un varco al fine di farle raggiungere il piedistallo preparato per essa dietro all'altare.
Ero sempre più tesa, nonostante cercassi di sembrare serena e ingenua per non far allarmare la Somma Merda d'Uomo e il Pennuto Tifacciofuoriprimadidomani Reale.
I due, aiutati dal resto dei sacerdoti e novizi, iniziarono subito a spargere incensi profumati e a compiere riti per conquistarsi il favore di Iside, e poco alla volta si giunse al momento dei sacrifici, anticipato dall'ennesima danza cerimoniale. Era palese che quello fosse il momento che aspettavano per uccidermi.
Come se niente fosse iniziai a danzare: avevano curato ogni cosa nei minimi particolari, infatti la mia postazione era proprio davanti al suddetto altare cosparso di braci ardenti.
Con uno scatto improvviso Lena, come al solito davanti a tutti, si sbilanciò in quello che sembrava una momentanea perdita di sensi ma che di innocente e spontaneo non aveva niente, dando origine ad un effetto domino che nel marasma di corpi e veli mi fece finire schiacciata contro l'altare con il pericolo di cadere di schiena sulle braci. Lesto allora il Sommo Coglione mi prese per le spalle e mi schiacciò contro esse ridacchiando diabolicamente; le mie grida agghiaccianti si sparsero per tutto il piazzale: cazzo come faceva male! Sarei gurita in ogni caso nel giro di una notte, ma non ero del tutto immune al dolore, ero pur sempre un'umana. Quello che l'idiota non si aspettava era che avessi in ogni caso la forza di reagire, e accecata dal dolore afferrai la sua testa e la schiacciai sulle braci di fianco a me. Se possibile le sue urla furono ancora più agghiaccianti delle mie, ed ebbi appena il tempo di rialzarmi e scrollarmi di dosso le pietre incandescenti che erano rimaste attaccate alla mia pelle che con un balzo Kuma aggredì quella zoccola di Lena e azzannandola alla collottola la spinse sull'altare. Morì sul colpo. Volevano la loro ancella sacrificata? Eccola servita pensai, con gli occhi fiammeggianti di rabbia. Le guardie accorse cercarono di immobilizzarmi, tra le urla di chiunque.
Proprio in quel momento, in mezzo a tutto quel caos, percepii il freddo scorrermi nelle vene: i lapislazzuli degli occhi della statua di Iside si illuminarono, e all'orizzonte apparvero dei giganteschi falchi dall'aria minacciosa, che non a caso puntavano dritti dritti verso di me. Allo stesso tempo percepii dei sinistri sibillii; oh be fantastico, pensai, ci mancavano solo le vipere dal veleno mortale.
Si va in scena tesoro! Esclamò Kuma mentre scrocchiavo il collo cercando di ignorare il dolore alla schiena, ed estraevo due pugnali dagli avambracci pregustando già il sapore del sangue di quegli uccellacci del malaugurio.
-Nar! Porco Osiride porta via Cris da qui!- e al diavolo le raccomandazioni di Bastet di non bestemmiare contro il dio dei morti, tanto era già irato di suo contro di me, tanto valeva aizzarlo ancora di più e divertirmi un po'.
La piazza era ormai deserta, i fedeli, i sacerdoti e le ancelle erano scappati tutti, attorno a me restavano solo un gruppetto spaurito di soldati che non osavano avvicinarsi a me più di tanto, il faraone, il Sommo Sacerdote di Merda e i suoi più fedeli seguaci, e pure quel Sommo Idiota di Narmer testardo come un mulo, l'unico schierato al mio fianco a parte Kuma.
Quando i falchi si abbatterono su di noi iniziai subito con la carneficina: i miei pugnali trapassarono ossa, muscoli, piume senza distinzione come se fossero burro, ormai non capivo più niente e mi ero lasciata travolgere dalla mia perversa sete di sangue: intorno a me solo stragi, corpi e uccelli menomati. Kuma si era autoproclamato protettore di Nar, avendo compreso che non sarei nemmeno riuscita a riconoscerli, ed entrambi si erano defilati ai lati della battaglia, continuando comunque a combattere difendendomi. Quando anche le vipere attaccarono si aprì uno squarcio sul lastricato che ne inghiottì la metà, ma le altre riuscirono a superarlo. Avevano un solo obiettivo: io. La maggior parte riuscii ad infilzarle sugli spuntoni intrecciati ai miei capelli, ma alcune superarono le mie difese, mordendomi i polpacci.
Caddi in ginocchio, non riuscendo più a reggermi in piedi, il veleno era troppo forte. E pure Kuma e Nar, accorsi in mio aiuto, rischiarono di essere morsi.
Seth, pensai chinando il capo, se è vero che sono tua figlia, ti prego salva almeno loro!
Il solito tepore mi avvolse, e rialzai la testa di botto, richiamata da stridenti ultrasuoni. Uno stormo di giganteschi pipistrelli si catapultò su di noi, spazzando via cadaveri, serpenti e uccelli senza distinzione. Non avevo la forza di combattere anche loro, così percepii a malapena il tocco forte ma delicato degli artigli di uno di essi che mi sollevava e portava via; ebbi appena il tempo di vedere Kuma ricevere lo stesso trattamento, e Nar aggrapparsi a forza agli artigli di un altro, prima di essere trascinati lontano da quel  marasma di sangue, e di cadere nel mio oblio.

La Figlia Di SethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora