Epilogo

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Eravamo tornati sulla Terra.

Tutto era come lo avevamo lasciato.

Nessuna sorpresa.

I giorni trascorsi in quell'ultimo periodo sembravano essere così lontani, eppure così vicini.

Avevo con me l'ampolla, che mi aveva donato Delirio.

Miracolosa, perché avrebbe fatto uscire dallo stato catatonico, mia madre.

Juan mi era accanto e mi cingeva le spalle.

Sapeva quanto poteva essere difficile, per me, tornare in quell'ospedale.

Rivedere quella terribile visione.

Volevo farlo al più presto.

Ripercorsi il viale di accesso, ma, questa volta l' uomo stupendo, che mi era vicino, mi faceva sembrare tutto molto più facile dell'altra volta.

Le condizioni di mia madre non erano variate.

Giungemmo al secondo piano ed entrammo nella stanza, di fronte al letto n° 22.

Nascosi il mio viso sul petto di Juan.

Il ricordo dell'ultima mia visita era, per me, troppo penoso.

Lui prese la fiala e me la mise nella mano destra, stringendola, insieme a me.

Socchiuse gli occhi, abbassando di poco la testa e accennando un sorriso.

Quel gesto mi infuse il coraggio che mi mancava.

Aprii, tremante, l'ampolla.

Quindi ne versai tutto il contenuto sulla fronte candida di Emily Doyle.

Mi abbassai su di lei e le sussurrai, accarezzandola:

"Ti avevo promesso di riportarti in vita, mamma.

Tornerai da me.

Presto.

Ne sono sicura.".

Ma, nei secondi che seguirono, non successe nulla.

Abbracciai Juan con disperazione.

Lui mi tenne stretta.

Avevo fatto male a fidarmi di Delirio.

Già, perché avrebbe dovuto aiutarmi, dopotutto?

Che idiota ero stata, era pur sempre il Re del Popolo delle Tenebre.

Lasciai l'abbraccio con un gesto di stizza, serrando le labbra e condannando, in tal modo, la mia estrema ingenuità.

Mi girai verso quella finestra, sperando di poter ascoltare, di nuovo, come allora, la voce di mia madre.

Portai le mani sopra la testa come a volermi nascondere, come se volessi evadere da quell'ospedale maledetto.

Ed ancora avvertii, come quella sera, l'ululato del vento, fortissimo, che fischiava attraverso le cime degli alberi.

Tutto era come allora.

Tranne per il fatto che non ero da sola.

Juan mi venne vicino e mi prese la mano, rincuorandomi, a bassa voce:

"Le ho visto muovere una mano.

Vedrai, andrà tutto bene.".

Ero ancora voltata, quando ascoltai la sua voce flebile.

Il suo tono era simile all' altra volta, ma, al posto del nome "Delirio", dalle labbra bianche di mia madre, uscì il nome più dolce al mondo, detto da lei:

Antiqua -  Res Obsoletae 2° libro della saga di  "Antiqua"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora