Chapter 19 || I don't care anything about her

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Eccomiiiiii !!! Ho pubblicato, c'è la ho fatta! Comunque quella in foto dovrebbe essere Delia, la nostra cara piccola e innocente Delia! Chissà se la bambina avrà capito qualcosa.. Voi che dite?  Ma adesso passiamo a cose serie, volevo avvertirvi che siamo ancora lontane dalla fine quindi don't worry, succederanno tante tante cose prima della fine, poi vedrete. Questo è un capitolo molto lungo spero vi piaccia!! Buona lettura ❤️❤️




Pov's Lucy
Anche le ultime carte erano perfettamente sistemate negli appositi scompartimenti. Il mio volto successivamente si spostò sull'orologio, era ora di pranzo, ma a dirla tutta non avevo fame. Mi guardai un po intorno per vedere se ci fossero altre cose da sistemare, ma tutto era perfettamente in ordine; il mio occhio cadde sulla foto che avevo sulla scrivania, anzi sulle foto. Ne erano tre.
La prima era di quando avevo diciott'anni avevo il pancione e Louis lo accarezzava, sorrisi ricordando quei momenti.
Tutto mi ritornò alla mente, ero al settimo mese di gravidanza, mancava davvero poco per far nascere la mia Delia. Guardai il mio volto e quello di Louis, eravamo così piccoli, ingenui, da poco arrivati in questa nuova città. Il mio Louis. Il mio sguardo si spostò ancora una volta andando dritto sulla seconda foto, li ancora non ero incinta, eravamo ancora a Londra, era il giorno del mio compleanno. Non eravamo nemmeno fidanzati a quei tempi, lui era solo un fottuto stronzo che mi faceva sia star bene sia star incazzata nera, ma l'amore che provavo e che provo solo Dio lo sa. Infine i miei occhi si spostarono sull'ultima foto, forse anche quello più importante, quella in ospedale, dove venni a sapere di essere incinta, quella foto c'è la scatto Marta. Eravamo così felici, eravamo tutto, e adesso eravamo niente.
Senza accorgermene, e toccandomi il volto, vidi che era bagnato di lacrime, lacrime non di disprezzo, non di odio, solo di rabbia, rabbia non solo per ciò che aveva fatto Louis ma anche per la mia malattia, come potevo spiegare alla mia bambina che probabilmente domani potevo non esserci? Come potevo dirlo ad Harry, che per il cancro perse già nostra madre? Come potevo dirlo a Louis che non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi per ciò che aveva fatto? Dovevo tormentarmi da sola.
Iniziai a singhiozzare, e mi dovetti sedere sulla sedia dello studio, volevo sfogare tutto e il miglior modo per farlo era solo piangere. Ma purtroppo ciò non durò allungo, qualcuno entrò dalla porta, era ovviamente Max.
Cercai di coprirmi il volto per non far vedere che avevo pianto.
-Lucy.. Che ti succede?- chiese preoccupato avvicinandosi a me.
-Nu.. Nulla Max, ad.. adesso passa.- mi passai le mani sulla faccia per asciugare tutte le lacrime.
-Non è vero..- disse mettendosi in ginocchio davanti a me -Ci sono io con te, non pensare mai che sei sola, io sono qua. Ti voglio bene Lucy, e te lo prometto guariremo questa tua malattia. Basta dirmi solo se vuoi operarti prima che tumore si espanda.- disse accarezzandomi i capelli.
-Quante possibilità ci sono che io rimanga in vita?- chiesi guardandolo negli occhi.
In quel momento erano occhi afflitti.
-Sono 50% probabilità di vita e 50% probabilità di..- sospirò -di morte.-
Sospirai cercando di calmarmi.
-Se decidessi di non operarmi come andrebbe a finire la situazione.- ero determinata a sapere la verità.
-Moriresti sicuramente, non subito ovviamente, ma potresti avere tre mesi, quattro mesi, massimo cinque di vita.- disse alzandosi e prendendomi leggermente in braccio, per poi sedersi e poggiando il mio corpo divorato da questa macchina nera, sulle sue gambe.
-Massimo cinque mesi.- deglutii
-Lucy, sono probabilità.- disse stringendomi al suo petto.
-Allora voglio operarmi.- dissi facendo colare altre lacrime dal mio volto.
Erano lacrime silenziose.
-Sicura?- chiese Max stringendomi a se ancor di più.
-Max, si!- dissi decisa ma intimorita.
-Allora, dobbiamo preparare la cartella clinica, devi fare degli analisi per vedere quali farmaci puoi o non puoi assumere nell'anestesia e devi firmare le carte per l'operazione.- disse.
Annuii.
-Quando verrei operata poi?- chiesi non muovendomi da quella posizione.
-Dato che è abbastanza grave, tra minimo tre settimane.- disse lasciandomi un bacio sulla fronte.
Altre lacrime scesero dai miei occhi.
Dovevo essere forte, dovevo farcela, dovevo vincere io non la mia malattia. Non dovevo farlo solo per me, dovevo farlo per la mia bambina, per mio fratello, e dovevo farlo anche per la persona che amavo di più al mondo anche se non riuscivo a guardarlo in faccia per quello che aveva fatto, ma dovevo farlo anche per lui, perché lui è stato sempre la mia ancora, è stato sempre il mio punto di forza e doveva continuare ad esserlo anche se avrei messo tempo ad accettare ciò.

Pov's Louis
Fortunatamente oggi il bar non era per nulla affollato, guardai l'orario dal cellulare, sperando anche in una risposta da Lucy, ma nulla.
Notai che era ora di pranzo e soprattutto era ora che la mia piccolina mangiasse.
Levai il grembiule, posai lo straccio affianco al mio grembiule, e poi andai verso la mia piccolina che era in un tavolo vicino al mio bancone, era lì che colorava.
-Amore, andiamo a mangiare?- le chiesi abbassandomi di poco e schioccandole un bacio sulla guancia.
-Si, ho tanta fame.- smise di colorare.
Era impressionante quanto somigliasse alla madre, non solo per il verde degli occhi ma anche per i suoi movimenti, era così piccola e già così perfetta come la madre. Le amavo più di me stesso, bruciavo dentro solo per non aver potuto riparare ai miei errori.
-Andiamo!- esclamai prendendola in braccio.
-Papà, fa freddo dobbiamo mettere il cappotto.- rise portando le mani sulla bocca.
-Hai ragione..- Risi.
La feci scendere dalle mie braccia, presi il suo cappotto, appoggiato sulla sedia al tavolo di dov'era seduta, e glielo misi. Io presi il mio e lo indossai.
La presi per mano e lei mi strinse forte.
-Dove vuoi andare a mangiare?- abbassai il volto per guardarla.
-Al McDonald's.- sorrise.
-E vada per il Mc!- sorrisi prendendola tra le braccia e iniziando a camminare verso la strada che conduceva al McDonald's.
Non ci mettemmo molto ad arrivare, prendemmo in HappyMeal per la piccolina, mentre io un panino con l'hamburger anche a dirla tutta non avevo molta fame.
Ci sedemmo ai tavolini uno difronte all'altro.
-Papà, oggi dormi a casa?- chiese la bambina addentando il suo panino.
Stavo per mordere pure io il mio, ma non ci riuscii, dopo quella domanda.
Non sapevo che dirle.
-Credo di si.- cercai di essere un po vago.
-Va bene.- diede un altro morso al suo panino.
Mentre lei mangiava io pensavo, pensavo a Lucy, dovevo parlare, dovevo riconquistarla, avevo bisogno di lei, ma la cosa che dovevo fare adesso era inviarle un messaggio dove le dicevo che la piccolina stava con me, anche perché stamattina non avevo avuto modo di dirglielo dato che era scappata nella macchina di Max.
Quel Max, non mi piaceva, non mi trasmetteva nulla di buono, anzi pensavo che stesse cercando solo di attirare l'attenzione di Lucy su di lui.
Guardai la bambina poi, mollai il mio panino sul vassoio e pulii le mani, presi il mio cellulare e scrissi un messaggio a Lucy.

"Lucy, volevo solo avvertirti che la bambina è qui con me. Te la riporto verso le 4. Mi ha chiesto anche se dormissi da voi, fammi sapere se posso rimare. Mi manchi. -Louis"

Inviai il messaggio e guardai la bambina addentare le patatine.
Dopo non molto tempo il mio telefono vibrò, lo presi in mano e vidi che era Lucy. Sorrisi nel vedere un suo messaggio.

"Grazie per avermi avvertita del fatto che Delia stia con te. È comunque puoi venire a dormire a casa, ma dormirai sul divano. Adesso lasciami in pace ho molto da fare. -Lucy"

-Papà chi è?- chiese la bambina interrompendo la mia lettura.
-Nulla, ho saputo che non devo fare il doppio turno quindi posso dormire con te.- sorrisi posando il cellulare.
-Che bello, dormiamo insieme io, tu e mamma.- disse la bambina felice.
Era così felice che infrangerle quel sogno mi spezzava il cuore.
Mi limitai a sorridere, ormai era una delle poche cose che mi riusciva.

***

Erano le due e mezzo, ed il ero di nuovo dietro al bancone, la piccolina invece era al tavolo di prima in modo che la potevo tenere sotto controllo. Stavo pulendo il bancone, poiché a quell'orario non ci sono mai molte persone, finché dalla porta non vidi entrare una ragazza mora. Era Tara, mi bloccai nel vederla, e strinsi lo straccio tra le mani.
-Tomlinson Buon pomeriggio.- sorrise togliendo gli occhiali da sole che aveva.
-Ciao.- dissi freddo.
Si avvicinò al bancone e precisamente dove c'era anche la mia piccola a disegnare.
-Papà chi è?- chiese Delia guardando la donna.
-È la proprietaria del bar.- mi limitai a dire.
-Chi è? Tua figlia?- sorrise in maniera malefica.
-Si, ma che vuoi adesso?- sussurrai per non far sentire nulla alla piccola.
-Sempre simpatico Tomlinson..- rise -Comunque volevo farti sapere che hanno accettato l'offerta! Quindi apriremo un altro bar qui in città! Il nostro viaggio è servito a qualcosa.- mi fece l'occhiolino.
Non ero per nulla felice del fatto che l'affare fosse passato, Lucy era molto più importante e se quel giorno non avessi accettato, adesso non sarei a questo punto.
Annuii e poi tornai a lavorare, non mi importava nulla di lei.

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