Furono due giorni pieni di ansia per Andrea.
Si sentiva un inutile mangiapane a ufo che approfittava di un ragazzo appena conosciuto e non vedeva l'ora di guadagnarsi questa ospitalità. O almeno di poter contare sulle proprie forze.
Come Dio volle, finalmente arrivò il mattino del martedì.
Francesco gli si avvicinò e gli disse, piuttosto noncurante:- Preparati, il Maestro vuole conoscerti.- e a quelle parole Andrea per poco non cadde dalla sedia per la sorpresa.
Lungo la strada, Francesco fu prodigo di consigli:- Mi raccomando, non aspettarti chissà che nei primi tempi. Probabilmente sarà già tanto se ti farà impastare i colori o tendere e fissare le tele sui telai...-
- Non importa, quello che voglio è poter essere indipendente e avere di che vivere, senza essere per te un fastidio.
- Macché fastidio! Avevi bisogno di aiuto e te l'ho dato. È bello che tu voglia arrangiarti, ma se avessi ancora bisogno di me...Ci sono. Su questo puoi contarci.
Andrea sorrise riconoscente.
Nel frattempo erano arrivati.
Dalla bottega proveniva odore di legno e colori, un indistinto vociare maschile e.... Anche un ragazzo dai capelli lisci e scuri, con fiammeggianti occhi neri, di corporatura slanciata.
- Ehilà, briccone! Di' un po', dov'eri finito?! Lo sai che le commissioni ci stanno praticamente seppellendo vivi....
Francesco ridacchiò sussurrando ad Andrea, che gli camminava accanto:- Quello è Giannotto, imparerai presto com'è...
- E il bamboccio che ti porti appresso chi è?- continuò il ragazzo, Giannotto, con fare beffardo.
- Lo scoprirai presto... Deve parlare con il Maestro. Sai dov'è?
- È dentro. Dopo tutti gli altri, ammesso che tu riesca a passare.
- Guarda che non sono io a dover passare, è lui- rispose Francesco, accennando ad Andrea.
L'altro si lasciò andare a una risata sguaiata:- Figurarsi! Il bamboccio non è nemmeno da mettere in conto. Non riuscirà nemmeno a entrarci nella bottega senza essere travolto da qualcuno, il tappo.
Andrea lo fulminò con lo sguardo, cominciando a farsi strada tra gli altri ragazzi che svolgevano le più disparate mansioni dando vita a una specie di strana bolgia infernale.
Francesco nel frattempo lo seguiva, con Giannotto alle spalle.
Andrea dovette fermarsi dinanzi a un giovane uomo dai capelli chiari e mossi, il quale si affaccendava attorno a una ragazza (una modella, certamente) mormorando:- Forse è meglio se alzi il braccio.... Fin qui, basta così. Aspetta, socchiudi un po' gli occhi. Ecco, perfetto!
- Maestro...
L'uomo si voltò tanto repentinamente da far sobbalzare il ragazzino pisano.
- Che c'è, Francesco? Qualche problema?
- No, non io.... Ma lui - rispose il figlio del mercante lanciando un'occhiata ad Andrea.
- Ah, il giovane pisano di cui mi parlavi ieri.- si voltò verso la modella e le disse rapidamente:- Va' pure a riposare un attimo. Continuiamo più tardi. - quindi, voltandosi nuovamente verso gli apprendisti fece un cenno ed essi si ritirarono, tornando alle loro incombenze.
Andrea si sentì improvvisamente a disagio. Era solo, dinnanzi a uno dei più famosi pittori di Firenze, se non dell'Italia intera.
Botticelli, da parte sua, sembrava una persona equilibrata e responsabile, professionale ma allo stesso tempo molto libera.
Si sedette su uno sgabello e gliene indicò un altro dicendo con tono gentile:- Siediti pure. - e il ragazzino obbedì, come sotto incantesimo, sentendo un timore reverenziale verso il suo interlocutore.
- Quindi cerchi un posto di apprendista, no?
Andrea deglutì prima di rispondere timidamente:- Sì, Maestro.
L'uomo rise.
- Devo ancora abituarmi a questo appellativo! Immagino saprai che sono stato apprendista presso la bottega di Filippo Lippi. Mi sembra incredibile trovarmi nella stessa situazione del mio Maestro...
Andrea iniziava a sentirsi leggermente meglio. Forse non valeva la pena di sentirsi così sulle spine.
Botticelli continuò:- Sai, ragazzo, mi ricordi me stesso quando ho iniziato il tirocinio. Anch'io mi sentivo a disagio nella bottega. Non conoscevo nessuno e sapevo fare ben poco, tuttavia venni reclutato tra gli allievi che dovevano aiutare il Maestro nella realizzazione di alcuni affreschi a Prato. L'esperienza fu per me di grande aiuto.
Andrea taceva, attento. Con tutto quel racconto voleva assumerlo o cacciarlo?
- Scusa, sto ciarlando troppo! Beh, lavoro qui c'è sempre e il nostro Francesco mi ha spiegato quale sia la tua situazione.
Benvenuto nella bottega!
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La Dama Di Venere
Historical FictionAnno 1471. Elisabetta de' Servi è l'erede di una ricca e influente famiglia fiorentina, tuttavia abita e cresce a Pisa felice con i suoi genitori e la servitù. Tutto questo fino a che una notte dei sicari infrangono la calma della casa uccidendo a...