Capitolo cinque

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Chi se non lui?
«Muriel fammi vedere i polsi.» disse gentilmente mentre si sedeva vicino a me.
«No.» risposi tirandomi giù le maniche della felpa.
«Muriel non te lo ripeterò più così pacatamente, fammi vedere i polsi.»
«No, tu non sei nessuno per dirmi cosa devo fare.» e così avevo bruciato la mia ultima possibilità di dialogo tranquillo.
«MURIEL COX TIRA FUORI QUEI POLSI O LO FARÒ IO E SAPPI CHE NON TI PIACERÀ!» tuonò con la voce leggermente incrinata.
Terrorizzata gli mostrai i segni delle cicatrici e lui prese le mie braccia, le guardava sbigottito. Una lacrima calda uscì dai suoi occhi e cadde sul mio polso destro.
«Mi dispiace così tanto.» lo sentii sussurrare.
Molte altre lacrime caddero sulle mie cicatrici quella notte.
Io ero esterrefatta; che quel cuore duro si fosse finalmente addolcito?
Jacob nel frattempo continuava a piangere silenziosamente a testa bassa.
Che ne era stato della persona che usava le ragazze e se ne sbarazzava con uno schiocco di dita? Dov'era quel ragazzo che se ne fregava se metteva i piedi in testa a qualcuno, tanto era il più popolare e desiderato della scuola? In quel momento, di certo se n'era andato a nascondersi da qualche parte, oppure stava pian piano sparendo.
Toccai una guancia a Jacob, appoggiandoci poi la mano; tirò su la testa ma senza guardarmi negli occhi. I suoi erano pieni di tristezza e rancore, così tanto che mi fece addirittura tenerezza.
«Sono un mostro, Muriel. Non sapevo di aver fatto tutto questo, non pensavo che quel che facevo avrebbe avuto tali conseguenze. Non odiarmi ti prego, mi odio già io.»
«No, io non ti odio.» dissi senza pensare. E poi lo abbracciai.
Stavo lottando in un modo assurdo contro i miei ricordi per rimanere in quella posizione mentre Jacob singhiozzava sulla mia spalla. Ma il consolarlo era più forte di ogni altra cosa perciò restai ferma.
«Come fai?» chiese quando si calmò.
«A fare che?»
«A non odiarmi dopo tutto quello che ti ho fatto.»
Gli asciugai le lacrime.
«Guardami negli occhi. Smettila di dire così.» fece come gli avevo detto e sorrise, facendo sorridere anche me.
«Beh, allora vado.» e a testa bassa si calò giù dall'albero, fuori dalla mia finestra.

«MARIE!» urlai al telefono.
«TI DEVO RACCONTARE UNA MAREA DI ROBA!» di nuovo strillai.
«Muriel calmati, avevo il vivavoce acceso.»
«Ops. Comunque, sai oggi chi si è presentato a casa mia mentre parlavo con il cane che ho trovato stamattina andando a scuola? LO SAI CHI SI È PRESENTATO? EH?» stavo seriamente uscendo di testa. Troppa normalità fa male.
«Perché parlavi con un cane?» domandò lei confusa.
«SARTORIUS!» le risposi.
«Ma è uno stalker quello?»
«Mi ha visto che mostravo al cane le mie cicatrici sui polsi e mi ha obbligato a farle vedere a lui, poi ha pianto e ha anche detto che gli dispiaceva! TI RENDI CONTO?»
«Allora ha un cuore! Strano ma vero! Ci sarà da fidarsi?»
«Certo che sì Marilyn, era così dispiaciuto! Piangeva pure!»
«La gente sa piangere per finta sai?»
«Ma lui non piangeva per finta. Non può averlo fatto.» ero sconfortata: e se fosse stato davvero così?
«Insomma ormai lo conosci: sai quali sono le sue normali intenzioni sulle ragazze. Un conto è se violenta Jordyn, ma se lo fa a te permetti che mi dispiaccia.»
«Hai ragione Marie, non devo fidarmi di lui. È pericoloso. A domani.» e misi giù.
Marie aveva dannatamente ragione. Jacob mi aveva sempre fatto del male, perché avrebbe dovuto smettere soltanto per delle stupide e irrilevanti cicatrici?

#spaziospazioso
Ciao a tutte, di questi tempi ho voglia di postare. Avete delle belle storie qui su wattpad da consigliarmi? Io ne ho una per le fan di Justin Bieber: si chiama Trust ma non ricordo chi l'abbia scritta. A me è piaciuta molto, spero anche a voi.
Baci vic🐞

Can a bully love? •Jacob Sartorius•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora