19.(revisionato)

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Riley

Per cosa credi che ti dessi il tormento?

Questa fastidiosissima frase continua a frullarmi per la testa durante tutto il pranzo di Natale e non tocco granché il cibo. Ho lo stomaco chiuso e le mani che stanno sudando per il panico che mi serra la gola.

<<Che hai?>>, mi domanda Cole preoccupato.

Liquido la cosa con un gesto impaziente della mano. <<Niente, solo mal di stomaco>>.

Aggrotta le sopracciglia. <<Non rinunceresti mai ad una abbuffata cucinata dalla mamma e dalla nonna. Tutto ok?>>

Annuisco. <<Tutto ok, Cole>>, insisto.

Andrew che è seduto accanto a me mi osserva mentre chiacchiero con mio fratello e i miei nonni. Sento i suoi occhi bruciarmi la pelle e perforarmi il viso.

<<Mi stai fissando>>, sbotto ad un certo punto.

Ridacchia e si alza in piedi, porgendomi la mano. <<Vieni con me>>, propone con quel suo modo fastidioso di comandarmi.

Sbuffo ed incrocio le braccia al petto. <<Sto mangiando>>, borbotto.

Mi afferra per un braccio e mi fa alzare in piedi. <<Solo due minuti>>, mi supplica con un broncio irresistibile.

Ho già detto che ha una bella bocca? Di quelle piene che passerei ore a mordere?

Lo accontento e ci allontaniamo dal tavolo fra una portata e l'altra. Mi conduce fino alla mia camera e si chiude la porta alle spalle.

<<C'è qualcosa che ti turba>>, dice osservandomi mentre mi siedo sul bordo del mio letto.

Alzo le spalle. <<Non è vero>>, mento.

Socchiude gli occhi e si limita a guardarmi per studiarmi per bene. Vengo attraversata da un brivido di eccitazione e pura follia.

<<A cosa pensi?>>, chiede.

Che vorrei saltarti addosso? Ok, questo è meglio se lo tengo per me. <<A niente>>.

Scuote la testa e si avvicina di due passi, piazzandosi davanti alle mie gambe. <<Non è vero. Quando sei turbata ti viene una piccola increspatura qui>>, dice toccando il centro della fronte fra le sopracciglia.

Socchiudo gli occhi. <<Mi hai osservata bene>>, mormoro.

Ride. <<Sì, nanerottola. Ora mi dici che cosa ti disturba o devo tirare ad indovinare?>>

Appoggio i palmi delle mani indietro sul copriletto ed indietreggio per poterlo guardare negli occhi.

<<Stupiscimi>>, rispondo.

Si picchietta l'indice contro il mento e cattura il mio sguardo sulle sue labbra, sui suoi zigomi perfetti e sulla barbetta incolta di un giorno.

<<Vediamo...>>, mormora fra sé, <<Ti stai chiedendo che cosa volessi dire con la mia frase, prima, mentre stavamo discutendo. Non capisci perché sono anni che ti do il tormento se ti odiavo. È così?>>

Rimango piacevolmente sorpresa perché ci ha preso eccome.

<<E se così fosse, risponderesti a quella domanda?>>, controbatto.

Si inginocchia davanti a me, infilandosi in mezzo alle mie gambe. Appoggia le sue grandi mani sulle mie cosce e punta i suoi occhi verdi nei miei.

<<Sicura di voler conoscere la risposta?>>

Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora