Chapter 26 || Ambulance

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Mi scuso per la brevità del capitolo, ma ho avuto molto da fare in questi giorni. Comunque volevo comunicarvi che probabilmente non ci sarà nessun terzo sequel, poi vi spiegherò il perché in uno spazio autrice. Buona lettura. ❤️

Pov's Louis
Ero in cucina insieme alla bambina che giocava con Harry, Lucy era andata a lavarsi.
Io giocavo con il mio cellulare e pesavo, pensavo alle parole di Lucy, a tutto quello che mi aveva detto. Dovevo viverla, vivere con lei ogni istante, ogni secondo, ogni sguardo, dovevo fare questo?
La paura mi attraversava tutto lo stomaco, sentivo i brividi farsi largo dietro la mia schiena. Avevo che Lucy potesse morire, avevo paura che la mia unica ragione di vita, oltre la piccola, potesse dissolversi davanti agli occhi. Lucy era come l'aria, indispensabile.
Pensando a lei mi accorsi che era da molto tempo in bagno, guardai l'orologio ed era quasi mezzogiorno e lei era entrata più di mezz'ora fa.
Deglutii, avevo paura che le fosse potuto accadere qualcosa, sotto lo sguardo stranito di Harry mi recai verso il bagno. Avvicinai l'orecchio alla porta e sentii l'acqua che cadeva, provai a bussare ma non ci fu risposta, bussai ancora, ma niente. Provai ad aprire la porta ma era chiusa a chiave.
-Harry, corri di qua!- urlai in preda al panico.
In pochi secondi vidi la testa del riccio sbucare dal nulla.
-Che succede?- chiese preoccupato.
-Non risponde e ha la porta chiusa a chiave.- dissi dando una spallata alla porta.
-Cosa?- chiese urlando.
-Zitto! Porta la bambina da mia madre e corri subito qua.- gli ordinai.
Non disse niente andò in cucina per prendere la bambina, io invece diedi un'altra spallata alla porta, dovevo aprirla.
La paura e l'ansia si fecero largo nel mio stomaco, perché non apriva? Perché non rispondeva?
Diedi un'altra spallata alla porta e iniziò a muoversi un po' ma non aveva ceduto. Iniziai a lacrimare, non volevo perderla e la porta doveva cedere in qualunque modo. Diedi un'altra spallata ma niente, la porta era sempre lì intatta.
-Lucy!-urlai dando un pugno alla porta.
Niente nessuna risposta, ero disperato non sapevo cosa dovevo fare. Mi recai verso la cucina per prendere una sedia, se la porta non si fosse rotta con le buone l'avrei rotta io con le cattive. Presi una sedia e mi recai correndo verso la porta del bagno, la lanciai contro la porta, finalmente quest'ultima si aprì, quando entrai trovai Lucy distesa a terra era completamente nuda, non sapevo che dovevo fare, stavo solo tremando. La prima cosa che mi venne istintivamente di fare fu quella di coprirla con un asciugamano, dopo di che mi avvicinai a lei presi il polso fra le mani per controllarle il battito ma per fortuna batteva ancora.
-Lucy!- urlai muovendole la faccia con le mani.
-Lucy!- ancora la richiamai.
Le diedi un leggero schiaffo sul volto per farla riprendere, ma questo servì a poco, ansi praticamente non servi a niente.
Sentì subito dopo dei passi correre verso il bagno, era Harry per fortuna e alla vista della sorella stesa a terra e a me inginocchiato davanti a lei rimase immobile, non riusciva a muoversi, ma doveva farlo.
-Harry, chiama un'ambulanza muoviti!- urlai cercando di farlo muovere.
Lo vidi correre a prendere il cellulare.
Io mi voltai di nuovo verso di Lucy che respirava a fatica, stava per morire lo sentivo, ne ero consapevole. Le guardai meglio il volto, diventava ogni secondo sempre più bianco. Piansi ancora, non poteva morire così, io dovevo risvegliarla.
-Lucy, cazzo! Svegliati!- dissi dandole uno schiaffo in faccia.
Non volevo farlo, ma doveva svegliarsi in un modo o nell'altro.
-Lucy, fallo per me e la bambina.- dissi tremando e cacciando altre lacrime.
Sentii i passi di Harry dietro di me, mi girai verso di lui e poco mi importava di farmi vedere con le lacrime in volto.
-Sta.. Sta morendo?- chiese indicandola col dito.
-No, lei non morirà, c'è la deve fare!- urlai, mi girai verso il suo corpo e le diedi un altro schiaffo per farla riprendere ma nulla.
-Non puoi morire Lucy! Non puoi! Hai una bambina da crescere.- le urlai contro sbattendola un po.
Sentii un rumore dietro di me, mi voltai ed Harry cadde sulle sue ginocchia, portò le mani sulla faccia e tremava, stava come me, provavamo le stesse emozioni. Nessuno dei due voleva che Lucy morisse.
Improvvisamente un suono attirò la nostra attenzione, erano delle sirene, finalmente era arrivata l'ambulanza. Corsi verso la porta d'entrata per andare ad aprire, subito entrarono i medici con una barella.
Da dietro i vari medici intravidi i visi di Lottie e Felicite, stavano piangendo, feci segno ad entrambe di venire dentro e loro lo fecero.
-Louis.- disse Lottie abbracciandomi.
La strinsi forte a me e le diedi un bacio fra i capelli.
-Aspettate qui, siamo intesi. Io vado da Lucy.- dissi allontanandola da me.
Mi recai verso il bagno e vidi che i medici l'avevano poggiata sulla barella mentre Harry era in piedi a piangere.
-Cosa ha avuto?- chiesi attirando la loro attenzione.
-Ragazzo, deve essere operata urgentemente se non vuoi che muoia. Tu chi sei?- chiese uno dei tre medici.
-Sono Louis Tomlinson, il suo ragazzo.- dissi.
-Ci serve un parente..- lo interruppi subito.
-Quello è il fratello. Adesso corriamo in ospedale la prego.- dissi cercando di mantenere la calma.
-Ok, andiamo.- disse questo medico.
Vidi il corpo di Lucy passare sotto i miei occhi, era sempre più pallida.
-Harry, vieni! Io entro con lei in ambulanza tu e le mie sorelle venite con la macchina.- dissi uscendo dal bagno.
Corsi subito fuori, dove c'era l'ambulanza con il corpo di Lucy, c'era molta gente fuori tra cui anche le mie due sorelle, che alla vista di Lucy scoppiarono in un altro pianto.
-Ragazze, andate da Harry! Siate forti, andrà tutto bene.- cercai di convincere più me che loro.
Loro due non dissero nulla, andarono solamente da Harry.
Mi affrettai poi a salire nell'autoambulanza, mi sedetti di fronte a lei. Le avevano messo sia la flebo che la mascherina per l'ossigeno.
Doveva farcela, doveva. Non poteva lasciarmi.
Piansi ancora portando le mani al viso.

***

Eravamo in ospedale ed io insieme ai medici correvo verso la sala operatoria, volevo esserci con lei in qualunque circostanza, lo aveva detto lei: la dovevo vivere.
Sentii altri passi correre dietro di me, non mi girai per vedere chi fossero poiché già lo sapevo. Erano Harry, Lottie e Fizzy.
Arrivammo fuori la porta della sala operatoria, ma li un medico si mise davanti a ma e mi fermò.
-Voi non potete entrare. Appena so qualcosa ve lo comunico.- disse dandomi una leggera pacca sulla spalla.
Per la rabbia diedi un cazzotto nel muro.
Mi feci male, ma poco mi importava, in questo momento mi importava sola e solamente di Lucy.
Doveva riuscire, l'operazione doveva riuscire. Poggia la schiena contro il muro, portai le mie mani sul volto e piansi ancora, pian piano scivolai a terra, doveva farcela.
Doveva farlo per me, per la bambina, ma anche per lei. Non doveva morire.

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