Capitolo I ° Quale vittoria ?

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Gabriel era rimasto in terra, appoggiato sui gomiti.

Guardava, disperatamente, il punto esatto in cui le figure di Juan e di Isadora erano completamente svanite, ingoiate dalla Voragine Nera.

Non aveva avuto né il tempo né il modo di cambiare quello che aveva deciso Juan.

Corse verso di loro, veloce, ma non abbastanza.

L'ombra dell'eclissi sulla terra era sparita e, con essa, i contorni delle loro forme.

Appoggiò il mento al petto, chiudendo gli occhi.

Sospirando, incredulo.

Io, dal mio canto, non sapevo ancora spiegarmi quello che era accaduto.

Tutto si era svolto troppo in fretta.

Avevo Gabriel, si...

Ma a quale prezzo ?

Avevo perso Juan, per sempre.

Ero rimasta accasciata, in terra, come nell' istante in cui mi aveva confessato il suo amore.

Aveva avuto il coraggio di rivelarmelo solo in quel momento estremo e subito dopo, avevo assistito, impotente, al suo sacrificio.

Quale vittoria sarebbe stata quella ?

Sarebbe stata solo quella di Isadora, cioè del Caos, di nuovo, come allora, nei lontani secoli bui del medioevo.

E mi tornarono in mente le parole dei due saggi, nostri antenati, quando la traduzione di Juan, dal latino, mi spiegò:

"Occorre molta audacia per ribellarsi al Caos, ma quell'entità oscura, che avevamo esiliata, lontana dal mondo, non tardò a vendicarsi, perché, da allora, le nostre vite, non furono più le stesse ed il nostro animo rimase sconvolto, per sempre".

E, di nuovo, si sarebbe ripetuto lo stesso, identico castigo.

Quanto grande sarebbe stato il peso da portare del mio egoismo.

E quanto immenso l'amore di Juan ed il suo sacrificio altruistico e disinteressato.

Per lui non aveva senso parlare di amore per sé stesso, perché pensava solo al vero bene della persona amata.

A lui sarebbe interessata solo la mia felicità, senza valutare la vita che lo avrebbe atteso, senza pensare minimamente a sé stesso.

Lui metteva sempre e solo la mia incolumità, la mia tranquillità e la mia gioia, ai primi posti, nella " personalissima scala delle sue priorità ".

Quanto mi sentii inerme ed egoista.

Mi aveva donato il bene più prezioso, per me: Gabriel.

Ma non riuscivo ad esultare per questo.

Si era spenta, per sempre, la purezza dei suoi occhi , la sua grande generosità.

Juan, così ricco di quella gentile mitezza.

Il ragazzo più disponibile, più timido e riservato, che avessi mai conosciuto, aveva deciso di sacrificarsi per il mio cieco egoismo.

Non mi meravigliava che il Caos, entità oscura, fosse stato

completamente annientato e neutralizzato dalla straordinaria bontà di quel ragazzo.

Gabriel mi venne incontro e mi aiutò ad alzarmi.

Antiqua -  Res Obsoletae 2° libro della saga di  "Antiqua"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora