31. (revisionato)

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Riley

Andrew Stevenson avvistato assieme alla sua band a Cancún. Il bad boy è rimasto solo e sconsolato per cinque giorni. Che ci sia aria di crisi fra i fidanzatini d'America?

Probabilmente sì, visto che Andrew non ha raggiunto Riley Cooper nel Minnesota per la finale Regionale che si terrà domani pomeriggio e che sarà trasmessa in diretta nazionale.

Ragazze, siete pronte a consolare il cuore spezzato del vostro idolo? Fatevi avanti!

Il mio primo istinto è quello di lanciare il computer dall'altro lato della stanza e il secondo è quello di uccidere tutti i paparazzi del pianeta che si intromettono nella mia vita privata e in quella di Andrew.

Possibile che non siano capaci di restare zitti?

<<Fanculo!>>, grido furiosa.

Kayla mi guarda storto ed è sul punto di mettersi a ridere. <<Che succede?>>

Mi alzo in piedi dal letto e comincio a camminare avanti e indietro per la nostra minuscola camera d'albergo.

Sbuffo.<<Quei giornalisti mi mandano fuori di testa>>.

<<Sei di nuovo in prima pagina?>>, chiede prendendosi gioco di me.

Giro il computer nella sua direzione e lascio che legga l'articolo.

<<Da come vi siete aspirati il viso a vicenda l'altro giorno, direi che fra di voi non è affatto finita>>, dice.

Mi butto sul letto a pancia in giù e affondo il viso nel cuscino. <<No, infatti. Ci siamo trascurati un po' nell'ultimo mese, dopo l'incidente, ma non ci siamo lasciati. Non ancora almeno>>.

<<Ti va di parlarne?>>

Scuoto la testa. <<Più tardi. Ora avrei bisogno di andare a prendere un po' d'aria>>.

Fa una smorfia. <<Ma fuori fa freddissimo!>>

<<Meglio, magari mi si congela il cervello qualche minuto>>.

Scoppia a ridere mentre esco dalla stanza e mi porto il telefono appresso, infilandolo nella tasca del giubbotto.

Gironzolo attorno all'albergo e mi ritrovo a bordo della piscina esterna coperta da delle tavole di legno. Mi siedo su una sdraio e rimango a fissare il cielo stellato.

Il mio telefono squilla e quando vedo il nome sul display, rispondo dopo qualche secondo, indecisa sul da farsi.

<<Ciao>>, dico alla fine.

<<Ciao>>, risponde Andrew, <<Come stai?>>

Sospiro. <<Un po' nervosa per domani. Tu?>>

<<Finalmente rilassato e sereno. Quando ci vedremo, dobbiamo parlare>>.

<<Hai visto gli articoli?>>

Sbuffa. <<Purtroppo sì>>.

<<Sei stato davvero così triste e non ti sei divertito?>>

Ridacchia. <<Ho anche riso, nanerottola. Non mi sono depresso tutto il tempo>>.

<<Ah no?>>

<<No, ma ti ho pensata sempre>>.

Rimango in silenzio in cerca di qualcosa da dire che non sia: ti prego, dimmi che mi vuoi ancora.

Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora