Fatalità

185 15 1
                                    

I giorni si susseguirono, scanditi dalle visite di madonna Elisabetta alla bottega di Botticelli e dalle prove del meraviglioso abito che la giovane avrebbe indossato al banchetto che l'avrebbe introdotta in società.
Messer Gian Piero non accettava la minima imprecisione da nessuno per questa occasione e aveva deciso di investire tutto nell'evento.
Betta era troppo distratta dalle proprie preoccupazioni per accorgersi che in realtà sotto lo sfoggio che avrebbe caratterizzato il banchetto stavano interessi in cui si giocava il suo futuro.
Infatti, il vecchio de' Servi approfittava sempre più spesso delle uscite pomeridiane della nipote per inviare messaggeri o incontrare di persona un caro amico, messer Girolamo Lanzarotto.
Si sarebbe trattato di un suo pari, se non fosse stato che egli aveva avuto l'onore di entrare a far parte della corte dei Medici, essendo uno degli esponenti più in vista dei Palleschi, il partito che sosteneva coloro che erano di fatto i signori indiscussi della Dominante.
Perciò de' Servi aveva tutto l'interesse a legarsi a una così importante famiglia, a qualunque costo.
Ma in che modo si sarebbe comprato definitivamente il sostegno e l'alleanza dei Lanzarotto?
Facile, soprattutto ora che aveva la nipote sotto mano, per di più nel fiore degli anni e di una certa bellezza.
Il Cielo aveva voluto che Lanzarotto avesse due figli, il cui maggiore scapolo e di vent'anni circa, il quale avrebbe ereditato la fortuna del padre quando egli fosse venuto a mancare.
Per di più, sapendo che Lanzarotto padre non aveva ancora progetti sul matrimonio del primogenito, tanto valeva tentare....oltretutto era in ristrettezze economiche ultimamente ("ristrettezze".... Si faceva per dire, il termine nel suo caso stava a significare che non poteva da qualche tempo permettersi i lussi che si permetteva di solito, a parte questo economicamente stava più che bene)..... Una dote consistente lo avrebbe aiutato.
E lui, Gian Piero de' Servi, nell'oro attualmente per poco non ci nuotava!
Sarebbe stato sufficiente un contratto, qualche incontro e, naturalmente, l'invito al banchetto per la famiglia e tutto sarebbe andato per il meglio.
Confortato da questi piani "assolutamente geniali", il vecchio finì il suo vino e si sistemò più comodamente sulla sedia, emettendo un sospiro di soddisfazione.

............) (.............

Elisabetta tornò, come era ormai suo solito, alla bottega.
Era impaziente di vedere Francesco per descrivergli il vestito che avrebbe indossato al banchetto, la sua eccitazione al pensiero di incontrare ed essere presentata all'alta società fiorentina.....
Lui aveva riso (per quanto concesso dalle costole) con lei sulla possibilità di farle un ritratto con l'abito della festa e aveva iniziato a camminare e muoversi per la stanza.
Il Maestro ancora non gli permetteva di lavorare, per paura di affaticarlo troppo o di rallentare o addirittura danneggiare la guarigione delle ossa....
Sembrava che anche suo fratello Luca stesse, sebbene lentamente, guarendo.
Ma quel giorno qualcosa era cambiato, e Betta lo sentì non appena entrò nel laboratorio.
-C'è Francesco? Devo parlargli...
I ragazzi passarono il proprio sguardo su di lei per poi scambiarsi occhiate interrogative tra loro.
-Chi glielo dice?- chiese stancamente Giuliano a bassa voce.
Fu Filippo ad avvicinarsi a lei, seguito dallo sguardo compunto e imbarazzato degli altri.
Prese un bel respiro prima di dirle, con voce pacata, tenendo gli occhi bassi:- Francesco è tornato a casa stamattina. Dovevano dare i sacramenti a suo fratello ed era bene che anche lui fosse presente a dare un ultimo saluto a Luca.
Dovrà occuparsi di tutto lui, visto che suo padre non è ancora in città... -
A Betta mancò il respiro. Perché questo? Erano tutti così sicuri della guarigione di Luca Savelli.... E il povero Francesco? Sapeva meglio di chiunque altro della sua paura di succedere al padre negli affari....
Ricacciò indietro le lacrime prima di chiedere, la voce spezzata:- Quando si terrà il funerale?
- Domani. Per stasera il mercante Savelli dovrebbe essere qui, confidando nel buon tempo.- poi, vedendo gli occhi arrossati e lucidi della ragazza, Filippo aggiunse:- Non potevi immaginarlo. Va' da lui, sarà un sollievo vederti.-
Quella sera, nella sua stanza, Elisabetta confidò a Bia tutto quanto e poté sfogarsi piangendo fra le braccia dell'amica il suo dolore per Francesco.
Si sentiva così stupida e superficiale per aver pensato di parlare all'amico di cose futili come vestiti e feste....!
Avrebbe fatto tutto il possibile per alleviare il dolore della perdita al suo caro Cecco, lo avrebbe aiutato con tutte le sue forze per superare questo terribile avvenimento.
Avrebbe partecipato al funerale, ma di nascosto. Ciò di cui il suo amico aveva bisogno non era una personalità, ma della sua amica al quale aveva detto tutto, sempre.
Non l'avrebbe deluso in questa circostanza e avrebbe fatto capire una volta di più il valore della sua amicizia.

La Dama Di Venere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora