9.(revisionato)

11.6K 415 16
                                    

Riley

Andrew mi solleva il cappuccio della felpa sopra la testa e mi afferra la mano prima di uscire dalla porta sul retro che dà accesso immediato alla spiaggia.

I fotografi appostati attorno a casa nostra, sembrano essersene andati quasi tutti a cena, perciò riusciamo a sgattaiolare al garage e prendere la moto senza essere visti da nessuno.

Quando incrocio gli occhi di Andrew, scoppiamo a ridere divertiti per questa fuga improvvisata.

<<E' stato divertente>>, dico con l'adrenalina che mi scorre nelle vene.

Mi sorride dolcemente prima di salire nella moto e farla ruggire un paio di volte. Aspetta che salga dietro di lui e lo stringa forte prima di sfrecciare fuori dal garage sotto lo sguardo perplesso e scioccato dei paparazzi.

Una volta che ci siamo assicurati che nessuno ci sta seguendo, Andrew si ferma prima al videonoleggio e poi parcheggia in un fast food in cui veniamo spesso a mangiare.

Scendiamo dalla macchina ed entriamo. Sindy, la cameriera che da mesi cerca di attirare l'attenzione di Andrew, spalanca gli occhi appena ci vede entrare o meglio vede lui perché io non esisto accanto a lui.

<<Vi accompagno al tavolo>>, dice con la voce roca mentre ondeggia sulle scarpe alte sculettando davanti ad Andrew il cui sguardo finisce proprio in quel punto.

Gli tiro una gomitata nelle costole abbastanza forte che probabilmente domani gli verrà un livido.

<<Che c'è?>>, sibila sottovoce.

Incrocio le braccia al petto infastidita. E mi ritrovo a domandarmi: perché sono infastidita? Andrew ed io non stiamo realmente assieme, dunque non dovrebbe importarmi che guardi le altre.

Eppure...

No. Mi rifiuto di finire questo dannato pensiero.

<<I suoi occhi sono da un'altra parte>>.

Ridacchia e appoggiandomi un braccio nelle spalle, mi attira contro il suo petto.

<<Sei bellissima quando ti arrabbi e sei gelosa>>, sussurra.

Un brivido mi percorre tutta la spina dorsale.

Ma cosa cazzo succede?

Perché all'improvviso mi sciolgo per i suoi complimenti?

<<Non attacca Stevenson>>, mento e vendo le sue sopracciglia schizzare in alto.

Non mi crede.

Oh cavoli fritti!

<<Un giorno lo ammetterai>>, sussurra contro il mio orecchio.

Il mio cuore è praticamente diventato la banda del Paese.

<<Che cosa?>>, chiedo innocentemente.

Mi afferra il mento con la mano libera per costringermi a guardarlo negli occhi.

<<Che sei attratta da me>>.

Quasi mi strozzo con la saliva, mentre tento di buttare giù il nodo che ho in gola.

<<Impossibile>>, rispondo con leggerezza.

<<Eccovi il vostro tavolo. Fra poco verrò a prendervi le ordinazioni>>, dice la cameriera sbattendo le ciglia e buttando in fuori il petto, mettendo in mostra il decolté.

Tiro un calcio ad Andrew sotto al tavolo e riporta la sua attenzione su di me. Una volta soli, mi fissa dall'altro lato del tavolo con un sorrisone soddisfatto.

Piccolo bastardo.

<<Sindy lo ammetterebbe anche subito che è attratta da te>>, dico con fare angelico, nonostante dentro il sangue ribolli come lava incandescente.

Socchiude gli occhi e mi guarda con sguardo intenso. Quasi con desiderio. E mi accorgo solo ora che ci siamo avvicinati così tanto che potrei sfiorare il suo naso con il mio.

<<Può darsi, ma non è lei a cui l'ho chiesto>>.

Oh.

Oh wow.

<<Dovremo mandare un messaggio a Cole>>, dico per cambiare argomento.

Si tira indietro e sospira. <<Sarò pure stronzo, ma tu hai la capacità di cambiare sempre argomento su questioni spinose>>, borbotta.

Sbuffo forte tanto che un ciuffo di capelli vola via dalla mia fronte. <<Non c'è niente di cui parlare>>, mento.

Scuote la testa. Ovviamente non mi crede. <<Forse non sei ancora pronta ad ammetterlo a te stessa, ma è così>>, risponde con apparente tranquillità.

Afferro il telefono, grata per qualche secondo di distrazione e mando un messaggio a mio fratello.

Si è forata la ruota della moto. Faremo tardi. Mangiate senza di noi.

Due secondi più tardi arriva la risposta.

Serve aiuto?

No, arriva Nick fra mezz'ora.

Non uccidetevi a vicenda.

Ridacchio e Andrew mi ruba il telefono dalle mani. Guarda accigliato lo schermo e digita qualcosa sulla testiera e poi me lo riconsegna.

In realtà lo amo.

Alzo la testa di scatto e lo fulmino con un'occhiataccia. <<Imbecille>>.

Getta la testa indietro e scoppia a ridere, divertito.

Mio fratello ovviamente, conoscendomi bene, risponde con un: Ciao, Andrew. Lo mostro al diretto interessato accompagnando il messaggio con una mia linguaccia.

<<Non è giusto>>, dice imbronciandosi.

<<Mio fratello sa perfettamente quanto ci detestiamo>>.

<<Non è sempre così>>.

Stringo i pugni sotto al tavolo. <<No, non sempre>>.

E il pensiero dei baci bollenti che ci siamo scambiati mi tinge le guance di rosso. E nella mia subdola mente, ritorno a quei brevi momenti nel suo letto quando sono andata a svegliarlo.

È stato strano.

Troppo intenso e troppo tutto.

Se si accorge che sono arrossita violentemente, fa finta di niente e cambia discorso, portando la conversazione ai livelli da me gestibili.


Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora