The hangover

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Ho comunque sempre scelto lei. L'ho scelta anche con la distanza di mezzo, con la paura di non vederla. Ho sempre scelto lei perché nessuno è in grado di essere al suo livello. Ho sempre scelto lei perché il suo sorriso non riesco a trovarlo sul volto di nessun altro. Ma tutto questo evidentemente a lei non bastava. Doveva trovare sempre il mondo per litigare, per rendere le cose difficili, solo per disubbidirmi e non darmela vinta. Lei era così, era testarda, anche se aveva torto e sapeva di giocare con il fuoco a quel torneo, doveva partecipare, ma io proprio non ce la facevo a vederla a terra, con le ossa rotte che chiedeva pietà.
E litigavamo,ci volevamo scannare, ci siamo insultati, ognuno rimase sulle sue posizioni perché eravamo entrambi troppo orgogliosi per ammettere di aver torto. Ero sicuro che sarebbe successo altre tante volte, in una coppia bisogna litigare. Ma dopo aver litigato per ore ci ritrovavamo in un abbraccio e in un "scusami se sono una testa di cazzo, ma mi conosci".Faremo sempre pace, e che tornerà a farmi il solletico e io baciarla per farla stare zitta. In un modo o nell'altro avremmo trovato sempre una soluzione. Era il giorno prima del torneo, Tanya aveva passato i suoi interi pomeriggi ad allenarsi in palestra, io andavo con lei, non mi andava giù che ad allenarsi con lei ci fosse Dan, quindi andavo li per controllare, no che non mi fidassi della mia ragazza era di lui che non mi fidavo. Io e i ragazzi dovevamo svolgere un lavoretto quella sera. In giro girava la voce che un gruppetto di ragazzini spacciava droga senza il mio consenso, avrei dovuto scoprire per chi lavoravano e in più volevo ogni singolo dollaro che avevano guadagnato.

"Piccola,stasera io e ragazzi abbiamo da fare" entrai in camera sua. Era stesa sul letto a leggere un libro e giocava con i suoi piedi.

"Dove andate?" chiese.

Mi appoggiai accanto a lei sul letto. "Dobbiamo svolgere un lavoro".

"Lavoro" rise.

"Si,il mio è un lavoro" feci l'offeso.

"Io ancora non ho capito di che ti occupi" disse.

"Beh: spaccio di droga,contrabbando,rapine e altre cose illegali di cui non verrai mai a sapere" spiegai.

"Mmm misterioso" sussurrò.

"Adesso dovrei ucciderti per avertelo detto" la presi per i fianchi posizionandola su di me.

"Ma non lo farai" precisò.

"Mi sottovaluti piccola" ribaltai la situazione posizionandomi su di lei.

Fece scivolare la sua mano sul retro dei miei pantaloni, credevo volesse togliermeli invece prede la mia pistola e mi spinse sotto di lei. Iniziò a puntarmi la pistola sulla guancia, poi scese lungo il mio collo, fino ad arrivare al cuore.

"Potrei ucciderti in questo preciso instante" sussurrò avvicinandosi alle mie labbra.

"Sei terribilmente sexy quando fai la cattiva ragazza" mi leccai le labbra.

"Tanya, io e Deasy ci stavamo chiedendo-" entrò Hope dalla porta, si ammutolì a vedere Tanya puntarmi una pistola contro. Rotolò sulla parte vuota del letto, mettendosi la pistola nei pantaloni.

"Ho interrotto una qualche specie di momento masochista" rise sotto i baffi.

Tanya si coprì la faccia, per nascondere l'imbarazzo. Era così carina e dolce.

"Vi aspetto di sotto" salutò con una mano e chiuse la porta.

"Dove eravamo rimasti" mi posizionai su di lei e iniziai a baciarle i collo.

"Dovremmo scendere di sotto" lasciò uscire in un gemito.

"Possono aspettare" dissi.

"Non ora Justin" si scansò dalla mia presa.

"Cosa c'è?" sbuffai.

"Dan mi ha consigliato di non avere rapporti sessuali prima di un combattimento, serve a mantenere la concentrazione " spiegò.

"Vuole solo tenerti lontano da me" mi alzai dal letto.

"Lo sa che è impossibile" mi abbracciò di spalle.

"Ovvio che è impossibile, sei mia" la alzai sulle spalle, come si fa con i sacchi di patate. Iniziò a ridere, amavo il suono della sua risata nelle orecchie.

"Scendiamo di sotto" dissi.

"Prima dovresti mettermi giù" precisò.

"Ragazza di poca fede" sorrisi.

Scesi di sotto con Tanya sulle spalle. Iniziai a cantare la canzone dei sette nani. Facendo ridere Tanya e chiunque ci fosse in salotto.

"Andiam andiam a lavorar" canticchiai.

"Prima i giochetti masochisti,ora questo" Hope rimase a fissarci.

Mi sedetti sul divano con Tanya sulle gambe. "Dovresti imparare a bussare, prima di entrare in camera mia" disse.

"Giochetti masochisti, Bieber?" disse John.

"Stavamo solo giocando" mi difesi.

"Non avevo dubbi" rise.

"Allora a chi stiamo aspettando, vogliamo andare?" domandò Johnny.

"Ci vediamo più tardi piccola" le diedi un bacio sulla guancia e una pacca sul sedere, poi mi alzai dal divano seguendo i ragazzi.

"Mi raccomando fate le brave" John le raccomandò.

"Siamo degli angioletti" precisò Deasy.

Uscimmo di casa e salimmo nella mia auto. Ci aspettava una dura nottata di lavoro.

TANYA VOICE:

I ragazzi erano usciti. Avevo in mente una bella serata tutta al femminile. Popcorn, pigiama e qualche film horror. Le ragazze erano contrarie a questa mia idea. Hope aveva pensato ad una serata in discoteca, precisamente in quella dove lavorava Alex, così se avremmo perso il controllo lui ci avrebbe aiutato.

"Non se ne parla, domani ho il torneo" mi opposi alla proposta.

"Dai, fallo per me" Hope si inginocchiò e iniziò a farmi gli occhi da cucciolo.

"Un po' di divertimento non può farti male" spiegò Deasy.

"Giuro, ci comporteremo bene" disse Hope. Sapevo come era fatta, quando si trattava di divertirsi diventava una scalmanata.

"Okay, andremo da Alex" mi lasciai convincere e iniziarono a saltellare di gioia.

"Secondo me, Alex non è affatto gay" disse Hope.

"Certo che lo è"

"L'ho beccato mentre mi fissava il culo" spiegò.

"Forse gli piacevano i tuoi jeans" risi.

"Che ne dite di andare a prepararci?" chiese Deasy.

"Ho io qualcosa da farvi indossare" disse Hope. Ci prese per la mano e co trascinò lungo le scale, fino ad arrivare in camera sua. Aprì l'armadio e tirò fuori tutto il suo guardaroba. Aveva vestiti di ogni genere, molti genere hippy. I suoi erano come lei, viaggiavano il mondo, l'avevano chiamata 'Hope' perché un capo di una tribù africana gli aveva detto che avrebbe portato la speranza nella vita di molte persone. Ho sempre detto che secondo me quel tipo della tribù si era sbagliato, lei nella vita delle persone portava lo scompiglio, il divertimento, quindi dovevano chiamarla 'Fun'.

"Questo ti starebbe benissimo" mi poggiò un vestitino sulle spalle.

"Ma è trasparente" lo guardai.

Era un vestitino fatto completamente di pizzo nero e trasparenze lungo i fianchi. Inoltre era cortissimo. Ma era bellissimo.

"L'estate scorsa volevi che te lo regalassi a tutti i costi" disse.

"È bellissimo solo che-" non finì la frase.

"Justin non approverebbe" concluse.

"Ma lui ora non c'è, quindi indossa questo vestito" disse Deasy.

"Adesso lo provo" dissi.

Infilai il vestito su per le gambe, mi stava a pennello. Le ragazze iniziarono a provare altri vestiti, anche essi erano molto scollati. Ne ero sicura quella sera avremmo rappresentato il trio delle troie per come ci stavamo conciando.

"Mi si vede l'intimo" sbuffai.

"Tieni quest'intimo ci sta a pennello" mi lanciò le mutandine e un reggiseno di pizzo, della stessa fantasia del vestito.

Lo indossai e mi guardai allo specchio.

"Tieni queste servono più a te che a me" disse Deasy passandomi una scatola di scarpe.

"Grazie" erano le mie loubotin, quelle che avevo regalato a Deasy qualche mese prima.

Indossai le scarpe e iniziai a guardarmi allo specchio. Cercai di rendere il vestito un po più lungo tirandolo verso il basso, ma era inutile. Devo ammettere che ero terribilmente sexy vestita in quel modo, ma sembravo una troia. In più se Justin mi avrebbe vista, avrebbe iniziato a sbraitare.

"Sei una favola" dissero in coro le ragazze.

"Una troia favolosa" risi.

"Hai 19 anni, pensa a divertirti" mi consigliò Hope.

Anche loro avevano indossato dei vestiti poco coprenti, ma almeno non lasciavano vedere ogni centimetro del loro corpo. Mi si vedeva addirittura l'ombelico, era del tutto trasparente. Andammo a truccarci e a fare i capelli. Mentre mi truccavo le ragazze mi aggiustavano i capelli con il ferro, formando dei boccoli larghi. Contornai gli occhi di eye-liner nero e mascara. Sulle guance misi un po' di fard. Sulle labbra un rossetto rosso fuoco lucido, di quelli che non vanno mia neanche con l'acido. Eravamo pronte per la nostra grande serata. Prima di uscire presi un cappotto lungo e un borsetta in cui infilai il cellulare, il portafoglio e il rossetto. Prendemmo l'auto e 'volammo' in discoteca.

"Sento che stasera è una gran sera" disse entusiasta Hope.

"Io sento solo che finiremo nei guai" dissi.

"Non essere pessimista" disse Deasy.

Dopo un po' arrivammo al parcheggio della discoteca. Scendemmo dall'auto e ci recammo all'entrata. Come al solito era uno dei locali più affollati di Los Angeles, fuori dalla porta c'era una fila che non finiva più. Di solito quando andavamo in discoteca, con noi c'era sempre uno dei ragazzi che ci faceva passare la fila, ma stavolta eravamo sole. Cercammo di parlare con il buttafuori, ricordandogli di essere già state li con la crew.

"Andate a mettervi in fila" sbottò.

"Lei è un grandissimo scostumato" protestò Hope.

"Mi ascolti bene, io sono la ragazza di Justin Bieber, mi faccia entrare" lo minacciai.

"Si, dite tutte così" rise.

Lo guardai male. E poi in che senso dicono tutte così ? Io ero davvero la sua ragazza.

"Non credo che il tuo ragazzo sia il re della città, tanto da farci entrare" disse Hope.

"Lui è molto di più" risi.

"È meglio se andiamo a metterci in fila" consigliò Deasy.

Acconsentimmo al suo consiglio, era l'unico modo che avevamo per entrare.Io e le ragazze ci mettemmo in coda, ci dovevano essere più di cento persone prima di noi che aspettavano di entrare chissà da quanto tempo. Sentivo che quella serata non avrebbe portato a nessuna conclusione positiva, succedeva sempre così quando di mezzo c'era mia cugina, aveva una passione incredibile per i guai. Mentre eravamo in fila, arrivò una Lamborghini bianca. Dall'auto vidi scendere un volto familiare. Si trattava di Chad, non l'avevo mai notato o forse non mi ero molto focalizzata a guardarlo in faccia, ma era molto carino. Stava parlando con il buttafuori, quando ad un tratto lo notai guardarmi, aveva una strana cicatrice sotto l'occhio, nulla di mostruoso solo un piccolo taglio.

"Le ragazze sono con me, le lasci entrare" mi sorrise.

Le ragazze entusiaste si erano incamminate all'ingresso, dove Chad ci stava aspettando. Io rimasi ferma. Justin mi aveva detto di stare alla larga da quel tizio e in più lui stava cercando la ragazza che aveva ucciso suo fratello e quella ragazza ero io.

"Non avere paura, non ti mangio" si avvicinò. "Forse" concluse ridendo.

Senza dire una parola entrai nel locale, affiancata dalle ragazze. Chad si era allontanato, quindi ne approfittai per parlare con le ragazze. Trascinai di forza le ragazze nel bagno della discoteca, così da poter parlare liberamente.

"Cosa stai facendo, sei impazzita" brontolò Hope.

"Quello è il fratello di Steve" dissi.

"Cazzo, non lo avevo riconosciuto" disse Deasy dando un pugno alla parete.

"Chi è Steve?" chiese Hope, lei era all'oscuro di tutto quello che era successo negli ultimi mesi.

"Qualsiasi cosa dica su di lui tu cerca di fare la vaga, noi lo abbiamo mai conosciuto, chiaro?" Dissi.

"Okay" disse.

"Volete dirmi cosa sta succedendo?" sbottò Hope.

Io e Deasy ci guardammo, avremmo dovuto dirglielo. Lei mi avrebbe sicuramente capita e non mi avrebbe giudicato.

"Io ho ucciso il fratello di quel tipo e lui sta cercando la sua assassina, cioè me"dissi abbassando la testa.

Hope sgranò gli occhi. "Ma è fantastico" esclamo.

"Cosa?" dicemmo insieme io e Deasy.

"Sembra una di quelle scene dei film" disse.

"Non è un film, questa è la vita vera" disse spazientita Deasy.

"Promettimi che terrai la bocca chiusa"dissi.

"Certo, ma ora dimmi come mai lo hai fatto fuori?" chiese.

"Stava per uccidere Justin e io-" mi bloccai.

"Hai pensato bene di proteggerlo" sorrise. Io annui.

"Ho un altra domanda" disse.

"I vostri amici non sono esattamente quello che sembrano, giusto?" domandò.

"In che senso?" chiese Deasy.

"Insomma, dei ragazzi normali non camminano con delle pistole nei pantaloni e passamontagna nelle auto" rise.

"Possono sembrare cattivi ragazzi, ma non lo so" li difesi.

"Lo so, questo rende Marcus ancora più sexy" si morse un labbro.

"Tu sei pazza" le disse Deasy ridendo.

"Allora finita la chiacchierata delle confessioni, che ne dite se andiamo a divertirci?" Esclamò Hope.

Uscimmo dal bagno e andammo a divertirci sulla pista da ballo. Iniziammo a scatenarci sulla pista , a mandare giù bicchierini di vodka.Proprio come ai vecchi tempi. Avevo diciannove anni, gli ultimi mesi a Los Angeles mi avevano particolarmente stressato, a quella età dovevo divertirmi no avere paura di essere uccisa. Ero sempre stata una di quelle ragazze che l'unico problema che si poteva era 'stasera cosa mi metto' e tutte quelle problematiche in un certo senso mi avevamo aiutato a crescere e a formare il mio carattere.

"Buona luna stronzetti e puttanelle, che ne dite di movimentare la serata con un po di lap dance ? Venite qui e ditemi la vostra sexy candidata" disse il dj.

Ignorammo del tutto il messaggio e andammo a verso il bancone dopo aver visto Alex. Prima che arrivassimo lo vidi parlare con Chad, in modo molto furtivo. Ci sedemmo al bancone e ordinammo tre bicchierini di whisky. Rimasi a guardare i due che si parlavano, volevo cercare di leggere il labiale.

"Veniamo tra un attimo" mi dissero le ragazze, dopo di che si allontanarono.

Mi avevano distratto e avevo perso di vista i due, Chad se ne era andato e Alex stava servendo dei ragazzi. Mi alzai dallo sgabello su cui ero seduta e mi sedetti quattro posti più a destra, dove c'era Alex.

"Cosa ci fa qui " disse sorpreso.

"Io e le ragazze volevamo divertirci un po" sorrisi.

"Non fare la fine dell'ultima volta" rise.

"L'ultima volta ho conosciuto te" gli ricordai.

"Giusto, posso offrirti qualcosa?" chiese.

"No, ma volevo farti una domanda"

"Dimmi tutto" disse mentre serviva gli altri clienti.

"Conosci Chad?" domandai.

Si bloccò per un attimo, probabilmente stava pensando alla risposta che avrebbe dovuto darmi. "Lui è il capo del locale" disse.

Annui. Gli credevo, infondo era mio amico perché avrebbe dovuto mentirmi o nascondermi qualcosa.

"Sono di nuovo io, a grande richiesta la nostra ballerina è Tanya Smith" disse la voce dall'altoparlante. Mi voltai verso il dj quando disse il mio nome, accanto a lui c'erano le ragazze, si erano allontanate per iscrivermi a quella specie di concorso.

"Porca puttana" bestemmiai cercando di nascondermi tra i miei capelli.

"Andiamo non essere timida, i maschietti vogliono vederti ballare" disse il dj.

"Ti conviene nasconderti per bene, perché le tue amiche stanno venendo a prenderti" mi consigliò Alex ridendo.

"Io le ammazzo" imprecai.

"Su hai sentito devi ballare" mi tirarono dalla sedia.

"Ma che cazzo vi passa per la testa, volete vedermi morta" dissi.

"È sul un piccolo balletto" disse Deasy.

"Fallo tu, io non voglio problemi" mi sedetti.

"Dov'è finita la ragazza autoritaria che conoscevo, non sarà per Justin?" Disse Hope. Certo che era per lui, mi avrebbe ucciso solo per come ero vestita, figurati se avessi fatto un ballo sexy.

"No, la verità è che bella come un tricheco e se ne vergogna" mi sfidò Deasy.

"Io non ballo come un tricheco" affermai.

"Dimostralo" disse.

"Okay" buttai giù un bicchierino di vodka e mi incamminai verso il dj.

Le ragazze mi seguirono, tutti guardavano. Salimmo sul piccolo palcoscenico dove si trovava il dj e ci posizionammo dietro la sua console.
Molti ragazzi iniziarono a fischiare, altri dicevano le prime porcherie che gli passavano per la mente.

"Ecco a voi il nostro bocconcino" disse il dj. Un ragazzo sulla ventina, negro, con delle trecce giamaicane.

"Allora zuccherino sei fidanzata?" chiese. "Silenzio sto cercando di capire se ho qualche chance" ordinò al 'pubblico'.

"Lei è la ragazza di Bieber" salì sul palco Chad, era vestito con un abito classico e una cravatta.

"Oh oh abbiamo con noi la ragazza sexy di Justin Drew Bieber, signori" si strofinò le mani entusiasta.

"Se non vuoi ballare, basta dirlo" mi disse Chad nell'orecchio.

"Non preoccuparti" sorrisi. Era stranamente gentile, in realtà lo era sempre stato.

"Ragazzi stasera conviene a tutti andarci piano con lo zuccherino o il suo fidanzatino ci manda all'obitorio" esclamò dj.

Camminai verso il palo di metallo al centro del palco, sulla note della canzone 'rabiosa' di Shakira. Finalmente avrei potuto sfruttare le lezioni estive di danza del ventre. Iniziai a muovermi il mio corpo intorno al palo di metallo freddo, nel modo più sensuale o almeno ci provavo. Molto ragazzi iniziarono a lanciare banconote, altri fischiavano e chiedevano di più, le ragazze che erano in sala guardavano, male altre invece guardavano divertite per il coraggio e la sfacciataggine che avevo. Mi importava ben poco del giudizio della gente, se mi va di fare una casa la faccio. Arrivò una parte della canzone cantata da Pitt Bull, sentì una voce cantarci sopra con un microfono, era Chad. Mi prese per i fianchi spingendo la mia schiena sul suo petto.

"Oh mami" cantò.

"Oh papi" cantai.

Il mio sedere iniziò a muoversi il suo corpo, non diedi molto peso a quello che stavo facendo, l'alcool mi era andato alla testa e avevo perso il controllo. Lo feci stendere sul pavimento nero lucido del palco e mi sedetti su di lui, muovendo il mio bacino sul suo ventre. Stavo davvero esagerando, la mia mente offuscata dall'alcool fece spazio a un pizzico di lucidità, così mi alzai e terminai il balletto lontana da lui. Il pubblico sembrava gradire il piccolo spettacolo. Infatti, finito il balletto, si sentì un boato di applausi, fischi e urla di apprezzamento.

"Non so voi ma a me è venuta la pelle d'oca, comincio seriamente ad invidiare Bieber" disse il dj al microfono.

"Sei stata pazzesca" Hope mi abbracciò.

Scendemmo dal palco e ci sedemmo su uno dei tanti divani del locale. Le ragazze avevano già ordinato da bere. Decidemmo di fare un brindisi con un bicchierino di tequila.

"Alla nostra notte da leoni" brindammo tutte insieme, mandando giù quel liquido forte.

Hope cacciò dalla sua borsetta una bustina di tabacco e delle cartine. La vidi arrotolare il tutto e accenderlo con un accendino. Dopo aver fatto un tiro, passò il bastoncino bianco a Deasy che fece lo stesso, dopo di che lo passarono me.

"No, questa la passo" rifiutai.

"Dai come ai vecchi tempi ricordi?" chiese Hope.

"È solo uno spinello" mi incoraggiò Deasy.

Annui e tirai forte. Da ragazzine quando Hope veniva a dormire a casa mia portava sempre qualche spinello e lo fumavamo in giardino. Dopo quel tiro mi sentivo completamente rilassata e calma.

"Ragazze dovreste andare a casa" consigliò Alex avvicinandosi al tavolo.

"Ci stiamo solo divertendo" Hope fece un tirò.

"Non siete mentalmente stabili in questo momento, qualcuno potrebbe approfittare di voi" disse.

"Non lo faranno, hanno troppa paura di Justin" dissi.

"Dobbiamo andare mi serve un passaggio" trovò una scusa.

"Prendi la mia auto" gli diedi le chiavi.

"Io me ne vado ma voi state attente" raccomandò per poi girare le spalle e andarsene.

"Quanto è noioso" rise Deasy dopo aver fatto un tiro.

Avevo un grandissimo mal di testa, vedevo la stanza girare. La musica rimbombava nella mia testa provocandomi un dolore assurdo. Vidi Chad avvicinarsi con la sua crew. Cercai di evitare il suo sguardo penetrante.

"Ho gradito molto il balletto di prima" disse sedendosi accanto a me.

"Grazie" risposi diffidente.

"Justin non dovrebbe lasciarti girare libera, qualcuno potrebbe farti del male" mi sfiorò con le dita un braccio.

"Stavamo giusto per andarcene" mi spostai più in la.

"Vi va di partecipare ad una corsa?" chiese uno dei ragazzi.

"Di che genere di corsa si tratta?" chiese Hope curiosa.

"Si puntano dei soldi e si corre in moto, con delle ragazze belle come voi sul sedile posteriore" spiegò.

"Accettiamo" esclamò entusiasta Deasy.

Risi. "Proprio tu che hai paura della velocità".

"Non ho paura, ma tu non sai guidare" si difese.

Il problema era che l'alcool le aveva completamente lacerato il cervello. Eravamo troppo ubriache e come aveva detto Alex eravamo mentalmente instabili. Accettammo l'invito o perlomeno loro accettarono, io fui costretta. E poi non le avrei mai lasciate andare da sole con quelle persone, se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato.

JUSTIN VOICE:

Io e i ragazzi eravamo tornati dal nostro lavoretto da quasi due ore e delle ragazze non si sapeva niente. Avevo già sparso la voce tramite dei ragazzi che lavoravano per me: dovevano trovarle o perlomeno darmi loro notizie. Non facevano altro che cacciarsi nei guai. L'ultima volta che erano sparite, si trovavano in un centro commerciale a fare shopping, ma questa volta era troppo tardi per un centro commerciale, erano le tre di mattina. Agli occhi dei ragazzi ero troppo possessivo e dovevo lasciare Tanya respirare, ma io proprio non ce la facevo, solo a pensare che qualcuno le potesse fare del male mi veniva voglia di uccidere.

"Justin le hanno viste uscire da una discoteca con Chad e la sua crew" mi disse Marcus dopo aver terminato una chiamata.

"Cosa cazzo ci fanno con quel figlio di puttana?" sbottò John.

"Dovreste guardare questo" disse Johnny richiamando la mia attenzione al computer.

Johnny mostrò a me e agli altri ragazzi un video in cui Tanya faceva la lap dance su quello che sembrava essere Chad. Nel video si vedevano anche Hope e Deasy ballare vicino al dj. La rabbia mi oltrepassò gli occhi e scaraventai il computer a terra, distruggendolo in mille pezzi.

"Dove cazzo sono?" Urlai.

"Stanno andando alle corse" disse Marcus.

"Prendete l'auto, io andrò in moto" uscimmo dalla porta.

Vidi l'auto di Tanya parcheggiare fuori casa e corsi verso la sua direzione. Dall'auto scese Alex, pensavo che le ragazze fossero con lui, invece era solo.

"Dove cazzo sono?" gli urlai.

"Non sono volute venire via con me" indietreggiò impaurito da una mia reazione.

"Dovevi prenderti cura di loro" sbottai.

Rimase in silenzio, così salì in groppa della mia moto, indossai il casco e corsi più veloce che potevo. La mia mente stava per impazzire per i troppi cattivi pensieri che stavo facendo. Non ero arrabbiato con Tanya ero deluso. Fare quel insulso balletto davanti a tutti per di più con Chad, mancarmi di rispetto. Non mi importava se la gente pensava che fossi un cornuto, perché sapevo bene che non sarebbe mai arrivata a questo o almeno ci speravo, mi fidavo troppo di lei. Dal video si vedeva bene che era ubriaca fradicia ed era questo che mi spaventava, era incosciente di qualsiasi cosa facesse. Arrivai sulla lunga strada isolata in cui di solito si svolgevano queste corse clandestine.Cercai con lo sguardo le ragazze seguito dalla mia crew, c'erano molte persone che puntavano su i loro ipotetici vincitori, troie che si strusciavano per qualche soldo, altri guardavano sbalorditi me in quel posto era da tanto tempo che non ci mettevo piede. Riconobbi da lontano i capelli biondi di Deasy e corsi verso di lei, era legata su una moto, lo stesso valeva per Hope, Tanya stava per salire sulla moto di Chad. Camminai a passo veloce e mi avvicinai a loro.

"Tanya scendi subito da li e andiamo a casa" ordinai con tono duro.

"Guarda, guarda chi è venuto a farci visita" esclamò compiaciuto Chad.

"Devi stare lontano da lei" dissi minacciandolo con gli occhi.

"Justin" esclamò meravigliata Tanya scendendo dalla moto.

Vidi John e Marcus tentare di portare via le ragazze dalle selle di quelle moto, ma loro si rifiutavano. Tanya si avvicinò a me, aveva un vestito che lasciava intravedere tutto, perfino il suo tatuaggio sotto il seno, cercava di coprirsi con un cappotto,la guardai deluso per come si era comportato e lei abbassò la testa.

"Andiamo via" dissi.

"Perché non partecipi alla gara,sempre se non hai paura di perdere" mi sfidò.

"Perché dovrei aver paura di te?" lo guardai con tutto il disprezzo che avevo.

"Sai stavo pensando all'ultima volta che hai corso,non finì molto bene" disse.

"Di cosa sta parlando?" chiese Tanya.

La ignorai. Non correvo da due anni, quando si corre in queste gare clandestine le ragazze che accompagnano il guidatore si siedono sulla sella al contrario, facendo schiena contro schiena con il guidatore, poi vengono legate con una cintura. Quando corsi l'ultima volta la ragazza alle mie spalle, si dimenava perché andavo troppo veloce, aveva paura e la cintura non tenne il suo sforzo così si sganciò e lei non avendo dove mantenersi venne scaraventata a più di 200 all'ora sull'asfalto, le altre moto andavano troppo veloce e non riuscirono a frenare,così passarono sul suo corpo. La ragazza morì due ore dopo in sala operatoria e da allora decisi di non correre mai più.

"Non correrò" dissi.

"D'accordo, ma la tua ragazza voleva correre non puoi impedirglielo" porse la mano verso Tanya invitandola ad andare con lui.

"Lei correrà con me" la tirai indietro.

"Bene, esattamente quello che volevo" strofinò le mani.

Presi la mia moto e mi avvicinai alla linea di partenza. Salì sul sellino, John legò per bene Tanya al mio corpo, non le avevo ancora rivolto la parola e sembrava dispiaciuta. Le passai il mio casco.

"Mettilo tu e qualsiasi cosa succede non mollare mai la presa" dissi con diffidenza. Lei annui e indossò il casco.

"Allora cosa vogliamo scommettere, Bieber?" chiese Chad indossando il casco.

"Se vinci la mia moto è tua, se perdi la tua Lamborghini diventa mia" proposi.

"La mia Lamborghini vale di più della tua modo" contestò.

"Fa una proposta" dissi.

"Se vinco mi prendo la moto e una notte con la tua bambolina" sorrise.

"D'accordo" sorrise. Ovviamente non avrei lasciato che vincesse.

"Justin che cazzo stai facendo" sbottò Tanya.

"Non preoccuparti, ho tutto sotto controllo" le assicurai.

"Ti conviene vincere questa fottuta sfida" disse seria.

"Ti sei messa tu in questo guaio" le ricordai e lei rimase in silenzio.

Feci tuonare la moto, aspettando il via delle bandierine di partenza. Non ero agitato, ero sicuro di poter vincere. Sapere che nella scommesso c'era anche Tanya era un motivo in più per mettercela tutta.

"1-2-3 via" partenza.

Tutte le moto partirono. In testa c'era Chad subito seguito da me. Avevo un po' perso la mano, ma lo avrei superato. La sensazione di velocità era una delle cose che amavo di più. Sulla schiena riuscivo a percepire il corpo di Tanya che tremava. Portai una mano verso la sua gamba e gliela accarezzai.

"Pensa a guidare ti prego" urlò per farsi sentire.

Sorrisi. Puzzava di alcool e fumo, quello odore non si addiceva per niente al suo corpo, lo si poteva sentire a miglia di distanza. Il rombare delle moto risuonava nelle mie orecchie, ero sul punto di superare Chad. Accelerai ancora con un po e lo sorpassai, passando in testa. Mi resi conto che Tanya riusciva a malapena a restare seduta sul sedile a causa del vestito troppo stretto che le impediva di aprire le gambe. In più il suo intimo era visibile alle moto dietro, soprattutto a quella di Chad.

"Strappa il vestito" le ordinai.

"Cosa?!" chiese.

"Strappa un lembo laterale del vestito, se non vuoi rischiare di cadere" spiegai.

Senza rispondere fece come gli avevo detto.

"Senti, Justin mi dispiace" urlò per farsi sentire.

"Litigheremo a casa" risposi.

Feci impennare la moto verso l'alto, aumentando di velocità. Sentì Tanya urlare dallo spavento, devo ammettere che lo avevo fatto un po apposta. Sapevo che era dispiaciuta, lo era sempre quando finiva nei guai, ma non imparava mai, certe volte si comportava da bambina immatura. Pochi chilometri più in la segnai la fine della partita, vincendo, subito seguito dalla moto di Chad. Avevo vinto una Lamborghini e in più avevo dato una lezione a quello sbruffone. John corse verso Deasy, che era su una delle moto dei ragazzi di Chad, lo stesso fece Marcus verso Hope, lei non lo calcolava più di tanto ma credo che a lui Hope piacesse molto, gli andava dietro come un cagnolino fedele. Fermai la moto e slacciai la cintura, poi scesi lasciando sola Tanya, volevo punirla, non le sarei corso dietro stavolta. Le ragazze si avvicinarono a Tanya e io mi avvicinai con i ragazzi a Chad a riscuotere il mio premio.

TANYA VOICE:

Ero stata una stronza, una cretina, una stupida, ma addirittura tutta quella indifferenza verso i miei confronti. Mo girava la testa e mi sentivo come se volessi vomitare, avevo la nausea. Deasy e Hope mi si avvicinarono, anche John dopo averla aiutata a farla scendere dalla moto l'aveva ignorata. Lo sapevo che quella serata benché fosse stata divertente, non avrebbe portato da nessuna parte, solo nei guai.

"È stato pazzesco" iniziò a saltellare Hope entusiasta.

Io e Deasy incrociammo le braccia e la guardammo male, avevamo seguito il suo essere libero e questo ci aveva portato a litigare con i nostri ragazzi.

"Adesso ce l'avete con me ma ricordatevi che vi siete divertite, esisto altri sette miliardi di ragazzi su questo mondo" si difese.

"Non mi interessa degli altri 7 miliardi, se nella mia testa c'è ne è solo uno" disse Deasy ed aveva ragione.

"Adesso dici così poi incontrerai un altro fustacchione e cambierai idea" ribatté.

"Ragazze devo vomitare" mi tappai la bocca.

"Santo cielo non farlo qui, ci stanno guardando tutti" disse Hope.

"Devo andare a casa, mi sento male" dissi prima di vomitare.

"Mi hai vomitato sulle scarpe, che schifo" disse Hope disgustata.

"Non lamentarti sempre, va a chiamare Justin" le ordinò Deasy.

Mi pulì con un fazzoletto le labbra e mi raccolse i capelli in un elastico. Si comportava come una mamma, dicevo che ero io a prendermi cura di lei, invece era il contrario. Mi sentivo davvero male, mi girava tutto: testa, stomaco.

"Portatela a casa" sentì dire da Justin a Hope, passandogli le chiavi dell'auto di John.

Vidi Hope avvicinarsi, probabilmente si stava incolpando per tutto quello che era successo quella notte. In parte era tutta colpa sua, ma infondo eravamo state noi a lasciarci convincere. È stata davvero una notte da leoni. Era quasi l'alba, era davvero tardi ed ero stanchissima. Salimmo in auto alla guida c'era Deasy, che paragonata a Hope era la più sobria. Eravamo poco distanti da casa, più o meno mezz'ora. Una volta in auto appoggiai la testa al finestrino posteriore, incominciai a guardare le stelle. Ero dispiaciuta per tutto quello che era successo, volevo solo andare a casa e dormire nel mio letto. Mi ero leggermente addormentata su i sedili posteriori, quando arrivammo a casa. Le ragazze mi svegliarono e mi aiutarono ad entrare. Mi sedetti sul divano, dopo di che Hope mi portò un aspirina.

"Non volevo finisse in questo modo" si sedette sul bracciolo del divano.

"Tu non lo vuoi mai, ma finisci per mettere sempre tutti nei guai" le rinfacciai con tono duro.

"Mi dispiace, lo sai sono fatta così" cercò di scusarsi.

"Lo so, adesso va dormire" le feci un finto sorriso, sapevo che quando litigavamo stava male, sembrava forte ma non lo era.

"Tu non vieni?" si alzò andando verso le scale.

"Voglio aspettare Justin" risposi e lei annui.

Mi alzai dal divano e corsi verso il lavandino della cucina, per vomitare. Stavo davvero male, mi girava tutto, speravo solo di riprendermi dalla sbornia prima del torneo che ci sarebbe stato la sera del giorno dopo, anzi del giorno stesso dato che erano le quattro di mattina. Mi sdraiai sul divano e mi coprì con una coperta. Cercai di non addormentarmi, volevo rimanere sveglia e scusarmi con Justin il prima possibile, ma il sonno ebbe la precedenza su di me.

JUSTIN VOICE:

Tornai a casa dopo più o meno un oretta, che le ragazze erano andate via. Io e ragazzi dopo aver ritirato la scommessa, eravamo andati in un bar. Avrei potuto divertirmi anche io nel modo in cui mi piaceva divertirmi: le donne. Ma non lo feci, per il semplice fatto che non ci ero riuscito. Le opportunità quella notte si erano presentate ed erano anche molto carine, ma nessuna di loro era lontanamente paragonabile a Tanya. Non l'avrei mai tradita, il punto era quello. L'amavo troppo per poterle fare del male. Così lasciai perdere e l'unica cosa che feci fu bere qualche bicchierino per poi tornare a casa. Avevo pensato che era meglio dormire a casa mia quella notte, ma poi mi venne in mente la scena in cui Tanya vomitava e dove io non l'avevo aiutata solo per dispetto e decisi di passare da lei. Aprì la porta di casa usando le chiavi che nascondevano sotto lo zerbino, dovevamo seriamente cambiare posto. La trovai stesa sul divano a dormire che tremava, si sentiva ancora la puzza di alcool e fumo, ma sembrava ugualmente un angelo. La sollevai dal divano e la portai di sopra nel suo letto. La feci stendere sul letto cercando di non svegliarla e la spogliai di quell'orrendo vestito, che però la rendeva tremendamente sexy. Riempì il lavandino del suo bagno di acqua calda e sapone e ci immersi una piccola asciugamano. Dopo averla bagnata la strizzai e andai in camera. La passai delicatamente sul suo corpo, cercando di eliminare quel cattivo odore. Dopo aver finito il lavoro gli infilai una maglia larga da basket che avevo trovato nel suo armadio, non sembrava una maglia femminile e non era mia. Dietro però c'era scritto 'Smith' e davanti 'polizia' quindi probabilmente era di suo padre. La coprì con il piumone e le stampai un bacio sulla fronte per poi recarmi alla porta.

"Per favore non andartene" sentì dire con un tono assonnato.

Mi girai e la vidi guardarmi con gli occhi pieni di speranza. Come potevo rifiutarmi di dormire con lei, era praticamente impossibile davanti tanta bellezza. Così annui e mi avvicinai in silenzio al suo letto. Levai le scarpe e gli indumenti appoggiandoli sulla sedia della scrivania, poi mi sdraiai accanto a lei nel suo letto. Mi girai di spalle, non ce la facevo a guardarla in faccia e a fare il duro con lei. Era davvero il mio punto debole. Nonostante io cercassi di ignorarla, fu lei ad abbracciarmi di spalle, proprio come abitualmente facevo io con lei, mi fece sorridere. Era veramente dispiaciuta per tutto quello che era accaduto, ma io ero veramente deluso dal suo comportamento. Nonostante questo però non riuscivo ad avercela con lei.
E le sarei rimasto accanto comunque, perché niente era come noi, niente era come me e lei insieme in mezzo alle tempeste.
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Xxale

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