Andrew
Guardo Riley andare via assieme a Jade e mi do mentalmente del coglione. Perché ho detto quella frase? Perché continuo a ferirla di proposito?
Perché?
Mi prendo altri due minuti prima di rientrare nello studio. Abbiamo finito di incidere l'ultima canzone proprio quando è arrivata Riley e ora sono un uomo libero.
I ragazzi mi hanno costretto ad andare assieme a loro in vacanza a festeggiare l'album ed ho accettato perché sono mesi che non passiamo del tempo assieme noi quattro.
<<Com'è andata? Avete risolto?>>, mi chiede Dom che mi stava aspettando sulla soglia dello studio.
Scuoto la testa, sconsolato. <<Non esattamente, no>>.
<<I giornali ne parleranno appena vedranno che siete in due parti diverse: tu con la tua band,, lei con la sua squadra. Sicuro di volerla mettere ancora una volta sotto i riflettori e in pericolo?>>
<<I-io... non lo so Dom. Sono molto confuso riguardo a noi due>>.
<<L'hai voluta per così tanti anni che ora che state assieme molli tutto. Perché Andrew?>>
Distolgo lo sguardo dai suoi occhi indagatori. <<Ho paura che qualcosa vada storto e allora la sto allontanando comportandomi da stronzo>>.
<<La stai facendo soffrire>>.
Tiro un pugno contro la parete e subito dopo me ne pento perché la mano mi fa un male cane. Dom e i ragazzi si girano a guardarmi.
<<Ci vediamo all'aeroporto>>, dico uscendo di corsa dallo studio.
Nick appena mi vede apre la macchina e saliamo a bodo in completo silenzio. Non mi chiede niente e mi porta direttamente a casa.
Salgo le scale due alle volta e una volta davanti alla porta chiusa di Riley tentenno sul da farsi: busso o non busso?
Alla fine alzo il pugno della mano sana e aspetto in trepidante silenzio di sentire la sua voce.
<<Non c'è. È partita mezz'ora fa>>, dice Cole arrivandomi alle spalle, spaventandomi.
<<Merda>>, impreco, appoggiando la fronte alla parete.
Si avvicina. <<Che cosa vi sta succedendo?>>
<<Lei non c'entra niente. Il problema è solo mio>>.
Sospira. <<Risolverete tutto, vedrai>>.
Prendo il telefono in mano e compongo il suo numero da cui parte la segreteria telefonica dopo solo due squilli, segno che mi ha buttato giù e che non vuole parlarmi.
<<Se in questi giorni dovessi sentirla, dille che mi dispiace>>.
<<Ma tu dove vai?>>
Vado verso la mia stanza. <<A Cancún con i ragazzi>>.
<<Non vieni con noi in Minnesota per la sua partita? Potrebbe essere la svolta per la sua carriera>>.
Scuoto la testa. <<Ho bisogno di tempo e poi credimi, lei non mi vorrebbe lì>>.
<<E' arrabbiata con te?>>
<<No, ma delusa sicuramente sì>>.
Una volta nel silenzio della mia stanza, preparo velocemente una valigia, mettendoci dentro un po' di tutto, anche un maglione di lana nell'eventualità che cambi idea e vada in Minnesota.
Erik e la scorta mi accompagnano all'aeroporto e appena entro dalle porte scorrevoli camuffato per non farmi riconoscere dai fans, mi guardo attorno alla ricerca di Riley. Il suo volo non dovrebbe essere ancora partito.
I ragazzi raggiungono il gate, mentre io vado a cercare quello di Riley che è poco distante dal mio. La trovo seduta assieme alle sue compagne di squadra ma al contrario di loro che sono eccitate all'idea di andare a giocare le semifinali, lei è così triste.
A causa mia.
Avanzo verso di lei e le sue compagne sono le prime a notarmi e quella seduta accanto a lei, richiama la sua attenzione tirandogli una gomitata sulle costole.
Riley alza lo sguardo e appena i nostri occhi si incrociano, il resto attorno a noi sparisce completamente. Si alza in piedi e mi viene incontro.
<<Che ci fai tu qui?>>
Le sorrido e le prendo il viso fra le mani. Mi abbasso un po' e le catturo le labbra con le mie, lasciandola sorpresa e senza fiato. Appoggia le mani contro il mio petto e per un attimo penso che mi spingerà via, ma invece non lo fa e mi attira ancora di più contro di lei, ricambiando il bacio.
<<Non hai risposto alla mia domanda>>, dice contro le mie labbra, ansimando.
<<Ti ho cercata e ti ho chiamata. Detesto lasciarti andare via così ferita perché quello che ho detto prima in realtà non lo penso>>.
Accenna un sorriso. <<Allora facciamo un patto>>.
<<Quale patto?>>
Mi appoggia una mano sul cuore e una sulla fronte. <<Quando avrai fatto chiarezza dentro di te, sai dove trovarmi>>.
Affondo la mano fra i suoi capelli e la attiro a me per un altro lungo bacio appassionato.
<<Va bene, nanerottola>>.
Le sue compagne di squadra e l'allenatore la richiamano perché si devono imbarcare sull'aereo e la coda davanti a loro è parecchio lunga.
<<Ciao, Andrew>>.
Le bacio la fronte e lei chiude gli occhi. <<Ciao Riley>>.
Rimango fermo immobile a guardarla andare via e trovo già la risposta dentro di me: non voglio perderla. Non posso proprio. Non dopo tutto quello che ho fatto per averla.
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Il mio peggior incubo.
ChickLitRiley Cooper ha un grosso problema il cui nome è Andrew Stevenson, il migliore amico di suo fratello che dall'età di due anni non fa altro che darle il tormento. Riley e Andrew si odiano. Si odiano profondamente e non fanno altro che litigare e...