30. (revisionato)

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Andrew

Guardo Riley andare via assieme a Jade e mi do mentalmente del coglione. Perché ho detto quella frase? Perché continuo a ferirla di proposito?

Perché?

Mi prendo altri due minuti prima di rientrare nello studio. Abbiamo finito di incidere l'ultima canzone proprio quando è arrivata Riley e ora sono un uomo libero.

I ragazzi mi hanno costretto ad andare assieme a loro in vacanza a festeggiare l'album ed ho accettato perché sono mesi che non passiamo del tempo assieme noi quattro.

<<Com'è andata? Avete risolto?>>, mi chiede Dom che mi stava aspettando sulla soglia dello studio.

Scuoto la testa, sconsolato. <<Non esattamente, no>>.

<<I giornali ne parleranno appena vedranno che siete in due parti diverse: tu con la tua band,, lei con la sua squadra. Sicuro di volerla mettere ancora una volta sotto i riflettori e in pericolo?>>

<<I-io... non lo so Dom. Sono molto confuso riguardo a noi due>>.

<<L'hai voluta per così tanti anni che ora che state assieme molli tutto. Perché Andrew?>>

Distolgo lo sguardo dai suoi occhi indagatori. <<Ho paura che qualcosa vada storto e allora la sto allontanando comportandomi da stronzo>>.

<<La stai facendo soffrire>>.

Tiro un pugno contro la parete e subito dopo me ne pento perché la mano mi fa un male cane. Dom e i ragazzi si girano a guardarmi.

<<Ci vediamo all'aeroporto>>, dico uscendo di corsa dallo studio.

Nick appena mi vede apre la macchina e saliamo a bodo in completo silenzio. Non mi chiede niente e mi porta direttamente a casa.

Salgo le scale due alle volta e una volta davanti alla porta chiusa di Riley tentenno sul da farsi: busso o non busso?

Alla fine alzo il pugno della mano sana e aspetto in trepidante silenzio di sentire la sua voce.

<<Non c'è. È partita mezz'ora fa>>, dice Cole arrivandomi alle spalle, spaventandomi.

<<Merda>>, impreco, appoggiando la fronte alla parete.

Si avvicina. <<Che cosa vi sta succedendo?>>

<<Lei non c'entra niente. Il problema è solo mio>>.

Sospira. <<Risolverete tutto, vedrai>>.

Prendo il telefono in mano e compongo il suo numero da cui parte la segreteria telefonica dopo solo due squilli, segno che mi ha buttato giù e che non vuole parlarmi.

<<Se in questi giorni dovessi sentirla, dille che mi dispiace>>.

<<Ma tu dove vai?>>

Vado verso la mia stanza. <<A Cancún con i ragazzi>>.

<<Non vieni con noi in Minnesota per la sua partita? Potrebbe essere la svolta per la sua carriera>>.

Scuoto la testa. <<Ho bisogno di tempo e poi credimi, lei non mi vorrebbe lì>>.

<<E' arrabbiata con te?>>

<<No, ma delusa sicuramente sì>>.

Una volta nel silenzio della mia stanza, preparo velocemente una valigia, mettendoci dentro un po' di tutto, anche un maglione di lana nell'eventualità che cambi idea e vada in Minnesota.

Erik e la scorta mi accompagnano all'aeroporto e appena entro dalle porte scorrevoli camuffato per non farmi riconoscere dai fans, mi guardo attorno alla ricerca di Riley. Il suo volo non dovrebbe essere ancora partito.

I ragazzi raggiungono il gate, mentre io vado a cercare quello di Riley che è poco distante dal mio. La trovo seduta assieme alle sue compagne di squadra ma al contrario di loro che sono eccitate all'idea di andare a giocare le semifinali, lei è così triste.

A causa mia.

Avanzo verso di lei e le sue compagne sono le prime a notarmi e quella seduta accanto a lei, richiama la sua attenzione tirandogli una gomitata sulle costole.

Riley alza lo sguardo e appena i nostri occhi si incrociano, il resto attorno a noi sparisce completamente. Si alza in piedi e mi viene incontro.

<<Che ci fai tu qui?>>

Le sorrido e le prendo il viso fra le mani. Mi abbasso un po' e le catturo le labbra con le mie, lasciandola sorpresa e senza fiato. Appoggia le mani contro il mio petto e per un attimo penso che mi spingerà via, ma invece non lo fa e mi attira ancora di più contro di lei, ricambiando il bacio.

<<Non hai risposto alla mia domanda>>, dice contro le mie labbra, ansimando.

<<Ti ho cercata e ti ho chiamata. Detesto lasciarti andare via così ferita perché quello che ho detto prima in realtà non lo penso>>.

Accenna un sorriso. <<Allora facciamo un patto>>.

<<Quale patto?>>

Mi appoggia una mano sul cuore e una sulla fronte. <<Quando avrai fatto chiarezza dentro di te, sai dove trovarmi>>.

Affondo la mano fra i suoi capelli e la attiro a me per un altro lungo bacio appassionato.

<<Va bene, nanerottola>>.

Le sue compagne di squadra e l'allenatore la richiamano perché si devono imbarcare sull'aereo e la coda davanti a loro è parecchio lunga.

<<Ciao, Andrew>>.

Le bacio la fronte e lei chiude gli occhi. <<Ciao Riley>>.

Rimango fermo immobile a guardarla andare via e trovo già la risposta dentro di me: non voglio perderla. Non posso proprio. Non dopo tutto quello che ho fatto per averla.


Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora