Capitolo sei

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Il giorno dopo Jacob non mi degnò nemmeno di uno sguardo.
Lo incontrai a metà intervallo davanti alla macchinetta delle merendine e lo salutai, lui rispose con un quasi impercettibile gesto del capo, sempre guardando a terra. Faceva così solo con me, con gli altri era il solito.
Ma perchè?
Avrei voluto parlargli ma la maledetta campanella suonò, così entrai nella classe di scienze e mi sedetti. Dopo poco tempo, nel banco vicino al mio, arrivò un ragazzo che avevo già visto, probabilmente era di quelli di Jacob.
«Ehm... è occupato qui?»
Scossi la testa e lui si accomodò.
«Muriel ti devo parlare. A nome di tutta la compagnia volevo chiederti scusa per come sei stata trattata durante questi anni.» sparò fuori il tizio tutto d'un fiato.
«Ah sì okay.» non erano le scuse della compagnia che mi interessavano in quel momento. E anche se si fossero tutti scusati, Jordyn mi avrebbe odiata e maltrattata comunque.
«Jacob ve l'ha detto, vero?» sospirai.
«Eh già.»
«E lo sa anche la Jones, vero?»
«Potrebbe darsi.»
«VOI DUE LÌ INFONDO USCITE FUORI DA QUI! ORA!» starnazzò improvvisamente la prof. Prendemmo le cartelle e chiacchierando uscimmo dall'aula fregandocene altamente dell'insegnante.
Aveva detto di chiamarsi Brandon, era molto simpatico.

Jacob's P.O.V.
«Jacob! Sono qui non mi vedi?» sentii una voce femminile urlare dal fondo del corridoio.
Jordyn passava sculettando in tenuta da cheerleader con le sue compagne, più precisamente schiavette.
«Andatevene ora.» disse con
no-chalanche(?) alle povere ragazze che le obbedirono immediatamente.
Era incredibile come quelle la seguissero nonostante le trattasse come stracci, pur di avere un po' di popolarità.
«Ciao Jordyn.» soggiunsi piattamente.
«Che hai Jacob? Non vuoi più parlarmi?» uh uh, si stava irritando.
«Ma no è che...»
«LO SAPEVO, NON MI AMI PIÙ! MI TRADISCI CON QUALCHE TROIA EH? SE SOLO TI VEDO INSIEME A QUALCUN'ALTRA LE ROVINO LA VITA!» neanche farmi finire la frase che era già partita alla carica.
«Jordyn, calmati.»
«COME FACCIO A CALMARMI? IL MIO RAGAZZO, MIO E SOLO MIO, MI TRADISCE!»
«JORDYN JONES PROPRIO NON LO CAPISCI CHE NON STIAMO INSIEME? COSA TI FRULLA IN QUELLA TESTA?» urlai fortissimo contro la ragazza.
«Cos... ma...»
«Hai capito. Ed ora vattene e non assillarmi più, capito?» colpita e affondata.
«Hey amico, ho visto la Jones andarsene scazzata, che succede?» domandò Hunter mangiando delle patatine.
«Le ho rivelato che non stiamo insieme e lei è sclerata. Devi aiutarmi a far sì che non se la prenda con Muriel, le ho già creato troppi casini, non voglio peggiorarle la vita.»
Hunt annuì e continuò a mangiare beato.
«Devo andare Hunt, a settimana prossima.» e me ne tornai a casa.

Era notte fonda ormai e io non riuscivo a dormire; c'era un qualcosa che mi tormentava da un po' ma non sapevo cos'era. A mio parere era qualcosa che riguardava Muriel. Quelle cicatrici mi avevano tanto impressionato ed ogni volta che chiudevo gli occhi mi spuntavano davanti perfettamente nitide.
Il mio telefono vibrò e facendomi spaventare di brutto: era arrivato un messaggio da un numero sconosciuto.
"Sono qua fuori" diceva.
Mi affacciai esitante alla finestra e vidi una figura di spalle con in mano un cellulare e un barattolo di vetro.

#spaziospazioso
Ciao a tutte, scusate per il capitolo più corto del solito ma volevo lasciare un po' di suspanse. Spero vi piaccia lo stesso.
Baci vic🐞

Can a bully love? •Jacob Sartorius•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora