3.

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Quando apro gli occhi il mattino dopo vengo presa dal panico. Non ricordo molto di ieri sera. So solo che ho vomitato mentre Andrew mi teneva i capelli sollevati sulla nuca e che mi sono addormentata nel pavimento del bagno.

Credo che ad un certo punto mi abbiano messa a letto, ma non mi sono accorta di niente ma in un qualche modo nella mia camera ci sono arrivata.

Ora, la luce del sole che viene dalla finestra accanto al letto, mi da fastidio e accentua il mio mal di testa. Gemo e mi nascondo con la testa sotto al piumone.

Una risata mi fa raggelare e quando riemergo da sotto le coperte con la testa, sono spiacevolmente sorpresa di trovarci Andrew, steso accanto a me e quasi completamente nudo.

<<Che ci fai nel mio letto?>>

Che cazzo è successo stanotte? Abbiamo...? No. No. Impossibile. Mi rifiuto di crederci. Mi osservo e tiro un sospiro di sollievo. Indosso ancora il vestito di ieri sera.

Fiu! Pericolo scampato.

Andre ride e in me si scatenano strane sensazioni. La sua risata è così rara da sentire che per un attimo soltanto, mi perdo in lui e mi tiro mentalmente una pacca sulla spalla.

<<Mi hai implorato tu di restare ieri sera>>, risponde quando si calma.

Assottiglio lo sguardo. <<No>>. . Cacchio l'ho fatto veramente.

La nebbia dell'alcool comincia a diradarsi e ricordo a sprazzi quello che è successo dopo che mi sono addormentata. Ho afferrato Andrew per un braccio e l'ho trascinato giù nel letto. Diciamo che non gli ho lasciato altra scelta che restare.

Sbuffa infastidito. <<Non te lo ricordi?>>

<<Purtroppo sì e credimi non succederà di nuovo>>, ribatto stizzita.

Annuisce e si morde il labbro inferiore fra i denti. Vorrei farlo al suo posto e passare le dita fra i suoi setosi capelli biondi.

Ma che cavolo mi succede?

Sì, sto impazzendo o sono ancora ubriaca. Non so quale delle due opzioni sia la peggiore.

Ghigna appena capisce dove è diretto il mio sguardo e mi afferra per le braccia così che finisco sotto di lui che mi blocca con il suo peso contro il materasso.

<<Ah, nanerottola! Che cosa devo fare con te?>>, sussurra e sembra che questo pensiero non dovesse uscire dalle sue labbra perché poi si rabbuia subito.

<<Niente?>>

Ridacchia e la sua risata si riverbera dentro di me, facendomi fremere tutta. Rimaniamo a fissarci negli occhi per un po' e il suo viso si avvicina sempre di più al mio.

Dovrei fermarlo vero? Non ci riesco. Voglio che mi baci come quella notte in cui era troppo ubriaco per ricordarsene.

Adesso, ti prego.

Baciami.

Si appoggia sul gomito e il suo peso mi crolla addosso in modo piacevole. Sento tutto. Tutto quello che sta provando con il suo corpo.

<<Se ti baciassi ora, poi mi tirerai un pugno?>>, chiede accarezzandomi il labbro inferiore con il pollice della mano che non usa per sorreggersi.

<<Provaci>>, sussurro con la voce che mi muore sulle labbra.

Accenna un sorrisino ed è un sorriso strano, quasi timido e titubante. È un sorriso che non gli appartiene perché è sempre sicuro di sé.

Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora