-Ma ti sei bevuta il cervello?! Hai urlato ai quattro venti che sono il capo dei Pierrot!-
-ERANO TRE CRETINI CHE GIOCAVANO A FARE I GHOUL!-
-Sai che c'è? NON TI SOPPORTO PIÙ!-
-TANTO MEGLIO!-
-MOCCIOSA!-
-ROMPIPALLE!-
Per fare un veloce riepilogo della situazione, bastavano poche parole.
A breve Uta e Giada sarebbero arrivati alle mani.-Sei solo un dannatissimo idiota, ti odio Uta... ti detesto, detesto te e quei tuoi occhi maledetti!- disse Giada stringendo i pugni lungo i fianchi.
-Io invece non ti reggo più, sai solo urlare come una scimmia e trattarmi male!-
-Cos'altro dovrei fare con un simile mostro eh?!-
-Adesso capisco perché tuo padre ti ha abbandonata!-
-MUORI!-
-CREPA!- nonostante gli insulti che si stavano lanciando contro, nessuno dei due voleva mettere fine a quella discussione andandosene.
-Ti meriti di rimanere solo per il resto della tua vita- sussurrò Giada con le lacrime agli occhi.
-È colpa tua se sono diventato così- Giada si avvicinò al ragazzo, che continuava a darle le spalle, alzò un braccio e cominciò a prenderlo a pugni sulla schiena.
-Maledetto! Infame! Mostro! Egoista! Ti odio! Ti odio!- Uta non fece una piega.
-VORREI NON AVERTI MAI INCONTRATO!-
-Cosa?- il moro si girò basito e osservò a lungo il viso di Giada, ormai inondato dalle lacrime.
"L'ho fatta piangere" anche se stavano litigando in un modo tanto aggressivo, fu la prima cosa che pensò il ragazzo.
-Figurati se mi interessava dire a quei tre che tu sei il capo dei Pierrot! Io volevo solo sapere qualcosa sul Chesire cat! Voglio sapere chi è quel dannatissimo mostro che porta la mia maschera! Li abbiamo fatti neri ma non ci hanno detto niente!- urlò l'albina senza smettere di tirare pugni al ghoul, questo le afferrò il braccio e fece arrestare quei colpi incessanti.
-Adesso basta-
-Ti odio- l'unica cosa che le permetteva ancora di ribattere era quella frase che faceva tanto male sia a lei che a Uta.
-Come siamo arrivati a questo?-
-Ti sei arrabbiato perché ho detto che tu se- il ragazzo le poggiò un dito sulle labbra.
-La mia era una domanda retorica- disse roteando gli occhi, Giada si guardò la punta delle scarpe imbarazzata.
-Non ti perdono imbecille, soprattutto per quello che hai fatto stamattina-
-Vedo che però non hai seguito il mio consiglio-
-Non posso farci niente-
-Se ti dicessi che mi sono stufato di te?- Giada deglutì a fatica.
-In quel caso direi la stessa cosa di te- alzò il viso.
-Ma solo per il gusto di avere l'ultima parola- ma ormai quelle uscite non funzionavano più su Uta.
Giada si era giocata tutte le sue carte.-Non voglio più avere nulla a che fare con te- l'albina si liberò dalla sua presa con uno strattone e abbassò il viso.
-A te non frega nulla di me, come a tutti del resto-
Uta ebbe una stretta al cuore, al posto di Giada, gli parve di vedere una bambina dai lunghi capelli color cioccolato, questa bimba sorrideva felice perché era circondata da tante persone, una dopo l'altra però cominciarono ad andarsene e lei rimase sola, istintivamente Uta allungò una mano verso di lei, ma quel ricordo si dissolse, riportandolo alla realtà.
-Se non ti salvo io chi può farlo?-
"Nessun altro"
-Me stessa- disse Giada senza alcun indugio, poi sorrise.
-L'hai vista vero?- Uta la guardò interrogativo.
-Quella mocciosa con i capelli chilometrici, tra le persone che l'hanno lasciata sola ci sei anche tu-
"Non è vero"
-Siete tutti uguali-
"Tu mi hai salvata invece"
-Mi fate schifo-
"Ti amo"
Quanto ancora doveva soffrire prima di poter esprimersi con sincerità?
Uta la guardò un attimo e si accorse che gli occhi di Giada non erano più bicolore.
-Senti un po' mocciosa, le lenti a contatto dove sono finite?- la ragazza pestò i piedi per terra indignata.
-È COLPA TUA TROGLODITA! SE NON MI AVESSI FATTO PIANGERE NON SAREBBERO SCIVOLATE VIA!-
-I tuoi occhi... sembrano cioccolata- disse Uta con un sorriso da ebete.
-TI SEI GIÀ DIMENTICATO DI QUELLO CHE MI HAI FATTO?! ORA COME ORA SAREI CAPACE DI UCCIDERTI CON LE MIE STESSE MANI!- urlò Giada gesticolando come una pazzoide, il ragazzo alzò un dito per protestare, ma decise di tacere dopo aver guardato negli occhi l'albina.
-C-come posso farmi perdonare?-
-È SEMPLICE IDIOTA!- Giada gli afferrò le braccia e le distanziò, senza togliersi quell'espressione seria dalla faccia si gettò addosso a Uta e lo abbracciò fortissimo.
-In questo modo-
Il ghoul la guardò sconcertato, mentre cercava in tutti i modi di liberarsi dalla tentazione di spupazzare la ragazza come fosse un peluche.
-Sei morto bastardino?- chiese Giada non udendo alcuna risposta.
-N-no... senti Ryo mi perdoni se faccio questo vero?- senza alcun preavviso la prese in braccio e le diede un bacio a stampo: era il suo modo per chiedergli scusa, quando aveva davanti una Giada a dir poco infuriata quello era l'unico metodo per fuggire alla sua ira.
-Senti ma quindi... posso tenere la tua maschera?- chiese la ragazza con occhi sbrilluccicosi, Uta le poggiò una mano sulla testolina bianca come la neve e sorrise.
-Ovvio, Ryo-chan-
-YUHUUU! LA VECCHIA MASCHERA DI UTA È MIA! SOLO MIA!- il ragazzo la guardò divertito.
-Ah, Uta-
-Sento finalmente il mio nome, che strano avvenimento!- disse sarcastico, ma Giada non lo era affatto.
-Stai tranquillo, non dirò a nessuno che è stato uno dei Pierrot a causare l'incidente di Rize!- disse con un ghigno, poi si allontanò, senza smettere di fissare la maschera che le era stata regalata nonostante lei non fosse un ghoul.
Uta deglutì a fatica e gli sembrò di sentire le parole di Yomo."Hai scelto di tenere a bada una belva, non di stare con una ragazza"
E Yomo aveva sempre ragione.
.・*:。✰La tana di Ryo!.・*:。✰
Riesco ad aggiornare nonostante la scuola, che bella persona che sono u.u
E sì, quella nella foto è Giada dopo cinque anni.
Ryo☆
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𝘓𝘢 𝘤𝘳𝘦𝘢𝘵𝘳𝘪𝘤𝘦 𝘥𝘪 𝘮𝘢𝘴𝘤𝘩𝘦𝘳𝘦 2 | 𝘛𝘰𝘬𝘺𝘰 𝘨𝘩𝘰𝘶𝘭
Fanfiction𝙖𝙘𝙖𝙩𝙖𝙡𝙚𝙥𝙨𝙮 (n.) the impossibility of comprehending the universe; the belief that human knowledge can never have true certainty. • • • -𝘈𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘯𝘢𝘴𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘯𝘰...