Capitolo X°- Le cose che realmente contano-parte prima

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Avevo visto l'immediato futuro.

Probabilmente, se mi fossi mossa per tempo, sarei giunta poco dopo che Gabriel si era allontanato, in tutta fretta, per inseguire le Ombre.

Non potevo permettere che Juan rimanesse da solo.

In quelle condizioni sarebbe stato una facile preda per chiunque.

Dunque, come per l'antica, epica battaglia contro il Caos, sarebbe stata, ancora una volta, la luce ad avere la meglio su di loro.

Già, un po' difficile procurarsela nella Voragine Nera, così maledettamente oscura.

A meno che non ci fossimo rifugiati vicino ad una delle fonti luminose.

Gabriel aveva detto che fin quando fossi rimasta sotto la Fontana della Luce, sarei stata al sicuro.

Mi portai una mano alla fronte per pensare.

Dovevo escogitare qualcosa.

Ad un tratto vidi che la mia mano, che aveva toccato più volte l'acqua, sgorgante dalle bocche dei mascheroni, aveva assorbito la sua luce.

La rigirai più volte.

Era intensamente illuminata...

Brillante...

E se...

Un'idea folle si fece strada nella mia mente.

Se mi fossi immersa, completamente, in quell' acqua, sarei stata luminescente, tanto da essere invisibile a qualunque creatura oscura.

E se fossi riuscita a portarne una certa quantità a Juan, sarebbe stato salvo anche lui.

Solamente in quel modo, saremmo potuti passare inosservati, fino a raggiungere un'altra fonte di luce ed aspettare lì l'intervento di Gabriel.

Tante erano le fontane luminose, in quel luogo, me lo aveva rivelato Candore.

Ma come fare ?

Dove mettere l'acqua ?

Mi accasciai in terra.

Seduta, accanto alla fontana.

Ad un tratto, vidi scendere, da una collina vicina, un vecchio, che si appoggiava ad un bastone.

Aveva una barba bianca, lunga ed un incedere lento, attento, per la paura di poter cadere.

Sembrava solo.

Ma, mi accorsi solo dopo che, avanti a lui camminava un cane.

Aveva le caratteristiche di un Golden Retriver, chiaro dorato, a pelo lungo.

Forse non era proprio di razza pura.

Le orecchie cadevano giù ai lati del muso.

Un muso dolcissimo.

Non era giovane nemmeno lui.

Si capiva dal suo passo incerto, ma, nonostante questo, si voltava, di quando in quando, per assicurarsi che il suo padrone lo seguisse.

Se, per qualche asperità del terreno, l' anziano signore rallentava il passo, il cane si fermava ad aspettarlo.

Ad un certo punto, sembrò che il vecchio perdesse l' equilibrio.

Forse perché le sue deboli membra avevano ceduto o forse perché aveva messo male un piede.

Il Golden Retriver, vedendolo in difficoltà, tornò indietro.

Gli si mise accanto, infilò il muso sotto al suo braccio.

Socchiuse gli occhi, allungando il collo verso il suo padrone, lambendo, con la lingua, il viso di lui.

Quindi lo aiutò a rialzarsi.

L'uomo si mise a ridere:

" Fides, mi fai il solletico.

Dolce cagnolona!".

Non avevano fretta né impegni, evidentemente, perché la accarezzò a lungo.

" Beata età...".

Pensai.

Si corre per tutta la vita.

Il tempo sembra non bastare mai.

Sembra non essere mai a nostra disposizione.

E vorremmo averne di più, solo per correre ancora.

Per arrivare, velocemente, poi...

Chissà dove.

E quando si giunge, alfine, alla vecchiaia, le ore della giornata sembrano dilatarsi.

Le ore della notte sembrano non finire mai.

E, questo accade in un momento, in cui dovremmo sapere di essere giunti alla fine.

Quando, ormai, il tempo a nostra disposizione è talmente esiguo.

Eppure, quel poco che rimane, paradossalmente, sembra lievitare, sembra molto più lungo.

Quanto cambia tutto.

Il nostro corpo non asseconda più i nostri desideri.

E, così, si comincia a vivere, minuto per minuto.

E, finalmente, ci viene data la possibilità di fermarci, per un attimo.

E non per districare problemi od assolvere chissà quali impegni.

Ma solo per il gusto di godere fino in fondo delle piccole cose, che normalmente, nelle altre età, ci sfuggono.

Ed è questa la meraviglia della terza età.

Irragionevolmente, quando si è giunti vicino al traguardo della propria vita e si è convinti di avere ancora poco tempo, è proprio allora che ne abbiamo di più.

Un tempo tutto nostro, da utilizzare appieno, assecondando i nostri più profondi desideri.

I nostri veri bisogni.

E quella coppia si era fermata solo per scambiarsi quei gesti di affetto, a cui , in altre età , si dedica così poco spazio, distrattamente.

Ancora non si erano accorti di me.

Appena mi furono abbastanza vicini, la cagnetta mi corse incontro scodinzolando.

" Ciao bella ... ".

Le dissi, accarezzando il suo pelo morbido.

Fides ritornò verso il suo padrone.

Non lo lasciava, nemmeno per un solo attimo.

" Mi scusi, non mi sono presentato ".

L'anziano signore mi fece il gesto del baciamano.

Rimasi piacevolmente stupita.

C'è una prima volta per tutto e mai nessuno, ancora, mi aveva baciato la mano.

Lentamente, si mise a sedere accanto a me.

Dallo spazio delle illusioni: Dopo il video l'immagine di Fedeltà.

Antiqua -  Res Obsoletae 2° libro della saga di  "Antiqua"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora