Capitolo 18

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Arriviamo all'aereoporto e sono le 19:45, fortunatamente siamo in anticipo, l'imbarco inizia dalle 20 alle 20:30-fino a quando partiamo.-
Papà mi abbraccia come se stessi andando via per tre mesi, beh, teoricamente non so per quanto tempo resterò da nonna, almeno fino a quando non avrò le idee chiare. Spero davvero che Ryan non mi cerchi. Tanto non lo farà, quando mai un ragazzo ti cerca dopo che avete litigato? Ehm mai.
"Papà non starò via tre mesi, non fare il drammatico."
"Ehm, principessa, devo dirti una cosa importante."
"Scommetto che hai litigato di nuovo con mamma." Sbuffo.
"Che? No no, tua madre non centra."
"E allora cosa?"
"Vedi principessa, tu sai che papà è sempre stato alla ricerca di una persona che lo amasse e che lui potesse amare, vero?" Ho già capito tutto, ma mi piace vedere mio padre in difficoltà, non capita mai
"Papà, non sono una bambina, non girarci intorno, arriva al dunque."
"Mi sono fidanzato con una donna di cui mi sono innamorato." Dice tutto d'un fiato. Scoppio a ridere. "Principessa, cosa c'è da ridere?" Sembra confuso e triste.
"Tranquillo papà, non rido per quello che hai detto, ma per come lo hai detto. Sono contenta per te, era ora che ti fidanzassi. Spero ti renda felice e che tu la renda felice."
"Principessa, fidati che io e lei insieme siamo felicissimi." Sorride. È innamorato, lo capisco dai suoi occhi come brillano quando parla di lei. "Pensavo che la prendessi male."
"Non potrei mai prenderla male, sono solo contenta per te, finalmente sorridi come prima."
"Che intendi dire?" Sembra confuso.
"Il volo per Milano è pronto per l'imbarco." Dice una voce che esce dagli altoparlanti.
"Intendo dire che i tuoi occhi si sono illuminati appena mi hai parlato di lei. Ora vado, ciao papà." Lo saluto con un bacio sulla guancia senza aspettare repliche. Sono contenta per lui, dopo tanto tempo è ritornato la persona che era prima, ho sempre avuto paura che lui rimanesse solo a vita e questa cosa mi faceva star male, non volevo rimanesse solo, ma adesso... Cazzo, vado a sbattere contro un corpo. "Mi-mi scusi." Che imbranata! Stavo pensando a papà e non ho visto dove camminavo.
Alzo lo sguardo e mi perdo in un paio di occhi azzurri come il mare, così fottutamente intensi. Mi rendo conto di stare incollata al suo corpo a fissarlo negli occhi quando lui fa un passo in dietro e si passa una mano tra i capelli biondi, lo guardo dalla testa ai piedi senza dire una parola. Mi mordo un labbro, è strepitosamente sexy, sembra uscito da una di quelle riviste di modelli sexy. Tiro talmente forte il labbro che solo quando lo sconosciuto mette una mano sotto il mento per far togliere il labbro da sotto i denti. Ancora non parlo, rimango a fissarlo negli occhi quando mi ricordo che ho un volo da prendere. Faccio un passo indietro involontariamente. "Scusa." Dico. Non sapevo che altro dire. Giro sui tacchi, cioè scarpe da ginnastica e esco per prendere l'aereo. Cazzo che occhi che aveva. E quel fisico, cazzo, era da mangiare giuro.

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