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Andrew

Riley è più che arrabbiata con me per la bugia che ho rifilato a sua mamma al telefono questa mattina, ma non ho resistito.

Dovevo assolutamente vedere la sua reazione che non mi ha affatto deluso. Lei ha sentito qualcosa, di forte, come l'ho sentita io.

È stato come ricevere una scossa, un brivido di adrenalina potente che mi ha fatto sentire vivo.

Vivo come non mi sentivo da un bel po' di tempo. La dovrei ringraziare e dimostrarle quanto lei per me è importante senza spaventarla.

Venendomi l'idea perfetta, la raggiungo sul bordo della piscina dove è seduta assieme a Jade, con cui sta confabulando di qualcosa.

<<Ehi, nanerottola. Verresti con me un attimo?>>, chiedo mordendomi il labbro inferiore tra i denti.

Il suo sguardo di fuoco scende sulla mia bocca e il mio corpo si infiamma all'istante. Ora so che baciare Riley crea dipendenza esattamente come la droga.

Il momento però dura poco perché distoglie lo sguardo ed incrocia le braccia al petto.

<<Con te non vengo da nessuna parte>>, borbotta.

Oh, se è incazzata.

<<Nemmeno se mi metessi in ginocchio e ti pregassi?>>

Scuote la testa.

Quanto è testarda!

<<Dai, Riley, ti prego>>, dico facendo la mia migliore faccia da cucciolo bastonato.

Sbuffa. <<Ok, due minuti però>>, mi concede.

<<Perfetto, non ne servono di più>>, rispondo e le allungo una mano per aiutarla ad alzarsi.

La scaccia via con uno schiaffetto e si rimette in piedi da sola. Cerco di non ridere, ma non ci riesco perché quando cerca di fare la finta dura, me la fa solo piacere di più. E la rende buffa.

Mi segue nel mio studio di registrazione e la vedo perplessa, quasi intimidita.

<<Che cosa ci facciamo qui?>>

Le faccio cenno di sedersi sul divano ed io mi metto accanto a lei, con la chitarra appoggiata sulle gambe.

<<Lo sai che non sono bravo a parlare dei miei sentimenti e che ogni volta che ci provo combino un gran disastro. Perciò volevo chiederti scusa nel modo in cui mi riesce meglio: cantando>>, dico arrossendo.

Spalanca gli occhi completamente spiazzata. Ecco, non è questa la reazione che mi sarei aspettato da lei. Credevo che mi avrebbe mollato un ceffone e se ne sarebbe andata ridendo.

<<Ok>>, risponde dopo aver preso un lungo respiro profondo.

Pizzico le corde della chitarra un paio di volte e poi comincio a suonare la canzone del suo gruppo preferito: i Coldplay.

<<When you try your best / But you don't succeed / When you get what you want / But not what you need / When you feel so tired / But you can't sleep / Stuck in reverse. And the tears come streaming down your face / When you lose something you can't replace / When you love someone but it goes to waste / Could it be worse? Lights will guide you home / And ignite your bones / And I will try to fix you>>.

Quando finisco di suonare e riapro gli occhi, Riley accanto a me si asciuga una lacrima ma ha stampato in faccia un meraviglioso sorriso. Uno di quelli rari che non affiorano spesso sul suo bellissimo viso.

Il mio peggior incubo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora