Un banchetto, un avvenire

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Era sorta l'alba di un nuovo giorno su Firenze.
Elisabetta si era risvegliata come una persona nuova; gli avvenimenti del giorno prima avevano assunto i contorni di un sogno e lei aveva preferito ridurli a semplici fantasticherie.
Era perfettamente consapevole del fatto che qualunque cosa fosse accaduto non poteva avere futuro, non in certi termini almeno, e che quanto poteva unirla a Francesco non doveva essere più di una semplice amicizia.
D'altronde, non era da sottovalutare il fatto che ciò che era accaduto era successo mentre entrambi non erano completamente lucidi, con le menti offuscate dalla sofferenza per una vita spezzata.
Aveva preferito quindi lasciar perdere, soprattutto per paura verso i sentimenti contrastanti che aveva provato in quell'incredibile momento.
A interrompere la calma del risveglio, era giunta Bia.
-Madonna, si annuncia una giornata importante per voi!- disse, con un sorriso gioioso e aperto in volto.
Betta rispose al sorriso e si alzò, pronta a scendere nella sala da pranzo per la colazione.

............) (.............

Tutto era pronto per il grande banchetto.
La sala, riccamente affrescata, era stata resa ulteriormente bella da drappi bianchi di stoffa lucida arricchiti da ricami dorati e lunghi tavoli disposti a ferro di cavallo erano stati attentamente posizionati al centro.
I servitori si erano messi ordinatamente lungo le pareti, vestiti di livree bianche e rosse, i colori della famiglia de' Servi, pronti a mettersi all'opera.
Bia era scesa a spiare i preparativi con emozione.
Era la prima volta che assisteva a un simile avvenimento e non voleva perdersene un solo passaggio, per poi parlarne con la padrona, anch'ella curiosa ed entusiasta.
Quando fu l'ora, Elisabetta dovette indossare lo splendido abito cucito per l'occasione: una meraviglia di velluto blu notte, con corpetto e maniche fittamente ricamati a motivi geometrici in filo d'oro e colorato, la lunga gonna ampia e dotata di un piccolo strascico.
I capelli erano stati raccolti morbidamente, in modo da lasciare una cascata di riccioli dai riflessi ramati a ornare lo scollo sulla schiena, e sulla fronte faceva la sua figura un filo di piccole perle candide quanto una nuvola nel cielo primaverile.
Al termine della preparazione, entrambe le ragazze rimasero con il fiato sospeso.
-Sembrate una principessa... - sussurrò Bia, con gli occhi sfavillanti di meraviglia.
Elisabetta non riusciva a pronunciarsi. Era la prima volta che aveva occasione di partecipare a un avvenimento simile, con un vestito così bello, poi.....!
Era certa che da quella sera, tutto per lei sarebbe cambiato, e rabbrividì.

...............) (...............

Gli invitati erano già nella sala e avevano preso posto nelle tavolate.
Un allegro chiacchiericcio si era diffuso e la maggior parte delle conversazioni era incentrata sulla protagonista della serata.
Come poteva essere la misteriosa Elisabetta?
-Dovrebbe avere all'incirca quindici anni....
-L'età adatta per andare sposa.
-Ma figurarsi! Messer Gian Piero l'ha appena ritrovata, e già se ne dovrebbe disfare?!
-Nessuno può negare che si tratti di un ottimo partito. Secondo me i pretendenti faranno a gara...
Messer Girolamo Lanzarotto, seduto accanto al figlio Lorenzo, se la rideva sotto i baffi per queste chiacchiere.
Qualora avessero scoperto che aveva battuto sul tempo tutti quanti senza neanche aver preso l'iniziativa!
Ma ecco, le voci iniziarono ad affievolirsi non appena si vide una figura scendere la scalinata.
Quando il volto fu rischiarato dalla luce delle molte candele che illuminavano la sala, non ci furono più dubbi per nessuno: era chiaro che la ragazza che era giunta per ultima era la famosa erede di casa de' Servi.
Non appena la giovane ebbe preso posto accanto al nonno, la festa riprese con più entusiasmo di prima.
Uno dopo l'altro, giunsero a porgere i propri omaggi i rappresentanti delle famiglie più illustri della città, dinnanzi ai quali Gian Piero non si faceva scrupolo di vantare velatamente la nipote.
Elisabetta, dal canto suo, era sopraffatta da quel mondo sfarzoso e raffinato di cui entrava a far parte dalla porta principale.
Piano piano, iniziarono a essere servite le pietanze: ogni portata era più gustosa e raffinata della precedente e riscuoteva sempre maggior successo.
Quando vennero serviti i dolci, i musici iniziarono ad accordare gli strumenti e fu chiaro che era arrivato il momento del ballo.
Fu a quel punto che Lorenzo Lanzarotto, spinto da un'occhiata piena di incoraggiamento dal padre, si fece avanti e invitò Elisabetta ad aprire le danze.
Lei era confusa, non conosceva quel giovane più o meno dell'età di Francesco, ma non poteva tirarsi indietro e accettò con un leggero sorriso.
Una volta seguiti da altri invitati, coperti dalla musica e dalle altre coppie il ragazzo iniziò a parlare, con garbo.
-Dunque avevano ragione coloro che lodavano il vostro aspetto, madonna. Permettete che mi presenti, il mio nome è Lorenzo Lanzarotto. Mio padre è un caro amico di messer Gian Piero.-.
Elisabetta iniziò a insospettirsi. Dove voleva andare a parare quel Lanzarotto?
-Mi rincresce di non aver nulla da dire, ma sembra che qui tutti mi conoscano- replicò lei, con più cortesia possibile.
Lorenzo sorrise con ironia.
-Effettivamente partite in svantaggio..... O forse no, visto che avete tra tanti pregi quello dell'ironia- continuò in una giravolta.
-Immagino che la vostra famiglia sia fra le più importanti qui a Firenze- riprese Betta, parlando con più agio.
-Direi di sì.... È una grande fortuna essere ammessi alla corte dei Medici.-.
Fortunatamente la coreografia prevedeva uno scambio di coppie, così Betta poté fermarsi a riflettere sull'affermazione di Lorenzo.
Sapeva che quella sera ci sarebbero state le famiglie più in vista della Dominante, ma non immaginava che alcune potessero far parte di una delle corti più ammirate d'Italia!
Per fortuna la musica finì appena prima che le coppie tornassero alla posizione originaria, così la ragazza, con la scusa di riprendere fiato, poté uscire nel giardino, dove si sedette su una panca posta sotto alcuni alberi.
Adesso l'insinuazione di Giannotto le risuonava più che mai nelle orecchie: che l'invito del giovane Lanzarotto fosse parte di un piano?
Rimuginando su questo, non si accorse di un fruscìo proveniente da una macchia di cespugli lì accanto.
Fece appena in tempo a vedere il freddo baluginare di una lama alla luce della luna....
Riuscì a spostarsi velocemente, sentendo la suddetta lama sibilarle accanto per poi interrompersi in modo abbastanza innaturale.
Si voltò e vide la causa di quell'interruzione: messer Lorenzo a quanto pareva aveva il vizio di girare sempre armato, poiché era stato lui a incrociare il proprio pugnale con quello dell'aggressore, impedendogli di portare a termine il proprio compito.
Il "duello", se così poteva definirsi, durò poco e mostrò quanto il nobile si affidasse ad astuzia e velocità rispetto al sicario, il quale invece, preso da rabbia e impreparazione a tale circostanza, colpiva con più forza e foga del necessario, penalizzandosi sempre più.
Il sicario, snervato e scoperto, non poté che darsi alla fuga, tanto più che era stato ferito più volte nella lotta.
Elisabetta quasi non respirava dalla sorpresa e lo spavento. Fu Lorenzo ad aiutarla a rimettersi in sesto e a ricondurla nella sala, in un punto tranquillo e discreto. Stettero in silenzio per un po', ma non durò molto.
-Avete idea di chi fosse?
-No. È la prima volta che succede.....
-Mi chiedo se foste proprio voi il suo obiettivo. Fuori è buio e potrebbe aver fatto un errore.-.
Elisabetta sorrise, amara.
-Credetemi, se c'è una cosa di cui sono sicura, è che non abbia sbagliato bersaglio.-.
Lorenzo la guardò, stupito.
Evitò di porre altre domande, comprendendo come il motivo fosse grave.
Sapeva cosa fosse accaduto ai genitori della ragazza e non voleva metterla ulteriormente a disagio.
Non molto distanti, si godevano la scena (ignari di quanto accaduto) messer Gian Piero e messer Girolamo.
-Sembrano andare d'accordo- sorrise soddisfatto Lanzarotto, imitato da un ancor più soddisfatto Gian Piero.
-Allora direi proprio che un certo accordo possa essere siglato....
-Meglio farli vedere un'altra volta. Corre voce che il Magnifico darà una festa.... Inviterà anche voi de' Servi senz'altro. Magari si potrebbe approfittare dell'occasione per un certo comunicato, che dite?
-Sono assolutamente d'accordo- rispose infine Gian Piero, posando un ultimo sguardo sui ragazzi nell'angolo.

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