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Andrew

Siamo tornati a casa da circa una settimana e non vedo Riley da 72 ore. Mi manca da impazzire, ma purtroppo i nostri orari non coincidono per niente. Lei è a lezione dal mattino al pomeriggio, poi ha gli allenamenti.

E come se non bastasse è partita per la trasferta nell'Oregon ieri sera e non sono riuscito a salutarla perché sono rinchiuso nello studio di registrazione con i ragazzi della band.

Dom, il mio agente, non mi ha lasciato uscire nemmeno per andare al bagno.

<<Sono distrutto. Non possiamo fare una pausa?>>, chiede Austin con disperazione, dando voce ai pensieri di tutti noi.

Dom incrocia minacciosamente le braccia al petto e ci guarda con rimprovero. <<Avete inciso solo cinque canzoni e ve ne mancano altre sei. Se vi lascio andare adesso, domani mattina vi voglio qui alle otto>>.

Accettiamo tutti e scompariamo dalla sala di registrazione a tempo di record, prima che Dom cambi idea.

<<Vieni con noi a bere qualcosa qui difronte?>>, chiede Brent.

Annuisco, grato della distrazione. <<Solo una birra, poi il televisore mi aspetta>>.

<<Riley gioca questa sera?>>, chiede Austin.

<<Fra due ore, sì. Non ho intenzione di perdermela>>.

Brent mi dà una pacca sulla spalla. <<Lo so che è dura, anche a me manca Spencer. Stringi i denti, amico>>.

Gli sorrido. <<Oh, sopporterò tutto pur di stare con lei>>.

Austin ridacchia. <<Sei proprio cotto>>.

Mi stringo nelle spalle. <<Da tutta la vita>>.

Usciamo dallo studio e ci fermiamo nel locale affollato difronte. Mi calco il cappellino sugli occhi per non essere riconosciuto e ci avviciniamo al bancone, dove Austin ordina tre birre.

<<Al nuovo disco>>, dice facendo tintinnare contemporaneamente i colli delle nostre bottiglie.

Mezz'ora più tardi rientro a casa, scortato da Eric e Nick, che sostano poi davanti al perimetro della casa per controllare eventuali incursioni durante la notte.

Entrando in salotto trovo Jade, Cole e Thomas seduti sul divano con la pizza calda sopra al tavolino che mi sta chiamando, ma quando sullo schermo inquadrano Riley mi manca il fiato.

Una settimana senza sentirla, senza vederla ed ora eccola lì, più bella che mai, ma così inavvicinabile da far male.

Lo speaker sta parlando di lei. <<Riley Cooper, vice capitano, questa sera giocherà da titolare davanti a un vasto pubblico venuto in massa solo per lei e per sapere delle recenti notizie che la ritraggono come protagonista. A quanto pare, la giovane palleggiatrice, ha per le mani un pallone molto prezioso: Andrew Stevenson>>.

Alzo gli occhi al cielo. <<Stupidi pettegolezzi>>, borbotto sedendomi sul divano, attirando l'attenzione dei miei amici.

<<Oh, guarda un po' chi si è degnato di farsi vedere>>, scherza Cole, lanciandomi un cuscino.

<<Lascia stare, amico. Sono sfinito, non dormo da due giorni>>.

Jade mi allunga un biglietto. <<Da parte di Riley. Ha chiesto di dartelo>>, spiega vedendomi perplesso.

Lo apro sotto lo sguardo curioso dei miei amici, in particolare sento gli occhi di Cole bruciarmi la faccia. Scoppio a ridere appena vedo il disegno che le avevo regalato quando eravamo bambini. Avevo cercato di ritrarre me e lei come principe e principessa.

Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora