Capitolo dodici

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La mattina andai a scuola nonostante fossi un po' scossa.
Continuavo a pensare ininterrottamente a Jacob e quel che era successo da circa tre giorni. Marie credeva fossi pazza perché spesso alle sue domande non rispondevo ma mi limitavo a fissare il vuoto bisbigliando parole tra me e me. Lo definiva "agghiacciante". A me non sembrava così assurdo, insomma chi non parla da solo?
«Cox stai ascoltando o sei tra le nuvole?»
«Ci sono prof, ci sono .» risposi senza pensare.
«E allora sapresti rispondere alla mia domanda?»
«No.» risposi schiettamente. Non avevo tempo da perdere con quell'uomo.
«E perché?» mi stava sfidando. Idiota.
«Perché non ricordo quale domanda lei mi abbia fatto, professore.» fulmini uscivano dai nostri occhi e si incontravano a metà strada infrangendosi uno contro l'altro.
«Se non ti interessa la mia lezione, signorina Cox, sei invitata ad andartene. Ora.»
«Ha ragione prof, non mi interessa affatto. Mi congedo.» mi alzai dal mio posto e andai verso la porta.
«Buona continuazione a tutti.» mentre uscivo sentii degli applaudi e dei fischi, ma non ci feci caso.
Adesso che ero fuori dalla classe cosa avrei fatto in attesa della lezione successiva?
Ci pensai un po' sù poi decisi: sarei andata nella classe di Marie e l'avrei portata via.
In quel momento aveva geografia. Non ci misi molto a trovare l'aula visto che era sullo stesso corridoio.
Bussai.
«Buongiorno, potrei portarle via Marilyn per un attimo? Il prof di letteratura dovrebbe parlarle.»
«Vai pure.» rispose l'insegnante guardando la mia amica che uscì fuori insieme a me.
«Cosa c'é Muriel?» domandò tranquillamente.
«Il prof mi ha mandata fuori e così sono venuta a chiamarti. Da sola non saprei che cosa fare.» risposi come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
«Ho capito. Che si fa?»
«Ti devo parlare di una cosa.»
Le raccontai dell'altra sera,quella con Jacob. Le raccontai di quando avevamo ballato, del momento in cui mi aveva chiamato principessa.
«Muriel ascoltami bene.» mi prese le spalle e mi girò verso di lei.
«Stai attenta, ti prego. Sai com'é fatto.» si raccomandò.
«Perché continui a dubitare? Potrebbe essere cambiato! Sono solo pregiudizi i tuoi!» stavo praticamente urlando.
«Pregiudizi?! È questo che pensi?» non l'avevo mai vista così seria.
«Sì, é quello che mi fai intendere!» sputai fuori le parole con cattiveria.
«Muriel Cox, lo vuoi capire che non voglio vederti soffrire ancora?! Sei la mia migliore amica, cazzo! Credi che mi sia piaciuto vedere i tagli sui tuoi polsi e i tuoi occhi rossi dopo tante lacrime?! Pensi che non me ne freghi nulla di quando i tuoi sorrisi sono spenti e tristi?!» ora anche lei urlava, molto più forte di quanto pensassi. Mi aveva spenta.
«Non voglio litigare con te.» concluse a bassa voce.
«Neanche io.»
La campana suonò e cominciò l'intervallo.
«Beh, ehm... io vado alla macchinetta.»
«A dopo.»
Mi girai dall'altra parte e andai a prendermi da mangiare.
Presi dei biscotti e andai nell'aula di musica.
Mi sedetti sullo sgabello del piano e continuai a mangiare la mia merenda. Dopodiché buttai la carta e cominciai a cantare.
«She's just a girl and she's on fire
Hottest than a fantasy
Longer like a highway...» Girl on fire era una delle mie canzoni preferite, la cantavo molto spesso.
«She's living in a world, and it's on fire
Feeling the catastrophe, but she knows she can fly awa... ARGH! NON RIFARLO MAI PIÙ!» Jacob era entrato nella stanza e mi aveva poggiato le mani sulle spalle spaventandomi a morte.
«Come hai fatto a sapere che ero qui?» dissi mentre mi alzavo. Incrociai le braccia al petto e lo guardai negli occhi.
«Eh, segreto.» rispose.
«Cosa ti serve?»
«Nulla, devo solo chiederti una cosa.»
«Cosa?»

#spaziospazioso
Sciao a tuti, scusate il ritardo nell'aggiornamento, ma non avevo molte idee.
Comunque, spero vi piaccia lo stesso.
Baci vic🐞

Can a bully love? •Jacob Sartorius•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora