Riley
I miei genitori sono andati a cena con dei loro amici e ho finalmente tutta la casa per me dopo giorni in cui non sono riuscita a restare sola nemmeno cinque minuti.
Tornare a casa mi ha fatto davvero bene e parlare con mamma mi ha aiutato a chiarirmi il cuore e la testa.
Quello che è successo con Andrew l'altra sera è stato bellissimo, quasi perfetto e ne avevo un estremo bisogno. Ho capito tante cose su di noi e non voglio mollare. E non ne ho mai davvero avuto intenzione.
Noi ci amiamo.
Ci amiamo davvero moltissimo e le cose fra di noi possono sistemarsi. Io posso aiutarlo a sistemare il casino che ha dentro di sé. So che per lui non è facile affrontare i suoi demoni ma vorrei stargli almeno vicino.
Tic. Tic. Tic.
Un rumore improvviso contro la finestra mi fa sobbalzare. Corro a vedere e quando scosto la tenda noto una figura familiare e il mio cuore schizza alle stelle.
Apro una parte della finestra della mia stanza. <<Andrew?>>
Allunga le braccia e mi attira contro il suo petto, fregandosene del muro e del balcone che ci divide. Lo sento tremare e mi sta un po' spaventando.
<<Va tutto bene?>>, chiedo contro il suo collo.
Annuisce. <<Va benissimo. Adesso va tutto benissimo>>.
<<Mi stai spaventando>>.
Scuote la testa e si stacca dall'abbraccio. Sta piangendo e sorridendo allo stesso tempo. Appoggia la chitarra a terra accanto ai miei piedi e poi salta dentro alla mia stanza.
<<E' stata una giornata pazzesca, Riley>>.
Gli prendo una mano e lo trascino nel letto dove ci sediamo uno accanto all'altro.
<<Perché hai pianto?>>, chiedo con dolcezza.
Lui mi afferra il viso fra le guance e mi stampa un bacio casto sulle labbra. Poi mi solleva dal letto e mi fa appoggiare sulle sue gambe.
<<Sono stato alla tomba di mia madre oggi pomeriggio>>.
Spalanco gli occhi, sorpresa. <<Davvero?>>
Annuisce. <<L'ho fatto. È stato triste ma anche liberatorio. Ero così arrabbiato con lei, Riley. Lei è morta e mi ha lasciato ma non è colpa sua. Adesso l'ho capito>>.
Lo stringo forte a me. <<Oh, Andrew. Non sai quanto sono orgogliosa di te>>.
Sorride. <<Non è tutto. Ho incontrato mio padre>>.
Indietreggio per guardarlo negli occhi per capire come sta. Non c'è traccia di rabbia solo serenità. <<Tuo padre?>>
Sorride. <<Mi ha chiesto scusa per tutte le brutte cose che mi ha detto. Abbiamo parlato delle ore e ci siamo chiariti>>.
<<Ma è meraviglioso!>>
Si butta indietro sul letto e mi trascina con lui. <<Lo so. È strano ma sono anche felice>>.
<<Lo vedo>>.
Mi sistema un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. <<Scusa se sono piombato qui così, ma avevo bisogno di dirtelo e di parlarne con qualcuno. Avrei dovuto lasciarti i tuo spazi. Mi dispiace>>.
<<Non scusarti. Mi fa piacere che tu sia venuto da me. Speravo lo facessi>>.
<<Perché?>>
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Il mio peggior incubo.
ChickLitRiley Cooper ha un grosso problema il cui nome è Andrew Stevenson, il migliore amico di suo fratello che dall'età di due anni non fa altro che darle il tormento. Riley e Andrew si odiano. Si odiano profondamente e non fanno altro che litigare e...