29. (revisionato)

7.2K 307 7
                                    

Riley

È passata una settimana dall'incidente e la mia routine è ricominciata frenetica come sempre. Fra gli allenamenti, le partite, le trasferte, le lezioni e lo studio, casa mia la vedo solo la sera per dormire.

Sono esausta e sapere di dover partire domani mattina presto per andare a giocare in North Caroline per le semifinali regionali, tremo alla sola idea.

Il campionato sta andando davvero bene visto che siamo prime in classifica e prossime ad ottenere un titolo importante, ma non riesco a sentirne a pieno la gioia. Sento che manca qualcosa.

O meglio qualcuno.

Le cose fra me ed Andrew sono davvero disastrose al momento dato che non ci vediamo mai. Lui è sempre in sala di registrazione e ci dorme pure qualche volta mentre io ho dovuto rimettermi in pari con tutti i miei impegni.

<<Oh, eccoti qui>>, dice Jade interrompendo la mia lettura di questo noiosissimo libro di economia.

<<Ciao>>, la saluto.

<<Sono giorni che non parliamo. Come ti vanno le cose?>>, chiede con un sorriso raggiante.

Mi accascio sulla sedia. <<Uno schifo>>, rispondo spegnendo il suo entusiasmo.

<<Ancora niente da Andrew?>>

Scuoto la testa e sospiro. <<Niente. Nemmeno un messaggio>>.

Si alza in piedi e mi prende per un braccio. <<Forza andiamo>>, dice spingendomi avanti.

<<Che stai facendo?>>

Ridacchia. <<Lo vedrai e poi mi ringrazierai>>.

Usciamo dal campus e mi fa strada verso la sua macchina. Saliamo contemporaneamente e non le chiedo dove mi sta portando tanto non me lo direbbe.

<<Con Cole come va?>>

Arrossisce. <<Oh, alla grande, davvero>>.

Inorridisco al pensiero di loro due assieme che fanno cose perché Jade intendeva proprio quello. E soprattutto le pareti di casa mia sono un po' troppo sottili. A volte si sente tutto, soprattutto la notte.

Appena ci troviamo davanti allo studio di registrazioni di Andrew lancio un'occhiataccia fulminante a Jade che invece sta ridendo di me e della mia espressione turbata.

<<No, non ho intenzione di scendere>>.

Congiunge le mani in segno di preghiera. <<Ti prego. Non sopporto più di vederti così. Tu stai male, lui sta male e di conseguenza fate stare male tutti quelli che vi circondano. Vi amate così tanto che non potete buttare via tutta la vostra storia per un incidente!>>

La guardo con gli occhi sbarrati. <<Cavolo Jade. Calmati>>, la prendo in giro.

Mi pizzica un braccio. <<Scendi. Da. Questa. Macchina>>.

Alzo gli occhi al cielo ma faccio quello che dice e lei mi segue a ruota, accompagnandomi all'interno dello studio.

Quando varco la soglia dello studio, Dom è il primo a notare la mia presenza mentre tutti gli altri sono dietro il vetro a suonare e cantare.

I miei occhi cadono immediatamente su Andrew che sta gracchiando una canzone dalla melodia dolce ed è talmente immerso nella musica che mentre canta ha chiuso gli occhi.

Ma come ho fatto a resistere una settimana senza di lui?

Dom mi piazza un braccio sulle spalle. <<Il tuo ragazzo è stato intrattabile tutta la settimana. Centri qualcosa?>>

Mi conficco le unghie nel palmo della mano. <<Ha fatto tutto lui>>.

<<Sei qui per parlargli?>>

Annuisco. <<Mi piacerebbe sì. Domani mattina parto e torno fra una settimana>>.

Dom fa un cenno ad un uomo seduto davanti ai tasti che interrompe la musica. <<Facciamo cinque minuti di pausa. Andrew, potresti uscire un secondo?>>

Andrew appoggia la chitarra a terra ed esce dalla sala registrazioni e appena mi vede si blocca a metà strada. La sua faccia è una maschera di ghiaccio che si scioglie appena i suoi meravigliosi occhi verdi si appoggiano su di me.

Mi torco le mani aspettando una qualsiasi reazione. Mi basterebbe anche solo che mi gridasse di andarmene. Sarebbe già qualcosa rispetto al silenzio che mi tormenta da giorni.

Fa due passi avanti e quando è difronte a me, mi afferra per i fianchi e mi attira contro il suo petto, nascondendo il viso fra i miei capelli.

Inspiro a fondo il suo profumo e mi ritrovo ad asciugare due grosse lacrime che scivolano bollenti lungo le mie guance.

<<No, non piangere. Mi dispiace, nanerottola. Sono un coglione>>.

Singhiozzo più forte e le gambe mi cedono così che Andrew è costretto a sorreggermi. Nel frattempo lo studio si è svuotato e siamo rimasti soli.

Mi solleva da terra e mi appoggia su un tavolo poi si infila in mezzo alle mie gambe e mi affonda entrambe le mani fra i miei capelli.

La sua fronte finisce contro la mia. <<Mi mancavi da morire. Scusa se sono sparito>>.

<<Perché sei sparito?>>, chiedo con la voce roca.

Mi bacia l'angolo delle labbra. <<I-io sono terrorizzato>>.

<<Da che cosa?>>

Sospira. <<Di perdere ancora le persone che amo per colpa del mio lavoro>>.

Gli afferro il viso fra le mani. <<Non rischieresti per me?>>

Accenna un sorriso. <<Mi gioco tutto per te, nanerottola. Anche il mio cuore>>.

<<Promettimi una cosa>>, sussurro.

<<Qualsiasi cosa, nanerottola>>.

Gli stampo un bacio casto sulle labbra che sanno di sale per colpa delle nostre lacrime. <<Non scappare più. I-io ho un maledetto bisogno di te>>.

Nasconde il viso contro il mio collo. <<Te lo prometto>>.

<<Quando torno ne parleremo, ok?>>

Annuisce. <<Credo che stare lontani qualche giorno possa farci bene>>.

Pugnalata al cuore. <<Sì>>, scendo dal tavolo e le sue braccia abbandonano il mio corpo.

Sto per uscire dalla porta quando Andrew mi blocca per un braccio. <<Non ci stiamo lasciando, ok? Mi prendo solo una settimana di pausa da tutto, anche dalla musica. I ragazzi ed io andiamo a Cancún per qualche giorno>>.

Mando giù il groppo che ho in gola. <<Divertiti allora>>, rispondo bruscamente divincolandomi dalla sua presa.

Esco dalla porta e lui mi segue. <<Riley?>>

Mi volto ma non lo guardo negli occhi. Fa troppo male. <<Sì?>>

Fa un passo avanti e si abbassa così che ora siamo occhi contro occhi. <<Ti amo>>.

Il mio cuore reagisce a queste parole, ma non la mia testa che rimane indifferente. <<Ciao Andrew>>.

Raggiungo la macchina di Jade che mi sta aspettando seduta dietro al volante e mi lascio alle spalle un Andrew arrabbiato con i pugni chiusi lungo ai fianchi e un cuore spezzato. Il mio.


Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora