Capitolo 46

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Ryan Pov's.

Quando la madre di Jazmin ha chiamato il padre io ero a casa sua spiegandogli cosa fosse accaduto a scuola.

La madre ha chiaramente detto di non volere una figlia simile e l'ha scaricata al padre come d'altronde ha sempre fatto quando qualcosa di Jazmin non le andava bene.

Il padre ha deciso di andare a prenderla da scuola.

Io, Lucas, Jennifer, Marco, la compagna del padre di Jazmin, e il figlio di Jennifer e Marco di soli due anni, decidiamo di organizzare una festa di bentornata.

Avrò anche una possibile occasione di parlare con Jazmin dato che è talmente cocciuta da non ascoltarmi.

Spero mi ascolti, altrimenti, conoscendola come è fatta, probabilmente non mi parlerà per due o tre mesi. E lei ne è capace.

"Buonasera!", entra Jazmin sorridente ma appena mi nota il suo viso prende una forma rigida, come se mi volesse rimproverare.

"Sera", rispondiamo in coro tutti.

Subito va a salutare la compagna del padre e poi sua sorella con il bambino e gli altri, infine me.

"Ciao", dice per niente felice.

"Ciao, son contento per te", dico sinceramente sorridendole.

"Lo sono tutti, grazie", risponde irritata dalla cosa che ho detto.

"Sorellina, vieni qui", la viene a prendere sotto braccio Jennifer.

Jazmin mi guarda e capisco che sta cercando di chiedere scusa se sua sorella ha interrotto la nostra conversazione portandola via da me.

"Ryan, devo parlarti assolutamente", mi dice il mio ex migliore amico Lucas mettendomi una mano sulla spalla quando sono girato di spalle guardando Jazmin sorridere.

"Cosa vuoi Lucas?", sbotto girandomi.

"Parlarti in un posto privato, ci sono troppe persone", dice guardandosi attorno e lo faccio anche io, notando che tutti ci fissano.

"Okay, ma sbrigati", sbotto.

"Andiamo in camera mia", dice facendomi segno di seguirlo.

Arrivati in camera mi dice di sedermi e lo faccio sulla sedia mentre lui lo fa sul letto.

"Che devi dirmi?",chiedo dopo minuti di silenzio.

"È difficile", sospira passandosi una mano tra i capelli.

"Parla Lucas dai", sbuffo dato che non parla ancora.

"Vedi ciò che ti devo raccontare e molto difficile da spiegare, ieri ho litigato con mia madre e mentre stavamo parlando mi ha detto che tu sei mio fratello cioè, nostro fratello mio e di Jazmin", dice tutto d'un fiato.

"Stai scherzando vero?", chiedo e lui scuote la testa con occhi lucidi.

"Dio no", mi prendo la testa tra le mani.

"Non è possibile!", urla una voce alle mie spalle. Jazmin.

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