Antiqua - Res Obsoletae 2° libro della saga di "Antiqua"

Capitolo II ° Quando crolla un amore-parte prima

Gabriel, improvvisamente, lasciò la casa, mormorando delle scuse.

Potevo osservarlo dalla finestra, mentre fissava le rose della zia Margie, sfiorandole con le dita.

Quelle candide rose...

Come se fosse avvolto da chissà quali ricordi.

La malinconia non lo aveva mai abbandonato da quando lo avevo incontrato, ma, ora, sentivo che la sua forza stava per cedere.

Questo non avrei mai potuto permetterlo.

Tornai, perciò sulla mia decisione di mantenere il riserbo.

Lo raggiunsi in giardino.

Quando lo vidi, non potei fare a meno di chiedergli:

" Gabriel, ma che cosa ti è successo ?

Non sei più tu.

Non sembri più neanche la stessa persona che ho conosciuto, prima della battaglia contro il Caos.

È stata lei ?

Isadora...

Ti ha sconvolto la mente ?

Io...

Io non so più che cosa pensare.

Rimanere sulla terra ti ha trasformato in un uomo, ma quali altri terribili cambiamenti sono avvenuti in te ?

Sei assente.

È come se vivessi in un altro mondo.

Lontano anni luce.

Così distante...

Anche da me.

Non ti ho mai visto così abbattuto.

Ho sempre pensato a te come ad un uomo in grado di saper gestire qualunque situazione, anche la più dura.

Ma ora...

Sei diverso.

Se non mi avessi descritto la Voragine Nera, in modo così terrificante, giurerei che tu abbia il desiderio di fare ritorno proprio là.

Sembrerebbe che tu non voglia rimanere sulla terra.

Hai davvero nostalgia di quel mondo senza luce?".

"Senza luce, dici?".

Sorrise, espirando con forza, con uno sguardo dolcissimo, perso nel vuoto.

Chinò la testa, appoggiando il mento vicino alla spalla sinistra.

"Tu non sai quello che dici...".

Poi, socchiuse per un momento gli occhi.

Restò un attimo in silenzio, quindi si rivolse a me, direttamente.

Questa volta era come se parlasse all'amica più cara.

"Angie, qualunque persona che abbandona un porto, lascia dietro di sé qualcosa...

O...

Qualcuno.

Le avevo promesso che ti avrei salvata a qualunque costo.

Il mio dovere mi imponeva, inoltre, di salvare il mondo dal Caos.

Non hai idea di quale sofferenza sia stata per me, separarmi da lei.

Ma poi ti ho vista, alla stazione.

Ti sei mai chiesta per quale motivo ti ho sorriso, fin dal primo istante in cui ci siamo incontrati ?

Scuotevo la testa perché non credevo ai miei occhi.

Non potevo credere che tu le somigliassi tanto.

Sei il suo ritratto.

Guardando te, era come posare il mio sguardo, ancora, su di lei.

Era come non averla mai lasciata...

Era come se il mio dolore per il distacco si fosse, anche se di poco, affievolito.".

Prese i miei capelli fra le mani.

Me li accarezzò lungo tutta la loro lunghezza, con estrema tenerezza.

"Siete identiche.

Me la ricordi così tanto.

Gli stessi capelli.

Gli stessi occhi...

La mia Angelique...".

Scandì quel nome, con una tale intensità, da lasciarmi senza fiato.

Era come se il mondo mi crollasse addosso.

La"sua"...

Angelique?

Lui continuò a parlare:

"Non hai idea di che cosa ho provato, stringendoti, nel bosco.

Ti ho tenuta stretta per quel lungo, infinito momento.

Avete perfino lo stesso profumo.

Non riuscivo a lasciarti andare.

Era come separarmi da lei, una seconda volta.".

Rimasi come pietrificata.

Non sapevo come ci si sentisse quando crolla un amore.

Ma provavo una sensazione di freddo, di immenso vuoto.

Mi sentivo così sciocca per aver frainteso ogni suo gesto, ogni sua parola.

Ma come era possibile che avessi equivocato tutto ?

Gabriel seguitò, ripetendo la mia frase di poco prima:

"Un mondo senza luce, dici?

Angie, tu non capisci...

Quello, per me, non è mai stato un mondo senza luce, perché è illuminato dalla sua presenza.

È sempre stata lei la mia luce.

L'unica stella luminosa, in un mondo in cui regnano le tenebre.

L'unica mia fonte di gioia.

So che non potrei vivere un solo minuto senza di lei.

Mai.

In questo, la tua presenza mi ha aiutato moltissimo.".

Riuscii solo a sillabare, con la voce rotta dal rimpianto.

"Ma...

Io...

Io ti amavo...".