Capter twenty-nine

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" lo so che sono ingrassata un sacco, ma è per via dei miei problemi famigliari... " mi giustifico e abbasso lo sguardo.

" no, ma scherzi vero? Sei scheletrica... " balbetta Sof, facendomi fare un giro su me stessa.

Rimango diffidente e corro in bagno per vomitare la colazione di oggi.

È evidente che mi ha visto ingrassata, ma non ha avuto il coraggio di dirmelo.

Mi appoggio al lavandino del bagno delle ragazze e chiudo la porta, così la gente smetterà di seguirmi anche al cesso.

***

Dopo aver finito, arrivo in classe e di nuovo tutti gli occhi puntati su di me.

" che avete da guardare? " grido, per poi andare al mio posto e cominciare a seguire la lezione.

***

Finalmente la campanella dell'intervallo suona e io mi dirigo alle macchinette per prendere qualcosa di dolce.

Dopo aver mangiato quattro pastarine e due pacchetti di patatine, mi sento venire gli sforzi della nausea.

Ho mangiato molto velocemente e ora sento il bisogno di espellere tutto ciò che ho messo dentro.

***

La campanella dell'intervallo suona e io mi affretto ad uscire dal bagno.

Non sono stata per niente con i miei migliori amici, penso che ora gli farò schifo.

Sono diventata grassissima, in questi giorni mi sono ingozzata e di certo non sono stata bene.

***

Finalmente le lezioni finiscono ed io torno a casa il più velocemente possibile, per non incontrare i miei amici, se così si possono definire.

Apro la porta e trovo Jacob che cucina in mutande, mentre mia mamma é stesa mezza nuda sul divano.

Senza pensarci due volte, corro in camera e mi ci chiudo dentro, di modo da non vedere cose sconce.

Faccio velocemente i miei compiti e poi esco dalla finestra per fare una passeggiata.

Infilò i miei auricolari e ascolto un po' di musica, per tranquillizzarmi e per pensare.

Mi siedo su una panchina e mi riposo, in questi giorni sono stanca, senza forze e debole.

Non so cosa mi stia succedendo, ho conosciuto molte persone, ma allo stesso tempo le ho perse tutte.

Sento le lacrime affiorarmi gli occhi e un senso profondo di vomito si fa sentire, sempre più forte.

Corro verso casa, mettendoci tutte le forze rimaste per trattenermi e, una volta arrivata, mi lascio andare.

Mia madre entra in bagno correndo e mi film a con lo sguardo.

" che cazzo stai facendo? " si appoggia allo stipite della porta.

" non si vede? " esclamo acida.

" tu ora vai all'ospedale! Subito! " si mette le mani tra i capelli come una disperata.

" il motivo? Non ho bisogno del tuo aiuto, ormai ho imparato ad arrangiarmi! " sbraito e mi alzo per sciacquarmi il viso.

" ora vestiti, ti porto in un ospedale! " strilla ed esce.

Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora