Capitolo ventuno

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Nella camera della Ziegler c'erano già un sacco di persone, o della nostra età o di un anno più grandi. Mi sedetti accanto ad un ragazzo che non conoscevo e dall'altra parte avevo Marie.
«Ci siamo tutti?» chiese Jordyn con aria altezzosa. Poi, senza ricevere nessuna risposta, si chinò in avanti il più vistosamente possibile e girò la bottiglia che finì con il collo verso la ragazza al mio fianco.
«Obbligo o verità?»
«Obbligo.»
«Devi baciare il ragazzo che ti piace. Con la lingua.» Marie era in panico.
«E se non fosse qui?» chiese con la voce che tremava leggermente.
«Non ci crede nessuno che non é qui.» le rispose con tono arrogante.
«E va bene.» La mia amica si girò verso Joey e lo baciò timidamente. Lui le prese il viso con le mani e andò avanti piuttosto vistosamente.
«Prenotatevi una stanza voi due!» disse qualcuno. Guardai Jacob e lui mi sorrise.
I due si staccarono. Marie girò la bottiglia e il gioco andò avanti per un po'. Qualche sbaciucchiamento e sfida idiota dopo arrivò il turno di Jacob.
«Obbligo o verità?» gli chiese il ragazzo alla mia destra.
«Verità.» rispose lui.
«Sei ancora vergine?»
«Perché questa domanda?» cercò di sviare il discorso per non rispondere.
«Sartorius rispondi e basta.»
«No, non lo sono. Contento ora?» il mio cuore fece un balzo, per non so quale motivo.
Cercai di non farci caso e continuai a guardare gli altri giocare. Dopo qualche minuto di sbaciucchiamenti e sfide idiote il collo della bottiglia si fermò verso di me.
«Cox, obbligo o verità?» mi chiese un ragazzo.
«Obbligo.» non ero molto sicura di quella scelta.
«Dieci minuti nel bagno con Sartorius.» rassegnandomi alla mia sorte mi alzai seguita da Jacob e insieme entrammo nella toilette della camera chiudendo la porta alle nostre spalle.
Mi sedetti con la schiena appoggiata alla vasca e lui si mise vicino a me.
«Non avrei mai pensato di finire rinchiuso in un bagno con te.» disse per rompere il ghiaccio.
«É una brutta cosa?»
«No, è soltanto... stano.»
Si toccò la nuca con la mano, era imbarazzato.
«È vero, è strano.» anche io ero piuttosto imbarazzata. Giocai con le unghie per provare a scaricare la tensione ma non funzionava.
«Ho un'idea.» mi prese la mano e mi tirò sù.
Poi aprì la finestra.
«Cosa dovrei fare?» gli chiesi.
«Ci butteremo sul tappeto elastico che c'é qua sotto per fargli uno scherzo. Muoviti, tra un minuto aprono!» salii sul davanzale e guardai in basso. Il tappeto elastico era leggermente spostato sulla destra. Avevo paura.
«Trenta secondi!» chiusi gli occhi e saltai rimbalzando subito dopo. Velocemente mi spostai e il ragazzo atterrò a qualche centimetro da me.
«Andiamo, li sento parlare, ci cercano!» scendemmo di corsa dal tappeto e ci nascondemmo sotto il portico. Mi sporsi un po' e vidi Maddie guardare fuori dalla finestra. Con uni scatto Jacob mi tirò a sé tenendo le mani sulla mia vita. Mi girai e gli saltai addosso stritolandolo in un abbraccio per scaricare energie.
«È stato divertentissimo.» iniziavo ad avere freddo.
«Già. Ehm... penso sia ora di tornare di sopra.» mi staccai e tornammo a giocare con gli altri.

Un'ora dopo aver giocato io e Marie ci ritrovammo su un divanetto nel giardino a chiacchierare tranquillamente.
«E poi ci siamo nascosti sotto il portico.» le stavo raccontavo dello scherzo.
«Sai, pensavano che foste scappati in una camera a scop...»
«Idioti.» la interruppi. Poi notai Joey che le faceva segno di andare verso di lei.
«Ehm Joey mi sta chiamando...»
«Vai e limonati il tuo principe azzurro amica mia.» lei mi fece il dito medio e andò dal suo amato.
Avvertii il divano sprofondare leggermente accanto a me.
«Mi domandavo quando saresti venuto ad importunarmi di nuovo.» lo presi in giro.
«So che il tuo cuoricino da tredicenne non può sopportare la mia assenza, non c'é bisogno di complimenti. Sono venuto per allietare la tua grama esistenza, gradirei dei ringraziamenti.» 
«E l'autografo, quello non me lo fai?» iniziavo a domandarmi se mai avrei avuto una conversazione seria con quel ragazzo.
«Se vuoi posso farmi un selfie con te e autografarti la fronte.»
«Sono felice così, grazie.» parlando non mi ero accorta che l'addetto aveva iniziato a sparare i fuochi e tutti urlavano come degli ossessi.
«Buon anno importunatore.» gli augurai per poi appoggiare la testa sulla sua spalla guardando il cielo.
«Buon anno anche a te piccola Muriel.» sorrisi e mi sistemai, accomodandomi per bene.

#spaziospazioso
Sinceramente non so come sia uscito questo capitolo perché ho il vetro del cellulare in frantumi e non vedo un caspio. Speriamo bene.
Baci, vic🐞

Can a bully love? •Jacob Sartorius•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora