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Andrew

Tre ore di volo ed eccomi qui, davanti alla ragazza che amo che in questo momento è davvero furiosa e ferita a causa di uno stupido articolo di giornale.

Come biasimarla?

Il gossip di cui sono protagonista sa essere davvero crudele e mi stanno rovinando la vita al momento, dopo ieri sera. Hanno frainteso del tutto il gesto di gentilezza ed ora non solo Riley mi odia, ma anche Phil, il proprietario della casa discografica.

La ragazza della foto? È sua figlia e crede che abbiamo una storia.

Grandioso.

Riley incrocia le braccia al petto e inarca un sopracciglio, guardandomi con sfida.

<<Sto aspettando>>, dice con la voce che le trema.

Sono praticamente steso sopra di lei per tenerla ferma affinché mi ascolti, solo che con questa espressione ho completamente dimenticato che cosa devo dirle.

Mi è mancata da morire.

<<La ragazza della foto si chiama Mary>>, comincio.

<<Oh, wow, bravo! Ti ricordi pure il suo nome. Che dolce! Sai già dove andrete in luna di miele?>>, chiede sarcastica.

So che non dovrei, ma non posso non scoppiare a ridere e Riley, infastidita, mi pizzica il braccio, facendomi smettere all'istante.

<<Smettila di prendermi in...>>.

La interrompo catturando le sue labbra morbide e irresistibili fra le mie, ingoiando le sue proteste dentro di me.

Si abbandona immediatamente fra le mie braccia e al mio bacio delicato come una piuma ma possessivo. La sua sottomissione però dura solo un minuto e poi, rendendosi conto di aver ceduto, si tira indietro.

<<Non ho resistito>>, mi giustifico.

<<Andrew, stai tergiversando>>, mi fa notare imbronciata.

Chiudo gli occhi e le afferro il viso fra le mani. <<Ieri sera dopo il concerto, i ragazzi della band hanno voluto uscire a festeggiare il sold out della serata. Phil si è presentato al camerino per complimentarsi con noi e per ritirare i testi delle mie nuove tre canzoni. Si è portato dietro anche sua figlia Mary che ci ha presentato. I ragazzi ovviamente l'hanno invitata ad unirsi a noi e lei ha accettato>>.

Osservo la sua reazione impassibile e poi mi sforzo di continuare.

<<Ho passato la notte a fare la baby sitter a tutto il gruppo, in particolare a lei che ha bevuto così tanto che mi ha vomitato addosso. Due volte. È stato terribile>>, ricordo arricciando il naso.

<<E la foto dell'albergo?>>

Le accarezzo incantato il labbro inferiore con il pollice. <<Alloggiavamo lì tutti assieme e l'ho portata nella mia stanza a dormire, ma io non sono rimasto. Sono andato da Austin a dormire sul divano>>.

<<E' la verità?>>, chiede con la voce che tradisce il suo sollievo.

Sorrido. <<Certo. Non mentirei mai, non a te>>.

Chiude gli occhi e rilassa i muscoli tesi. <<Ti credo>>, sussurra alla fine.

Sospiro di sollievo. <<Grazie>>.

<<Mi sei mancato>>, dice riaprendo i suoi meravigliosi occhi grigi.

Le stampo un bacio lungo che la fa fremere di desiderio. <<Anche tu>>, le dico contro le sue labbra che sanno di fragola.

Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora