Mi ami anche conoscendo la parte peggiore di me

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Ci eravamo leggermente attorcigliati durante la notte, Justin ad un certo punto si era ritrovato a metà su di me prima che lo svegliassi e lo spingessi via. Non era però passata nemmeno un'ora che il mio sonno felice fu interrotto da Justin che mi pungolava la guancia. A quanto pare, durante il mio stato d'incoscienza, mi ero tirata tutto il piumone dalla mia parte. Il mio corpo si era rannicchiato nelle coperte lasciando lui in mutande,al freddo. Tirò con forza il piumone. Una volta uscitone vittorioso, avevo riscaldato la sua pelle fredda mentre ci riposizionavamo e coccolavamo nel letto rimanendo faccia a faccia. Le mie dita avevano sfiorato la sua guancia, il nero pece della stanza mi costrinse a scoprire il suo sorriso con l'unico metodo che avevo a disposizione. Justin ridacchiò assonnato quando premetti il pollice contro il suo naso.Ero distesa di schiena, lui sul torace con il braccio fermo sulla mia pancia, le dita aperte che stringevano leggermente il mio fianco. Anche nel sonno non mi avrebbe permesso di allontanarmi troppo.Girai la testa verso destra sul cuscino, stringendo il braccio intorno al corpo che si stava divincolando nel mio abbraccio. I miei occhi rimasero chiusi, sperando di poter cadere di nuovo in un sonno piacevole, ma la mia ricerca di ulteriore riposo si rivelò vana. Sentii un'altra ventata di aria calda, questa volta sulla mia guancia destra.

"Tanya''Mi spronò a bassa voce.

Dopo aver ricevuto il mio grugnito di risposta, Justin colse l'occasione di stringere il lobo del mio orecchio tra i denti, tirandolo leggermente prima di farmi sentire di nuovo la sua voce.
''Dobbiamo andare a scuola'' ridacchiò.
''E' troppo presto'' mormorai.
Justin rise quando e poi rotolò con riluttanza sulla schiena. Si avvicinò a me, rannicchiandosi al mio fianco. Non sapevo come spiegarlo: c'è qualcosa di speciale nello svegliarsi con la persona che ami. Poter avvolgere le braccia intorno a lui e pronunciare liberamente delle parole amorevoli. Un ciuffo biondo miele mi solleticò la fronte, dei grandi occhi miele guardarono in alto verso di me. Era davvero una bella vista.

"Sei calda." Mormorò mentre si rannicchiò su di me, facendomi percepire la sua pelle accaldata contro la mia.

"Che ora è?" chiesi.

"Ora che ti alzi." Justin solleticò la mia pancia.

"Oppure" Rotolai su un fianco "Magari è ora che tu mi prepari una tazza di latte, ho fame''.

Sorrise, speranzoso di riuscire a convincermi di abbandonare quella posizione confortevole per soddisfare i suoi bisogni, ma questo fece solo sì che le mie sopracciglia si sollevassero.

"Stai scherzando." lo osservai.

I suoi occhi si abbassarono sulle mie volutamente arricciate labbra mentre si spostò per stendersi su di me.

"Ti amo." sussurrò baciandomi il collo.

''Anche io'' sorrisi.

"Aww." Disse scherzosamente, sfiorando la mia guancia con le dita. "Anche io ti amo, ma non ti preparerò comunque una tazza di latte." Rise perfidamente, sfiorando il mio naso prima di spingermi via, di nuovo sul materasso.

''Bastardo insolente'' sbuffai.

''Lo so'' disse.

Mi alzai offesa dal letto, lasciandolo sotto. Scesi di sotto a piedi nudi. C'era un casino, la casa era sporchissima. I miei occhi si spalancarono alla vista di preservativi usati,sotto i miei piedi. Feci un grido di disgusto. Sul divano c'era una ragazza e un ragazzo, mezzi nudi.Passai una mano tra i capelli,frustrata.Con un dito, disgustata, cercai di svegliarli.

''Su alzatevi'' dissi.

Non ebbi nessuna risposta.

''Urgh'' mormorai.

Nel posacenere c'erano delle cicche,sembrava spinelli.Sul bracciolo del divano,c'era una strana polverina bianca.

''Non sarà mica droga?'' dissi a me stessa ad alta voce.

''No è farina'' disse una voce ridacchiando dietro di me.

''Tu chi sei?''chiesi ad uno sconosciuto. Era mezzo nudo, con dei box azzurri.


''Onestamente bambolina, non me lo ricordo'' rise.

''Questa casa è un disastro'' dissi.

''Cosa ti aspettavi, una festa con thè e pasticcini?'' rise.

''No, ma nemmeno tutto questo'' dissi.

''Comunque il mio nome è Rayan'' disse

''Tanya'' sorrisi.

''Ehy Rayan, amico'' disse Justin scendendo le scale.Non aveva neanche avuto la decenza di coprirsi.

''Yoo Bieber'' disse il ragazzo battendo il pugno a Justin.

''Come è andata la festa?'' chiese Justin.

''Alla grande, mi sono divertito se capisci quello che intendo'' rise.

''Lo capisco'' rise.

Li guardavo scambiarsi pacche sulle spalla e dire sciocchezze

''Ma che fine hai fatto ieri, non ti ho visto alla festa'' disse il ragazzo.

''Oh c'ero , ma ero di sopra'' sorrise.

''Con qualche pollastrella, scommetto'' rise.

''No, con la mia ragazza'' mi guardò.

''Lei?'' mi indicò.

''Si'' rise. Era cosi Sexy.

Rayan si grattò la testa confuso. ''Ti chiedo scusa amico, stavo per provarci, sul serio'' rise.

''Sei arrivato tardi'' scoppiò a ridere.

''Justin,perchè ci sono ancora tutte queste persone,per di più mezze nude?'' dissi.

Scoppiò a ridere. ''Sono i residui della festa''.

''C'è droga sul divano,spinelli nel posacenere, preservativi suppongo usati sotto i miei piedi,la casa sembra un immondezzaio e tu ridi?'' chiesi. Odiavo il disordine.

''Oh andiamo che importa,l'importante è che si sono divertiti'' disse.

''Dovrebbero avere più rispetto di una casa che non gli appartiene'' dissi seria.

''Era un festa Tanya. Erano tutti ubriachi e fatti.'' disse.

''D'accordo'' alzai le mani.

Mi recai alla porta e l'aprì.

''Dove stai andando?'' disse.

''A lavarmi'' dissi.

''Puoi lavarti anche qui.'' disse indicando in piano di sopra.

''Questa casa puzza di fumo,l'odore della cocaina mi fa bruciare le narici.'' dissi disgustata.

''E' normale che il naso ti bruci se non sei abituata'' sorrise.

''Tu sei abituato?'' chiesi guardandolo minacciosa.

'Beh, direi di si''.

''Ti droghi Justin?''.

''No,cioè si'' .

''No o si?'' chiesi.

''Capita di farmi un tiro, solo in queste feste però''. disse impaurito.

''Ugh'' dissi disgustata.

''Non ti arrabbierai con me per questo, spero'' disse.

''No. '' feci un occhiolino per poi uscire di casa.

Non ero arrabbiata con lui. Se ho reagito in quel modo è perchè per me era una novità. Non ero abituata a quel genere di cose.Ma era il suo mondo,il suo modo di vivere, e per quanto potesse essere sbagliato, io non potevo cambiarlo. Entrai in casa. Correndo verso il bagno mi sfilai velocemente i vestiti di Justin da dosso, mentre l'acqua calda scorreva nella doccia, dove in pochi secondi mi feci colpire dalle mille tiepide goccioline. Dopo aver finito la doccia, mi avvolsi in un asciugamano e corsi nuovamente in camera verso il guardaroba.Feci cascare l'asciugamano ai miei piedi, mi infilai il reggiseno e le mutande per poi indossare dei pantaloncini di jeans molto corti, si riusciva a intravedere la parte tondeggiante del mio sedere.Infilai un bustino nero, era tutto ricamato di merletto e aveva delle borchie.Sembrava quasi un reggiseno, ma non lo era.Indossai un paio di calzini e decisi di mettere un paio di Converse nere. Grazie al bustino si riusciva a vedere un tatuaggio che avevo sul fianco in alto.Il tatuaggio consisteva in una scritta di due parole: Stay strong.Si perchè qualunque cosa mi succedesse nella vita, dovevo ricordarmi di restare forte.
Pensai alla sera precedente: Ieri sera c'era la luna piena.Così perfetta che sembrava fosse fatta da un compasso.Ieri sera c'era anche lui,con me.Ieri sera era tutto perfetto,eravamo noi,e questo ci bastava.Il suo sorriso,le mie guance rosse,il nostro star bene insieme.Sono sere che non si dimenticano queste,che solo il pensiero ti fa battere il cuore,sono sere che vorrai rivivere ancora una volta,sono proprio queste le sere che ti rimangono dentro.
Aggiustai i capelli,erano ondulati,mossi. Misi giusto quel poco di trucco che serviva e scesi di sotto. Mi recai in cucina e presi dal frigo del cibo e lo misi in un sacchetto. Aprì la porta e uscì fuori, per andare a casa di Justin.
Feci una leggera corsetta verso la porta di casa Bieber, e bussai il campanello.Ad aprire la porta fù Rayan. Mi fece spazio per entrare. Quel tipo era ancora lì, non aveva nulla da fare?.

''Justin la tua pollastrella è qui'' alzò il tono della voce.

''Non chiamarmi così, mi irrita'' dissi.

''Oh okay, coma vuoi essere chiamata?''.

''Ho un nome, usalo.'' sorrisi falsamente.

''Okay Tanya'' scandì bene le parole.

''Ehy piccola sei arrivata'' disse Justin scendendo dalle scale. Aveva appena fatto una doccia.

Sorrisi. ''Queste persone andranno mai via?'' guardai i ragazzi che dormivano nel salotto.

''Non ricominciare, per favore'' sbuffò.

''Okay.'' risposi sedendomi sullo sgabello della cucina.

''Sei arrabbiata?'' chiese.

''No'' dissi.

''Sicura?'' chiese.

''Si Justin. Questa è casa tua,puoi farne quello che vuoi.'' sorrisi.

''Grazie'' sorrise.

''Infondo,versione porcile non è male'' risi.

Mi fece uno sguardo minaccioso. ''Non guardarmi così, ho detto solo la verità''. dissi

Si guardò intorno,per rendersi conto delle condizioni della casa.''Hai ragione è disgustosa'' rise.

''Ti darò una mano a pulire se vuoi'' sorrisi.

''Lo faresti,davvero?'' chiese.

''Certo'' :).

Mi fece un enorme sorriso. Si girò e si recò al divano,dove dormiva una coppia di ragazzi. Afferrò il bracciolo del divano e con una leggera flessione lo alzò, facendo scivolare i ragazzi a terra.In un attimo si ritrovarono a terra, incoscienti di quello che stava succedendo intorno a loro. Sembravano dei pesci fuor d'acqua. Dai i loro occhi lucidi si poteva capire che erano fatti.

''Sù andate via, questa casa non è un albergo'' disse serio Justin.

''Wow amico, sta calmo'' disse il ragazzo a terra.

''Tu mi dici di star calmo a casa mia?'' ringhiò Justin.

''Hai ragione amico.'' si difese '' Andiamo Roxene'' disse. Suppongo fosse il nome della ragazza.

Li vedemmo raccogliere le loro cose e scappare subito via.

''Due sono fuori'' Justin sorrise.

''Bravo bimbo'' gli feci un applauso.

Si avvicinò maliziosamente alla sedia dove ero seduta. Poggiò le sue mani sul mio fondo schiena,avvicinò il suo viso al mio.Con la punta del suo naso iniziò a strusciarsi sul mio volto.Arrivò al lobo del mio orecchio e delicatamente lo mordicchiò.Le mie dita giocavano con il suo ciuffo biondo 'sporco'.Mi fece emettere piccoli gemiti sotto il suo dolce tocco.

''Oh amico dacci dentro'' esultò Rayan.

Santo cielo, quel tipo ci stava osservando. Ma non aveva nulla da fare?.

''Justin, il tuo amico ci sta guardando,è imbarazzante'' sussurrai al suo orecchio.

''Rayan voltati'' disse Justin ancora attaccato al mio orecchio.

''Oh andiamo Justin'' supplicò Rayan. Continuava a guardare.

Staccai Justin dal mio collo. Rimase paralizzato a guardarmi. ''Tu non hai una casa?'' dissi a Rayan.

''Certo,ma sarò ospite di Justin, per un pò di tempo'' sorrise.

''Davvero?'' chiesi, guardando entrambi.

''Si. Rayan viene dal Canada,sarà mio ospite per un pò'' disse.

''Bene'' mi alzai dalla sedia avvicinandomi a Rayan.'' Mi sei simpatico, ma. .'' dissi.

''Anche tu mi sei simpatica'' scoppiò a ridere ''Ma, cosa?''.

''Suppongo che nei prossimi giorni ci saranno momenti come questi, a cui tu non dovrai assistere.'' dissi seria.

''Ci tengo alla mia privacy'' risi.

''Ci proverò, ma non ti assicuro niente'' rise.

Justin ci stava guardando. Più che altro guardava me. In modo al quanto strano.I Suoi occhi,salivano e
scendevano sul mio corpo. Con una mano si stringeva il mento.

''Non avevo notato, che la tua maglia e i tuoi pantaloncini fossero cosi corti'' disse .

Lo guardai confusa. ''Come scusa?'' dissi.

''Il tuo abbigliamento non mi piace'' disse appoggiandosi al bancone continuando a guardare.

''Io lo trovo carino'' sorrise Rayan.

''Grazie'' ricambiai il sorriso.

''Non fraintendetemi. E' sexy, forse troppo,per questo deve coprirsi.'' disse.

''Ma fa caldo. E poi corpo mio, abbigliamento mio.''dissi.

''Ti ricordo che sei mia. Quindi scelgo io.'' sorrise.

Feci una leggera risatina. '' Tu sei matto''.

''E tu se non ti copri, sei morta'' disse scherzoso.

''Oh andiamo Bieber, lasciala stare.Infondo è qui a casa tua.'' disse Rayan.

''Oh vabene, hai vinto tu'' si arrese.

''Non ne avevo dubbi'' sorrisi.

Scosse ridendo la testa. ''Rayan dammi una mano a pulire questa casa''.

''Perchè io?'' piagnucolò.

''A chi altro posso chiederlo se non a te? I ragazzi stanno ancora dormendo''disse.

''Anche io posso dare una mano'' sorrisi.

''Vedi anche lei, può dare una mano'' disse Rayan.

''Non se ne parla, lei è una donna'' disse.

''E cosa centra?Sono le donne a pulire casa, se non sbaglio.'' dissi perplessa.

''Non voglio che tu pulisca. Sei mia ospite oggi.'' disse.

''Ehy anche io sono un ospite'' sbottò

''Okay, allora entrambi darete una mano a pulire''.rise strofinando le mani.

Annuimmo.Tutti collaborammo a pulire casa. Armati di guanti e sacchetti neri, scopa,paletta, spolverino e panno pelle. Justin gettò tutti i bicchieri di carta nel sacchetto dell'immondizia, insieme alle cartine per spinelli e preservativi. Rayan passò l'aspira polvere per tutta la casa. Io pulì con uno strofinaccio e del detersivo il divano. Era ricoperto di cocaina,erba e cose simili. Puzzava di fumo. Sulle poltroncine c'erano tracce di sperma.Era davvero disgustoso.Mentre pulivo i cuscini del divano, uscì fuorì un preservativo usato,che Justin gentilmente tolse al posto mio.Tolsi la copertura del divano e la gettai in lavatrice. Rayan pulì tutto il retro del giardino,dove si era svolta la festa.Dopo due ore e mezza, la casa era finalmente pulita e ordinata. Tutti eravamo stanchissimi e il caldo era sempre più estenuante. Ci gettammo sfiniti sul divano.

''Bel lavoro'' disse Justin.

''Non sono mai stato così stanco'' disse Rayan.

''Io ho fame'' dissi.

''Quando non hai fame?'' chiese sarcasticamente Justin.

''Come sei simpatico'' mi alzai dal divano.

''Dove vai?'' chiese.

''A cucinare'' sorrisi.

''Su andiamo siediti,ordiniamo una pizza o del sushi'' disse.

''Mangi sempre cose roba a portar via?''.

''Si, non sono un grande cuoco'' disse.

''Oggi è domenica, cucinerò io''sorrisi.

''Non vorrà mica avvelenarci?'' chiese Rayan a Justin.

''Forse'' rise.

La domenica dovresti poter stare con chi ami, svegliati tardi al mattino e fare l'amore. Dovresti poter improvvisare la colazione a letto, cucinare insieme e passare il pomeriggio sul divano iniziando un film che non finirai di vedere perché inizierai a fare l'amore. Bisognerebbe passarla con gli amici, con la famiglia, tutti in allegria. La domenica dovrebbe essere così.
Mi avviai in cucina. Dalla busta che avevo portato da casa tirai fuori gli ingredienti per il mio pranzo.Primo piatto: pasta fresca,pomodorini, misto di mare che consisteva in vongole,gamberetti e seppia. Secondo piatto: fettine di vitello con patate. Dessert: avrei preparato una torta con i pan di stelle,nutella e panna. Amavo cucinare, mi riusciva molto bene.Iniziai a tagliare i pomodori per preparare il sugo per il misto di mare.Quando sentì afferrarmi i fianchi da dietro.

''Non sei costretta a cucinare per tutti noi'' disse Justin.

''Infatti, lo sto facendo di mia spontanea volontà'' sorrisi.

''Posso dare una mano?'' chiese.

''Potresti preparare il dolce'' dissi.

''Okay. Dimmi cosa fare'' sorrise.

''Metti del latte in una ciotola e bagna leggermente i biscotti,poi li metti in un vassoio''dissi.

Annuì.Fece come gli avevo detto. Sembrava che si stesse divertendo, come un bambino. Aveva quel sorriso stampato sulla faccia. Era dolcissimo.Mi piaceva osservarlo.

''Ora cosa devo fare?'' interruppe i miei pensieri.

''Fai uno strato di nutella e panna'' sorrisi.

Così fece. Non proprio cosi, in realtà. Iniziò a mangiare la nutella con il cucchiaino, sporcandosi la faccia. Sembrava un bambino di tre anni.

''Justin la nutella devi metterla sul dolce, non devi mangiarla'' risi.Mi avvicinai a lui e con un fazzoletto gli pulì la faccia sporca di cioccolata.Scoppiò a ridere imbarazzato.

''E' davvero buona'' si leccò le labbra.

Scossi la testa e ritornai al mio lavoro.

''Rayan perchè non vai a chiamare i ragazzi di sopra?'' disse Justin.

''Vacci tu Bieber'' disse.

''Scusa, come hai detto?'' Justin si avvicinò a Rayan.

Rayan scoppiò a ridere. ''Sembri mia mamma conciato così''.

''Cosa?'' disse.

''Indossi un grembiule da cucina e hai tra le mani un mestolo.'' rise.

''Cosa c'è di divertente , sto cucinando'' fece l'offeso.

''Oh no, non c'è assolutamente niente di divertente'' Rayan nascose un sorriso.

''Smettila Bulter e va a chiamare i ragazzi di sopra'' disse per poi ritornare al dolce.

Rayan annuì e salì di sopra a chiamare i ragazzi. Io e Justin continuammo a preparare il pranzo.

Dopo più di trenta minuti, tutti scesero in salotto. Justin aveva apparecchiato per bene la tavola, e io avevo finito di preparare il pranzo. Si prospettava una bella mangiata in compagnia. Tutti si sedettero a tavola.Si leccarono i baffi per le bontà che c'erano in tavola. Iniziammo a mangiare,tutti in allegria. Le cose sembravano andare bene. Tra commenti e battutine, arrivammo al dessert.

''Buono il dolce'' disse Jhonny riferendosi a me.

''Non sono stata io a farlo, ma Justin'' sorrisi.

Sul volto di Justin comparve un ghigno di soddisfazione . Jhonny e gli altri ragazzi rimasero sbalorditi. ( :O LOL).

''Ci hai avvelenati.'' si allertò Jhon sarcasticamente.

Scoppiammo a ridere. ''Smettila. Sei solo invidioso'' disse Justin.

''Invidioso di cosa?'' disse.

''Sei invidioso di me perchè sono un ottimo cuoco'' disse Justin.

''Oh-Oh frena amico.Sei troppo modesto'' rise.

Li guardavo litigare come due bambini.Justin rideva e scherzava, per la prima volta lo vedevo felice.Sono solita osservarlo quando è distratto, quando parla con i suoi amici. Mi piace guardare i suoi movimenti, come si tocca i capelli quando è nervoso, come gesticola quando racconta un vecchio ricordo, come alza lo sguardo per vedere se io lo guardo. Mi piace il suono della sua voce, una melodia che vorrei ascoltare ancora, che vorrei ascoltare sempre.I suoi sorrisi, oggi, mi hanno riempita. Se ne incontrano davvero poche di persone per cui vale la pena piangere, persone che ti fanno ridere fino allo sfinimento, persone che credono in te e ti donano fiducia, persone che rendono belli i difetti.E quando le incontri ce la metti tutta per tenerle con te.

''Ragazzi,noi abbiamo cucinato e voi pulirete la cucina''disse Justin.

''Cosa?Non è giusto'' disse Marcus.

''E' giusto che tu abbia mangiato senza muovere un dito?'' disse.

Non rispose. ''Okay puliremo noi'' disse Jhon.

''Bene'' disse Justin.

Justin mi fece segno di seguirlo di sopra.Cosi feci.Salimmo di sopra ed entrammo in camera sua. Ci sedemmo al centro del letto. Erano le 16:30,l'ora del pisolino pomerdiano. Appoggiai la testa sul petto di Justin, la sua mano mi accarezzava i capelli.

"Sei davvero bellissima oggi" disse.

"Vuoi dire che altri giorni non lo ero?".

"Perché prendi sempre il male di quello che ti dico?" sbuffò.

"Io non prendo sempre il male" risposi.

"Ti amo" disse. Senza nemmeno un filo logico.

"Non ti credo".
"Allora ti odio".

"Lo vedi? Ho fatto bene a non crederti" feci l'offesa.

"Lo sai perché sei fortunata?"chiese.

"Perché?".

"Perché io ti amo proprio perché sei folle" sorrise.

Io non credevo di essere folle, nemmeno un po', ma amavo il modo in cui me l'avesse detto , con quel sorriso sulle labbra che conteneva tutto l'amore del mondo. E amavo, soprattutto, che mi amasse così : paranoica, poco fiduciosa, dubbiosa, nevrotica - ma eternamente sua - nonostante i "non ti credo", nonostante i "non mi ami", nonostante i litigi,nonostante i musi lunghi e le braccia costantemente incrociate.Io infondo ci credevo quando diceva di amarmi, come potevo non credere a quegli occhi così sinceri,ogni tanto adoravo ritagliarmi quella fetta di felicità.

"Io ti amo"

"Non ti credo, dillo ancora".

E più lo ripeteva, più mi innamoravo.Più lo ripeteva, più ci credevo.Più lo ripeteva, più lo amavo.

''Io ti amo e mi ami anche tu, lo so'' disse fermamente convinto.

''Tu mi ami, perchè conosci la parte peggiore di me e ti sta bene'' sorrise.

Sorrisi. ''Si'' sospirai ''Ti amo''.

Sorrise.''Dopo ti venire in un posto con me?''

''Certo,dove?''

''Sorpresa'' esclamò.

Ridacchiai. Justin scosse la testa. Mi strinsi forte a lui, le sue braccia mi abbracciavano forte. Rimanemmo in silenzio. A volte basta un semplice abbraccio per stare bene.Ho tutto quello che occorre qui, con me. Secondo me la vita è un dono e non ho intenzione di sprecarlo.Litigavamo spesso, non eravamo quasi mai d'accordo. Ogni occasione era buona per mandarci al diavolo. Ma una cosa era certa:nessuno dei due poteva fare a meno dell'altro.Per troppo tempo hanno fatto credere a Justin, di essere la persona 'sbagliata' e lui si era convinto di esserlo, per questo allontanava chiunque gli si avvicinasse. Ma poi non esistono persone giuste o sbagliate. Esiste chi ti arriva in mente nei momenti più sbagliati e rimette tutto al posto giusto.

''Justin'' sussurrai prima che si addormentasse.

''Dimmi piccola''.

'' Qualunque cosa avvenga di te e di me, comunque si svolga la nostra vita, non accadrà mai che, nel momento in cui tu mi chiami seriamente e senta d'aver bisogno di me, mi trovi sorda al tuo appello. Mai!''.

''Lo so.'' sorrise per poi stamparmi un bacio sulla fronte.

Penso che non dimenticherò mai il suo profumo.Quello che rimaneva tra i miei vestiti,tra i miei capelli,quello che mi sembrava di sentire ovunque.Penso che non dimenticherò mai i suoi occhi.Così belli da perdersi dentro,da crederci,da innamorarsi.Penso che non dimenticherò mai le sue labbra.Quelle che si poggiavano sulle mie,che riuscivano ad intrappolarmi ogni volta.Penso che non dimenticherò mai le sue mani.Le sue mani sempre pronte a cercare le mie,quelle mani che sapeva muovere così bene sul mio corpo.Penso che non dimenticherò mai nulla di lui,perchè non si dimenticano certe persone,non si dimenticano certe emozioni.L'importanza delle cose si vede dall'impegno che si mette per cercare di portarle avanti anche quando gli ostacoli sono tanti.
Non esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perché la persona giusta fa tutto giusto, arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste, ma non abbiamo sempre bisogno delle cose giuste. La persona sbagliata ti fa perdere la testa, fare pazzie, scappare il tempo, morire d'amore. Verrà il giorno in cui la persona sbagliata non ti cercherà e sarà proprio in quel momento in cui vi incontrerete che il vostro donarsi l'un l'altra sarà più vero. La persona sbagliata è, in realtà, quello che la gente definisce una persona giusta. Quella persona ti farà piangere, ma un'ora dopo ti asciugherà le lacrime. Quella persona ti farà perdere il sonno, ma ti darà in cambio una notte d'amore indimenticabile. Quella persona forse ti ferisce e dopo ti riempie di gentilezze chiedendo il tuo perdono. Quella persona potrà anche non essere sempre al tuo fianco ma ti penserà. E' bene che ci sia una persona sbagliata per ognuno di noi perché la vita non è sicura, niente qui è sicuro, quello che è sicuro è che dobbiamo vivere ogni momento, ogni secondo, amando, sorridendo, piangendo, emozionando, pensando, agendo, desiderando.

Mi addormentai, la stanchezza mi avvolse a se. Non era un sonno profondo, ma un piccolo riposino che ti dava la carica una volta aperto gli occhi.

''Ehy piccola,svegliati''disse Justin.

Aprì gli occhi.Saltellava per tutta la camera.Era calmo e pareva felice. Cantava. Io restai a letto a godermi la sua felicità. Cantava in un modo davvero delizioso,una voce incredibile.

''Mi piaci quando canti'' sorrisi.

''Davvero?'' disse sorpreso.

''Si,ha una voce che sembra un ancora di salvezza'' dissi.

''Sai, mia madre diceva la stessa cosa'' sorrise mentre si infilava dei vestiti puliti.

''Dov'è tua madre?'' chiesi.

''In Canada'' il suo volto sembrava triste ora.

''Da quando non vi vedete?'' chiesi.

''Quasi tre anni'' disse con rammarico.

''E' tanto tempo'' dissi.

''Già'' sospirò.

''Perchè non vai a trovarla?'' chiesi.

''Perchè è meglio così.I miei genitori non mi accettano'' disse.

''Sei loro figlio Justin, qualunque cosa brutta tu possa fare, loro saranno dalla tua parte'' dissi.

''Per loro non è così. Quando ero più piccolo,un paio di anni fà,entrai in una banda. Questi ragazzi organizzavano incontri di lotta, e io ero il pezzo forte.I miei non volevano che frequentassi certe persone, non volevano che facessi certe cose e appena lo vennero a sapere mi cacciarono di casa, mi dissero di andare via da Stanford,così venni a Los Angeles.''

''Justin.. io credo che lo abbiano fatto solo per allontanarti da quella vita'' dissi.

''Beh ho visto il risultato che hanno ottenuto. Sono venuto a Los Angeles e ora sono un malavitoso, uccido persone e faccio cose illegali. Bel risultato.'' applaudì.

''Loro ti vogliono bene, ne sono sicura'' sorrisi.

''Mi mancano,mi manca mia sorella Jaz e quel pazzo di Jaxon'' rise.

''Va da loro, chiamali'' dissi.

''E' troppo tardi''.

''Non è mai troppo tardi, me lo hai detto tu ieri ricordi?'' sorrisi.
Scosse la testa. ''Tu sei incredibile, sul serio''.

Sorrisi. Mi abbracciò forte.In quell'istante sentii inondarmi di una gioia immensa, sconosciuta. Ogni senso di incertezza o di paura m'abbandonò. Sai dirmi cosa accade nell'anima in quei momenti? D'un tratto il mondo intero ha un altro aspetto.C'è davvero tutto in un solo abbraccio. Ti parlano, ma solo chi sa ascoltarli riuscirà a
capire che lì sono racchiuse tutte le paure, tutte le parole non dette, come ad esempio ''resta qui perchè ho bisogno di te'', ''ci sono io adesso'', ''non ti lascerò''.Credo che durante un abbraccio bisogna stare zitti.E' d'obbligo.E' il momento delle anime che sussurrano tra loro. Mi piacciono gli abbracci, di quelli stretti che ti incatenano, che non ti lasciano spazio per muoverti. Quelli dove il tuo corpo smette di essere uno solo e diventa un tutt'uno con l'altro. C'è differenza tra l'abbraccio di chi ti vuole bene e chi ti ama. Nel primo puoi respirare, staccarti e tornare a casa da solo. Il secondo ti toglie il fiato, non puoi tornare a casa perché sei già a casa.
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Xxale
To be continued..

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