Prologo

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Andrew

Cinque mesi prima...

<<Mi dispiace figliolo, tua madre se ne è andata>>, sussurra mio padre fra le lacrime e i singhiozzi.

Scivolo a terra sul pavimento dell'ospedale e fisso il vuoto.

Andata.

Che brutto modo di dire che una persona è...andata.

Mia madre è... No. Non riesco a dirlo.

Quando saliamo in macchina regna il silenzio e appena mio padre parcheggia nel vialetto di casa, mi precipito fuori e mi rinchiudo nella mia stanza. Mi siedo sul letto e prendo la chitarra sulle gambe, quella che mi ha regalato lei l'anno scorso e la stringo, senza suonarla.

Qualche ora dopo bussano alla porta.

<<Vattene>>, dico con la voce piatta, credendo sia mio padre. Ora non riesco ad affrontarlo. È troppo difficile vedere il dolore sul suo viso.

La porta si spalanca e una chioma castano chiara si materializza da dietro alla porta. Riley Cooper, la sorella del mio migliore amico e off limits per me, entra nella mia stanza con in mano una bottiglia di whiskey.

La tentazione in persona.

<<Ho pensato che questo ti avrebbe aiutato>>, dice accennando un sorriso.

Annuisco piano una volta e si avvicina al letto. Mi spinge di lato per sedersi accanto a me e mi allunga la bottiglia. La apro ne butto giù un lungo sorso che mi pizzica la gola e mi fa lacrimare gli occhi.

La guardo con la coda dell'occhio e il mio cuore reagisce all'istante. Fra tutte le persone che sarebbero potute entrare qui dentro oggi, Riley era l'ultima che mi sarei aspettato, ma l'unica che voglio in questo momento.

Nonostante mi sia sempre comportato da coglione con lei per farle credere che la detesto, stasera non riesco a nascondere quello che provo davvero per lei.

Sono innamorato di Riley da quando avevo cinque anni e l'ho protetta per la prima volta da un cane randagio che la stava per mordere. Lei mi si è gettata addosso e ha pianto contro la mia spalla.

Cole, suo fratello, lo sa. Lo ha sempre saputo e mi ha detto che posso anche provarci, ma che devo trattarla bene. Non ci riesco. Non riesco a dirle che cosa provo per lei.

E sono un codardo.

<<Grazie>>, le dico sinceramente, afferrandole una mano fra le mie, intrecciandole le nostre dita.

Annuisce e mi prende la bottiglia di mano, buttandone giù un piccolo sorso. Fa una boccaccia per il gusto forte del whiskey che la rende ancora più bella del solito.

<<Fa schifo>>, dice con una smorfia.

Riesce a farmi sorridere, ma tento di reprimerlo. Lo vede lo stesso e quando ricambia, sento un peso togliersi dal mio petto.

<<Nanerottola, non devi ubriacarti per forza assieme a me>>.

Scuote la testa. <<Voglio farlo>>, risponde testarda.

Per dimostrarmelo ne butta giù altri due sorsi.

Mezza bottiglia dopo, l'alcool mi scioglie la lingua e anche le lacrime. Riley mi attira contro il suo collo e mi lascia sfogare, abbracciandomi forte con le sue braccia. Annego nel suo calore e mi abbandono alla debolezza.

<<Fa così male>>, sussurro fra i singhiozzi.

Mi stringe più forte. <<Lo so>>.

Rimaniamo abbracciati e svegli per tutta la notte. Riley sopporta il mio silenzio e a volte i miei sfoghi di rabbia contro il destino e la vita che oggi mi hanno portato via la donna più importante della mia vita.

Distesi sul fianco, così vicini, scatena qualcosa dentro di me e in un momento che associo alla follia, le prendo il viso fra le mani e appoggio dolcemente le mie labbra sulle sue. Il mio cervello si spegne per qualche minuto e la bacio come avrei voluto fare da anni.

La bacio con passione.

La bacio per dimostrarle che l'amo.

La bacio per dimenticare tutto lo schifo che mi circonda.

La bacio perché ho così bisogno di lei...

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