Capitolo 15

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Entra una signora con il camice bianco, sarà una dottoressa. "Buongiorno Jazmìn, sono venuta ad avvisarti che questo pomeriggio potrai già uscire dall'ospedale, ho chiamato il ragazzo di ieri perchè ti venisse a prendere, ha detto che non ci sono problemi e che verrà lui, va bene?"
Sono sconvolta. No, non va bene, non sono pronta per affrontarlo. "Si, va bene." Sforzo un sorriso.
"Bene, buona giornata." Ed esce.
Non voglio che mi faccia domande. Dio, però voglio il suo profumo che inonda le mie narici. Ehm no, ho pensato quello che ho pensato? No, stavo sognando sicuramente.
Un'altra cosa che vorrei è sentire il sapore delle sue labbra, sentirle muovere sulle mie...
Oddio no! Che cazzo penso!? Basta con questi pensieri, anche se non sarebbe male avere il sapore delle sue labbra sulle mie, mlmlml. Ehm basta. Vado a farmi una passeggiata quando sarò a casa, questo troppo bianco della stanza mi dà alla testa sicuramente. Non posso permettermi di amarlo, lui non amerebbe me. E finirà così, tutte le cose belle finiscono. E io non posso permettere di perderlo per sempre, lo voglio nella mia vita ora e sempre!

Sono le 17 e aspetto Ryan. Non so di cosa parleremo, ho pensato alle domande che lui mi potrà fare, ma niente. E se lui mi sbattesse al muro e mi baciasse? Basta con questi pensieri! È da tutto il santissimo giorno che penso a quelle labbra da baciare possibilmente da me. Ma è il colmo! Mantieni la calma! Lascia stare il cuore, pensa con il cervello che è meglio. Giusto. Il cervello.
Intravedo il suo ciuffo nero, eccolo sta arrivando, aspetta dietro di lui c'è, no, mi sento morire perché ha portato quella con lui? Gabriella è dietro di lui che gli tiene la mano, quella che fino a ieri era intrecciata alle mie dita. Mi manca l'aria, devo uscire, ma per prima cosa devo fare finta che non mi importi niente di loro due.
"Ciao Jazmìn, ho saputo del tuo incidente, sai mi dispiace che non ti abbiano preso a pieno, ehm cioè, volevo dire che mi dispiace che tu sia finita in ospedale." Si certo, come no, avrebbe preferito che fossi morta così si sarebbe sbarazzata di me completamente. Quanto si può odiare una gatta morta come questa. Certo, è più carina di me, ha più tette e più culo di me, poi è magra, bionda, si sa che le bionde attraggono gli uomini morti di figa. Tutta la scuola diceva che era la più puttana della scuola, beh, ci credo, porta una minigonna più corta delle mie gambe, e io non sono tanto alta.
"Andiamo ti riporto a casa." dice Ryan.
"Amore mio, non dai la notizia alla tua migliore amica?" dice la gatta morta, ehm cioè la puttana, cioè Gabriella.
"Non sono più la sua migliore amica." Le parole sono uscite da sole, giuro.
Lui sgrana gli occhi, uhuhuh l'hai colpito nella parte più debole Jazmìn, vai così!
"Possiamo andare a casa per favore, almeno vi lascio da soli e continuate quello che avete dovuto interrompere?"
"Si andiamo, dai Ryan muoviti." Inizio a camminare veloce, le gambe me le sento molli, anzi, non me le sento proprio. Sto male per quello che ho detto, ma se lo è cercato.
In macchina nessuno dice niente, solo quando scendo Ryan mi dice "Ci vediamo domattina, passo a prenderti alle otto meno venti."
"No Ryan, ho delle gambe da poter usare." dico.
"Farai tardi, non è mica dietro l'angolo la scuola."
"Ho detto no! Mi farò una camminata,ciao e grazie del passaggio."
"Ciao imbranata." Dice Gabriella.
"Ciao puttana." Replico
"Ciao Jazmìn." Ha la voce debole, sta male, lo so. Ma non mi deve importare.
"Ciao Ryan."
Con le lacrime agli occhi entro in casa.

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