Novità

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-Elisabetta, non so come dirtelo...
Cassandra giocherellava nervosamente con il tovagliolo.
Elisabetta, da parte sua, non avrebbe fatto tanta attenzione se non avesse sentito il tono preoccupato della zia.
- Come sai, tutti credono che tu sia scomparsa dopo il... fattaccio, tuttavia sembra che girino voci su tuoi possibili avvistamenti. Sarebbe bene che tu prendessi il largo per qualche tempo.
Elisabetta per poco non si soffocò con il boccone appena preso per la sorpresa e lo sgomento. Come avevano fatto a vederla?! Già era tanto se sua zia le permetteva di affacciarsi al balcone che dava sul giardino!
E poi..... Prendere il largo? Che significava?
La risposta non tardò ad arrivare.
- Andrai per qualche tempo in campagna, almeno finché non si saranno calmate le acque. Ti accompagnerà madonna Giuditta Gardini.
Giuditta Gardini. Un nome che era tutto un programma.
Elisabetta la conosceva abbastanza da poter affermare con sicurezza che altro non era che una pettegola impicciona di gran classe, una nobildonna fin troppo orgogliosa del suo cognome che non avrebbe rinunciato per nulla al mondo al suo ruolo di spia per conto di Cassandra.
La sola idea di stare anche anni in compagnia di quel vecchio spaventapasseri per poi (forse) potersi sposare o (Dio non voglia!) essere sbattuta senza troppi complimenti in un anonimo convento la disgustava.
-Non ci sono altre soluzioni? Come fanno a girare certe voci se nessuno sa nemmeno che aspetto abbia?
-Tutti conoscevano almeno tua madre e non è difficile capire come potrebbe essere sua figlia.
Comunque sia, non vedo soluzioni migliori se non allontanarti il tempo necessario dalla città, affinché le voci si affievoliscano e si spengano del tutto.
Elisabetta reclinò il capo, in attesa del resto del discorso, il quale però non venne fino alla fine del pranzo.
Nel primo pomeriggio, infatti, Berta venne a chiamarla per scortarla nelle stanze di zia Cassandra, con la scusa di una grossa urgenza.
Elisabetta entrò nella grande stanza da letto di madonna Linardi Varesini con lo stesso stato d'animo di un condannato a morte. Cosa sarebbe stato del suo futuro se si fosse rifiutata? Cosa sarebbe accaduto se avesse accettato?
Non ci fu il tempo di pensare a una risposta.
-Vieni, cara. Siedi pure. - disse la zia, accennando a una sedia di legno intagliato dinnanzi al letto.
Elisabetta si sedette con cautela, cercando di decifrare l'espressione di Cassandra.
La donna continuò:- Come avrai senz'altro capito, non possiamo farti uscire dalla città con un grande seguito e nemmeno facendo capire che sei tu ad avere la necessità di spostarti.
Per questo ho concordato con la mia amica Giuditta un piano. - Lo sguardo di Elisabetta si fece più attento, pensava di iniziare a capire cosa volesse fare sua zia. Subito però scartò l'ipotesi. Impossibile, non era nel carattere di Cassandra, così femminile e affezionata alle regole dell'etichetta.
-Fingeremo che Giuditta non stia bene e abbia bisogno di un lungo periodo in campagna. Tu l'accompagnerai, facendoti passare per il paggio Andrea da Pisa. - con queste ultime parole indicò alla nipote degli abiti maschili, piuttosto modesti, adatti a un popolano qualunque, non certo all'erede della nobile famiglia de' Servi!
Elisabetta dovette soffocare un grido di sorpresa alla vista di quegli umili panni. Cassandra Linardi Varesini doveva essere davvero disperata se si era adattata ad un simile piano!
-Ottima idea, zia, dimentichi solo un piccolo particolare..... Come faccio con questi?- disse, passandosi una mano sui capelli.
-Non c'è problema. Non serve nemmeno che li tagli, ti insegno io un metodo semplice ed efficace per raccoglierli facendoli apparire corti.
-Signora, i bagagli di madonna Elisabetta sono pronti!- annunciò Berta da brava domestica quale era.
-Mia nipote arriverà immediatamente. Devo solo farle le ultime raccomandazioni. - rispose sorridendo Cassandra.

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