Capitolo IX° Il Momento- parte prima

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Quale effetto mi avrebbe fatto rivedere Juan ?

Ero sicura che la mia reazione sarebbe stata incontenibile.

Ne ero certa perché il pensiero di rivederlo, anche se solo attraverso il riflesso dell'acqua, mi faceva accelerare i battiti del cuore.

Riflettei, per un attimo.

Quindi mi passai una mano fra i capelli ed esitai, aspettando per un attimo.

Ma perdere del tempo prezioso era un lusso che non mi potevo concedere.

Allora, allungai la mano verso lo scroscio brillante ed argentino, che usciva dal bassorilievo del bambino.

Il mascherone del futuro.

Era giunto il momento di rivederlo, finalmente.

Il momento...

Può un unico momento cambiarti la vita ?

Può un momento essere talmente intenso da sconvolgere i tuoi pensieri, fino a farli correre all'impazzata verso nuovi orizzonti, verso nuove prospettive ?

Di quanti momenti così è costruita la nostra vita ?

Non credo da molti.

Questi momenti sono unici, irripetibili...

Straordinari.

Sentii l'acqua fresca toccarmi le dita.

Ero felice, ma la mia gioia non durò per molto.

Rimasi annientata da quello che mi apparve.

Vidi Juan, si, ma, a stento, riuscii a riconoscerlo.

Era visibilmente dimagrito.

Sembrava abbandonato a sé stesso.

Era seduto, accasciato su una roccia, la testa abbassata e le lunghe braccia appoggiate sulle ginocchia.

Vinto.

Come quando si è stanchi di vivere.

Come quando ci accingiamo ad intraprendere una battaglia che abbiamo già perduto, ancora prima di lottare.

Come quando la vita stessa non ha più nulla da offrirci né noi da offrire a lei.

E niente e nessuno può destare, mai più, il nostro interesse.

Era solo ed indifeso.

Il mio istinto era quello di correre da lui, per stringerlo fra le braccia, ma mi frenai, mio malgrado.

Non conoscevo nemmeno la strada da percorrere per giungere da lui.

Avrei dovuto ricevere maggiori indicazioni.

Che differenza con il professore di storia, che ricordavo.

Ed era trascorso così poco tempo...

Quando, mi aveva tradotto, con affascinante naturalezza, il libro che mi avrebbe potuto salvare da Isadora.

Sicuro di sé stesso, quasi invincibile.

Quando, insieme, ci eravamo scontrati contro il Caos, tra le rovine del castello medievale.

Mi faceva male vederlo abbattuto.

Non potevo sopportare che stesse così, solo per colpa mia.

Trattenni le lacrime a stento.

All'improvviso, cambiò la scena.

Vidi, di nuovo Gabriel che partiva alla ricerca di Juan.

Si fermò a parlare con Candore.

" È nascosto nella Palude Nebbiosa, dici ?

Bene, ottima scelta.

Lì, il tempo scorre meno velocemente, annebbiato dalle coltri del fumo denso.

In questo modo, gli effetti negativi che la Voragine Nera provoca, negli esseri umani, vengono rallentati.

Ed, inoltre, la nebbia gli offre un buon nascondiglio alla vista, non proprio acuta delle Ombre.

Di sicuro, qualche Creatura di Luce lo avrà consigliato".

La bambina rifletté ad alta voce:

" Certo.

Qualcuno deve averlo aiutato.

Altrimenti, come avrebbe potuto conoscere il passaggio di pietre, all'interno dell'acquitrino, indicato dal ramo più corto del tronco cavo, secco, foggiato a forma di grande mano ? ".

" Già, sicuramente è stato condotto lì da qualcuno che conosce la strada e sa perfettamente che, dopo tutto questo tempo passato nella Voragine Nera, Juan è diventato, ormai, completamente, cieco.

Non avrebbe mai potuto farcela da solo.

Non c'è un minuto da perdere...

Tu aspettami da Angie.

Mi raccomando... ".

Si fermò, alzando l'indice destro:

" Fai in modo che lei non lasci assolutamente la Fontana della Luce.

Non appena troverò Juan, lo accompagnerò da voi.".

Quindi era diventato cieco...

Come avrebbe potuto farcela senza nessuno accanto ?

Era in gamba, questo si, ma non avrebbe potuto resistere a lungo.

Sentivo che, dentro di me, nemmeno io avrei retto la situazione per tanto tempo.



Antiqua -  Res Obsoletae 2° libro della saga di  "Antiqua"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora