Uno strano incontro

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Le campane suonavano a festa quella fredda sera del 24 dicembre.
L'odore di incenso invadeva le navate del Duomo, accompagnato da canti lievi come neve e armoniosi come angeli festanti.
Andrea era stato l'ultimo a uscire dalla bottega, avvolto in un pesante mantello nero che era appartenuto a suo padre. Se lo era portato da Pisa badandovi come a una reliquia ed era orgoglioso di indossarlo in quella fredda sera del 1476 che presto sarebbe divenuto il 1477.
Gli altri ragazzi erano riusciti a trovare posto nelle ultime panche, ma quando Andrea era arrivato la chiesa era già piena in modo allarmante.
Sospirando, il ragazzino si rassegnò a passare l'ora successiva in piedi, quando qualcosa accadde alle sue spalle.
Qualcuno lo spintonò da un lato e il giovane apprendista, da parte sua pronto a reagire abbandonò qualunque proposito di farlo sentendo una voce mormorare:- Via, messer de' Servi, non vedete che si fa fatica a starci tutti? Siate un po' meno brusco nel farvi luogo!
Il tono di voce era scherzoso, ma il ragazzino si stupì ancora di più voltandosi e potendo identificare messer de' Servi con un vecchio dall'aspetto pingue e austero, con occhi azzurri accesi da un bagliore beffardo, vestito meglio di un cortigiano papale.
Andrea poté udirlo rispondere:- Vogliate scusarmi, messer Perotto, ma sono più nervoso del solito, ultimamente. -
- Per quella storia di vostra nipote, immagino...
Il vecchio era già scomparso tra i banchi raggiungendo il suo privato di famiglia, tra le prime file.
La Messa iniziò, ma Andrea non poté prestare grande attenzione alla Parola, turbato com'era da quell'incontro e dall'aspetto dell'uomo.
Dunque ecco com'era Gian Piero de' Servi.
Un vecchio dall'aria truce e derisoria, ma ricco, nobile ed elegante.
Poteva davvero farlo? Poteva il ragazzino pisano rischiare così tanto senza avere nemmeno una certezza dalla sua parte?
No, questo non era vero. Una certezza l'aveva, e bella consistente. L'unica cosa da provare a contrastare era la diffidenza.
Se fosse andata male e ci fosse stato un inganno, almeno avrebbe avuto la bottega come ultima carta (e non era affatto una brutta carta, tranne per la sgradevole situazione di menzogna con cui l'avrebbe tenuta in piedi).
Sempre più indeciso, snocciolava sottovoce salmi e preghiere seguendo sovrappensiero gli altri fedeli e si rese conto della fine della funzione solo quando si ritrovò solo in fondo alla navata, scosso lievemente da Cecco (così tutti alla bottega chiamavano Francesco), che cercava di attirare la sua attenzione.
- Ehi, è tardi. Io devo tornare a casa dalla mia famiglia, vuoi che ti accompagni alla bottega?
Andrea si riscosse dai suoi pensieri prima di rispondere:- No, grazie, non serve. Vai pure a casa, non preoccuparti per me.
Vedendolo titubante, aggiunse con un sorrisetto furbesco:- Tanto sai meglio di chiunque altro che so difendermi bene.
L'altro sorrise a sua volta e, congedandosi con un augurio di buon natale, se ne andò.
Andrea lo seguì con lo sguardo finché poté, prima di incamminarsi con fare pensieroso verso quella che era la sua nuova casa, impaziente di infilarsi nel letto e confidando nella notte e nei suoi buoni consigli.

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