Capitolo diciotto

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«Muriel vieni qui!» sentii i miei genitori chiamarmi dalla sala.
«Cosa c'é?» domandai.
«Potrai andare a quella festa, ma ad una condizione. Ogni ora ti chiameremo e se tu non risponderai verremo a prendere e non uscirai di casa se non per andare a scuola fino alla fine dei tuoi giorni.» rispose mio padre. Metà di me faceva i salti di gioia, l'altra metà non voleva che mi disturbassero ogni santa ora.
Combattuta salii in camera mia e chiamai Marie.
«Marie i miei hanno detto di sì, tu come sei messa?» mi buttai di schiena sul letto.
«Anche i miei, dobbiamo metterci d'accordo per andare a prendere qualcosa da metterci.» parlammo per una buona, poi ci lasciammo. Per farmi un'idea di cosa comprare cercai il sito di Brandy Melville. Solo maledetti vestiti eleganti, abbinati a scarpe dai tacchi vertiginosi.
«Decisamente non fa per me.» dissi ad alta voce. Cercai per un bel po' di tempo e non trovai altro che dannati vestitini striminziti o troppo eleganti.
Ero disperata così digitai velocemente sulla tastiera del computer: "look per una festa di capodanno fra adolescenti sotto i diciotto".
Trovai qualcosa, ma erano principalmente corti e il clima era troppo freddo. Mentre scorrevo migliaia di outfit mi arrivò un messaggio che chiedeva se mi fosse andato bene andare al centro commerciale quel pomeriggio.
Chiesi ai miei genitori e dissero di sì.
Dopo di che chiusi il portatile e cercai la busta con le mance accumulate dalle donazioni dei nonni negli anni.
Duecento dollari tondi. Qualunque cosa avrebbe superato quella cifra avrei dovuto evitarla. Quindi niente negozi da ricconi.

Il pomeriggio arrivò presto e mi ritrovai nella metropolitana con la mia migliore amica. Nessun genitore si era offerto di accompagnarci.
Alla nostra fermata scendemmo ed entrammo di corsa nell'enorme negozio. Ci catapultammo al secondo piano dove c'erano i negozi di vestiti e vedemmo il delirio. Migliaia di persone andavano avanti e indietro nei negozi dove dovevamo andare noi.
Entrammo da Louis Vitton dopo i capricci di Marie e lei provò migliaia di vestiti, io no, mi sembravano esageratamente eleganti. Mi sedetti su un divanetto e aspettai che finisse. Nel frattempo mi guardai in giro e vidi Jordyn e Maddie. Inorridii alla vista della prima che sfilava su dei tacchi altissimi sculettando e della sua schiavetta che la osannava. Distolsi lo sguardo e vidi Marilyn davanti a me.
«Non ho trovato nulla di adatto.» disse sconsolata.
«Avanti dai, siamo solo nel primo negozio.» la incoraggiai. Facemmo il giro di tutto lo store due volte e alla fine la ragazza aveva trovato qualcosa che le piacesse.
Era arrivato il mio turno.
«Dove entriamo?» domandò con l'enorme borsa fra le mani. Feci spallucce e guardai la vetrina del negozio davanti a me. Una camicia bianca di seta era esposta su un manichino nella vetrina.
«Entriamo qui.» presi la riccia al mio fianco e la trascinai dentro. «Salve, potrei avere una camicia bianca del modello di quella esposta in vetrina?» cordialmente mi rivolsi alla commessa.
«Certamente! Che taglia?»
«Una small grazie.» me la portò ed io la provai nel camerino.
«Perfetta, la prendo.» la poggiai sul bancone.
«Sono quarantaquattro dollari e cinquanta centesimi.» glieli diedi e presi il sacchetto. Infine salutai e uscii.
«Ora andiamo là.» indicai alla mia amica un'insegna con scritto "Dott Martens". Lei annuì e mi seguì. Avevo le idee perfettamente chiare.
«Come posso aiutarvi ragazze?» un ragazzo tatuato sulla ventina con una lunga barba marrone ci sorrise mostrando una bella fila di denti bianchissimi.
«Mi serve un paio di Dottor Martens nere basse, un trentotto.» ricambiai il sorriso.
«Arrivano subito.» corse nel magazzino e in poco ne uscì con una scatola di cartone fra le mani.
«Vuoi provarle?» annuii e le provai, giusto per avere la sicurezza che non fossero troppo piccole.
«Vanno bene.»
«Ottimo.» andò alla cassa e noi lo seguimmo.
«Sono novanta dollari» pagai e uscii con il nuovo sacchetto.
«Per fortuna che hanno fatto gli sconti eh.» considerò la mia amica sarcasticamente. Le feci la linguaccia e proseguii a passo spedito.
Entrammo da Bijou Brigitte dove acquistai un anello nero e una collana piuttosto lunga con la catenina dorata ed alla fine delle piume bianche.
«Ed ora si va da Kiko.»mi annunciò mentre mangiavo il mio gelato.
«Per chi?»
«Per te cara mia.»
Mi prese per il polso ed entrò.
Prese un pacco di unghie finte bianche e un pacco nere e delle ciglia finte molto verosimili dello stesso colore delle mie.
«Io quelle cose non me le metto.» la ammonii.
«Oh sì invece, te le sto regalando e tu le userai, parola mia.»
Sbuffai e quando ebbe finito uscii insieme a lei.
«Ti manca qualcosa da mettere sotto la camicia, a meno che tu voglia andare in mutande.» la guardai male.
«Per quello sono a posto. Andiamo altrimenti tu ti compri tutto.» le risposi.

#spaziospazioso
Il preparativi per la festa fremono uh uh😏 ho una domanda per voi mie fan molto belle e molto brave: vi truccate? Io no, non sono in grado🤗
Baci vic🐞

Can a bully love? •Jacob Sartorius•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora