Capitolo dieci

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«James usciamo.» presi il ragazzo per il braccio e corsi fuori.
«Muriel che ti prende?»
«Niente, niente. Avevo bisogno di aria. Camminiamo un po'?»
«Va bene.»
Camminammo in silenzio finché trovammo davanti a noi il palazzetto della pista di pattinaggio.
«Ti va di fare un giro?»
«Ma sei matto? Non sono mica capace di andare sui pattini, é già tanto che riesco a stare in piedi, figurati con quei cosi addosso.»
«Fa niente, nemmeno io sono capace.»
Senza che potessi rispondere mi prese per mano e il mio cuore fece un tuffo. Sorrisi istintivamente e andai con lui.
«Cerca dei pattini della tua misura.» feci come mi aveva chiesto e, dopo averli trovati, lo aspettai davanti all'entrata della pista.
Mentre mi guardavo in giro sentii delle braccia avvolgermi da dietro e una testa poggiata sulla mia spalla.
«Proviamo?» annuii arrossendo e
salii sulla piattaforma ghiacciata. Jam fece come me e mi tenne per mano.
Provammo a fare un giro mano nella mano ed ogni volta che cadevo io me lo tiravo dietro per il braccio, facendolo finire per terra.
A volte lo facevo apposta perché James aveva una risata coinvolgente, che mi faceva provare una sensazione calda, bellissima.
«Terra chiama Muriel! Ci sei?» mi risvegliai dal mio stato di trance e spostai lo sguardo dai suoi occhi azzurri ai miei pattini. Caspita che belli quegli occhi: grandi e celesti, molto chiari, la pupilla blu scuro, il tutto circondato da ciglia bionde.
«Muriel tutto bene?» annuii.
«Mi sembri strana.»
«Tranquillo non ho niente.»
«Sicura?» improvvisamente si avvicinò a me, fin troppo vicino. I nostri nasi si toccavano e le mie ciglia sfioravano le sue. Restammo così per qualche minuto, semplicemente a guardarci negli occhi.
Tuttavia quello stronzo del mio cellulare suonò e fui costretta a rispondere.
«Muriel hai portato dietro le chiavi di casa?»
«Sì perché?»
«Stiamo uscendo, torneremo dopo l'ora di cena. Ti consiglio di tornare a casa.»
«Okay, ciao.»
Chiusi la chiamata.
«Mia madre. Vuole che torni a casa.»
«Va bene, andiamo.» rispose il ragazzo. Ci togliemmo i pattini e uscimmo dal palazzetto. Faceva molto freddo e il respiro mi si congelava davanti.
Senza preavviso mi mise una mano intorno alla vita facendomi sobbalzare. Non dissi nulla e continuai a guardarmi in giro. Alberi, panchine, erba, piccoli bar, giochi e Jacob che baciava una ragazza. Un momento cosa?
Il mio cuore fece un tuffo e una strana emozione iniziò a dilagarsi in tutto il mio corpo. Era come se migliaia di spilli mi infilzassero, come se fossi appena stata ricoperta di ghiaccio e di fuoco. La voglia di andare lì e picchiarlo a sangue era tanta, ma perché? Insomma, non c'era nulla fra noi.
Lo guardai con disprezzo e tornai a casa.
«Grazie Jam, è stato bello.» lo abbracciai e ci salutammo, dopodiché entrai e chiusi la porta dietro di me.

Non erano passati nemmeno cinque minuti che il campanello suonò.
Andai a vedere chi era. Quando lo vidi il mio solo pensiero fu: "che palle." Gli aprii e lui entrò.
«Ma anche ciao.»
«Ciao.»
«Cosa vuoi?» il mio tono era forse un po' troppo aggressivo.
«Chi era quello?»
«Quello chi?»
«Il ragazzo con cui sei uscita oggi.»
«Perché me lo chiedi?»
«Per sapere.» era evidente che non era così. Jacob non sapeva proprio mentire.
«Nessuno.»
«Dimmelo.» mi stava facendo uscire di testa. Cosa gliene fregava?
«No, tu non sei mia madre e non hai il diritto di dirmi cosa devo fare! E poi cosa te ne frega se esco con un amico eh? Sei forse geloso?» gli urlai in tono di sfida.
«Tu sei mia.» rispose.
«No, no e no, non sono né tua né di nessun altro. Almeno questo lo capisci?» continuavo ad urlare come una pazza scatenata ma ne avevo bisogno. Lui restava fermo e impassibile davanti a me, senza mostrare emozioni. Quando finii di sfogarmi accese il suo telefono e mise della musica. "Next you" di Chris Brown aleggiava nell'aria.
«Le andrebbe concedermi questo ballo nei panni della principessa madame?»

#spaziospazioso
Ciao a tutte, oggi non so cosa dire, perciò bdi bdi bdi dbi!"
Baci vic🐞

Can a bully love? •Jacob Sartorius•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora