Quella stessa sera, dopo aver scambiato ancora quattro chiacchiere sotto al portico tutti insieme, Jo e Louis si ritrovarono soli per qualche minuto. Louis si era acceso una sigaretta non appena gli altri due erano rientrati.
-Non mi dire niente; sono stato bravissimo negli ultimi giorni- la avverti'.
-Lo so, Lou. E ti ricordo che sei stato tu a dirmi di sgridarti, per farti smettere- rispose la ragazza, distogliendo lo sguardo dall'amico per guardare il mare, finalmente calmo sotto i pallidi raggi della luna.
Rimasero così, ad ascoltare lo sciabordio delle onde, fino a che il ragazzo non spense il mozzicone.
-Su. A nanna. E chissà che domani il tempo ci permetta di stare in spiaggia- fece lui, sospingendola verso la porta.
Fecero toeletta a turno e si ritrovarono ai lati del letto mentre Jo cercava di districare un nodo tra i capelli, con l'elastico tra i denti.
Louis le fece cenno di avvicinarsi, levandole la spazzola dalle mani. Jo si tolse l'elastico dalla bocca e sospirò:
-Adoro che tu abbia tante sorelle-
Il ragazzo sbuffo', mentre spazzolava la ciocca ormai districata e Jo intrecciava velocemente la lunga chioma.
Si arrampico' sul letto a gattoni e si buttò tra i cuscini con un sospiro, mentre Louis spegneva la luce e la minacciava:
-Non starmi incollata addosso, mi fai caldo. Stai dalla tua parte-
-E tu vedi di non darmi calci. Non me ne frega niente se sogni di giocare a calcetto- ribatté lei.
Il ragazzo si distese, borbottando:
-Hai tenuto tutto il lenzuolo dalla tua parte. Ma come hai fatto a rifare il letto?!-
-Ehi, intanto avresti potuto muoverti, in bagno, così non mi sarei arrangiata, e poi non è vero!-
Louis tirò leggermente il lenzuolo dalla sua parte, ingaggiando una piccola battaglia con l'amica.
-Ora basta...o penseranno di nuovo male!- La avvertì. Jo lo centro' con una cuscinata in faccia, ridacchiando, e poi si mise tranquilla.
-Che te ne pare?- Gli chiese.
-Jo lasciami dormire... ho sonno-
-Dai! Come ti sembrano? Simpatici?-
-Harry sì, ed è anche un figo della madonna. Il tuo amico non so, forse dobbiamo solo capirci. Ora dormi-
-Aspetta...voglio solo sapere se sei contento, o se ti sei pentito di avermi accompagnato. Mi sento responsabile per te- mormorò la ragazza.
-Stai tranquilla. È un posto meraviglioso. Mi sta piacendo tantissimo - la rassicurò lui, allungando una mano per darle un buffetto sul naso.
-Ora zitta. Buonanotte-
-Buonanotte, Lou. Ti voglio bene-
-Io no. Dormi- la zittì, e Jo sorrise nel buio, chiudendo gli occhi.Jo si svegliò per il caldo; la luce filtrava dal balcone socchiuso, era già mattina. Aveva dormito di filato per tutta la notte, cosa insolita per lei. Louis era in un viluppo di lenzuolo, ancora addormentato, e Jo decise di alzarsi per andare a bere qualcosa di fresco. In cucina sorprese Luca, che aveva tra le mani una tazzina.
-Gia' sveglia?-
-Che ore sono?-
-Appena le sette e mezza. Ti ho svegliata?-
-No; avevo caldo. Come mai sei già alzato?-
-Vado a correre. Vuoi venire?-
-No, grazie. Su questo non sono cambiata, odio correre-
Luca sorrise, andando a versarle una tazzina di caffè dalla moka ancora bollente.
Jo sentì un senso di calore all'altezza del petto: quella premura le scaldava il cuore.
-Louis corre. Magari qualche volta potreste andare insieme- propose lei, mescolando lo zucchero.
-A proposito di lui... mi spiace davvero tanto per ieri sera. Non volevo assolutamente...- Luca fece un cenno con la mano, non sapendo bene come finire la frase.
-Non preoccuparti, ho capito- lo rassicurò lei, e Luca annuì, levandosi la maglia per restare in pantaloncini. Si girò per afferrare l'I-pod e le cuffiette, e Jo distolse frettolosamente lo sguardo dal suo dorso e dalle sue spalle, sentendosi avvampare.
-Buona corsa-
-Torno tra mezz'ora; poi andiamo in spiaggia?-
-Certo. Ciao-
Luca si congedo' con un cenno, ed accese l'I-pod mentre scendeva le scalette del portico.
-Tanta roba- la spaventò Louis, facendola sobbalzare violentemente.
-Ma sei pazzo, arrivare così di soppiatto?!- Protestò lei, le mani sul cuore.
-Ti sei spaventata perché ti ho colta con le mani nel sacco- gongolo' lui, ammiccando.
Jo arrossì, fulminandolo con una occhiata assassina.
Louis, con un sorrisetto, andò a versarsi del caffè.
-Non fare la santarellina. Ti è piaciuto quello che hai visto- rincarò la dose sedendosi.
-Guarda che poi mi vendico. Harry dov'è?- Lo rintuzzo' lei, guardandolo versarsi una tazza enorme di caffè americano.
-Ah, ah, ah. Spiritosa-
Jo gli fece la linguaccia. Dopo essersi punzecchiati ancora un po', i due decisero di infilarsi il costume ed andare a fare una passeggiata in riva. Di Harry nessuna traccia; per ogni evenienza, lasciarono un post-it attaccato al tavolo per avvertire gli altri, ed uscirono.
Jo era ben lieta di aver indossato un prendisole leggero; l'indumento le lasciava scoperta la parte alta della schiena e le gambe, ma le copriva la pancia, proteggendola dai refoli di aria fresca che ancora spiravano in riva.
Louis era invece a petto nudo, incurante della temperatura.
La bassa marea aveva fatto ritirare il mare fino ad una decina di metri dalla casa; appena le onde lambirono i loro piedi, Jo si ritrasse.
-E' gelida!-
-Ma va'- la contraddisse Louis, entrando fino alle caviglie.
Camminarono affiancati per qualche metro prima di essere sorpresi da Harry, che li aveva raggiunti silenziosamente.
Louis sentì la bocca asciutta e dissimulo' il suo turbamento voltandosi verso il mare. La vista di Harry, col viso ancora assonnato, i capelli in disordine ed i tatuaggi in bella vista, gli avevano provocato il batticuore. Sperò che l'amica non facesse battutacce, pentendosi di averla provocata poco prima.
-Ciao! Mi sono svegliato tardissimo. Ho parecchie notti insonni in arretrato- esordì, nascondendo uno sbadiglio con la mano e stiracchiandosi.
-Ciao, Harry. Luca è andato a correre, e noi volevamo fare due passi in riva. Vieni con noi?- Disse invece Jo, e Louis si rilassò un pochino.
-Volentieri- sorrise il ragazzo. Jo si fermò di botto, un'espressione allarmata in viso:
-Oh, no... mi sono dimenticata! Rosanna mi aveva chiesto di passare da lei stamattina! Ragazzi, scusatemi, andate voi, vi raggiungo a casa più tardi!- Fece, salutandoli con la mano e correndo verso la casa padronale.
Louis soffocò mentalmente un paio di imprecazioni, sperando che non fosse una scusa banale ed infantile per vendicarsi. Harry rispose al cenno della ragazza e si voltò verso Louis:
-Andiamo?-
Il ragazzo annuì impercettibilmente e fece un paio di passi verso il mare, trovandosi in acqua fino alle ginocchia. Harry rimase più su, sulla battigia, e si incamminarono in direzione della riserva naturale.
Passeggiarono in silenzio per qualche minuto, ognuno assorto nei propri pensieri.
Harry interruppe le elucubrazioni mentali di Louis, chiedendogli:
-Cosa ti ha spinto ad intraprendere Medicina?-
Louis gli rivolse un'occhiata, poi tornò con gli occhi sulla superficie del mare.
-Mi piace l'idea di essere d'aiuto alle persone-
-Ma perché proprio il medico? Ci sono molte professioni che sono d'aiuto alle persone, anche lo psicologo, ad esempio- insistette Harry.
Louis ci pensò su qualche attimo.
-Ho sempre accarezzato l'idea di diventare dottore. Forse il mio è solo delirio di onnipotenza - scherzò. Guardò Harry, e poi spiegò:
-C'e' qualcosa di magico, nella chirurgia. Nell'avere il potere di guarire, di curare una malattia. Non è come somministrare un farmaco, è il medico il farmaco. Sono sempre stato attratto dal capire come funzionano le cose, dall'interno. Mi piaceva smontare tutto, da piccolo. Aprivo qualsiasi giocattolo, ero la disperazione delle mie sorelle-
Harry sorrise:
-Non ti cercavano per aggiustarli?-
-In realtà no, rompevo tutto- ammise l'altro, facendolo ridere:
-Incoraggiante!-
Sentire la risata profonda di Harry gli smosse qualcosa nello stomaco, una specie di sottile ansia, non del tutto sgradevole. E si ritrovò a chiacchierare col giovane, trovandolo un interlocutore piacevolmente interessante.
Erano quasi giunti alla riserva naturale, quando Louis sentì un acutissimo bruciore sulla pianta del piede sinistro.
-Ahi!- Sussulto', saltellando nell'acqua per sollevare il piede e guardarselo.
-Che succede?-
-Mi ha punto qualcosa! Cazzo che male!- Si lamentò Louis, afferrando il braccio che Harry gli porgeva per appoggiarvisi e saltellare fuori dall'acqua. Si lasciò cadere sulla sabbia, sibilando tra i denti ed affermandosi il piede.
-Fa vedere-
Harry notò alcuni segni rossi sulla pelle del ragazzo, che iniziavano sotto alla caviglia e finivano sulla pianta del piede, e si voltò subito verso il mare scrutando l'acqua:
-E' una medusa. Devi lavarti con l'acqua del mare-
Harry fece alzare un Louis zoppicante, sorreggendolo, mentre questi imprecava. Si chinò a sciacquargli il piede con manciate d'acqua, evitando di toccare la parte ferita direttamente.
-Dovremmo raschiare via i filamenti residui. Servirebbe una tessera, un bancomat, qualcosa di piatto- disse Harry. Louis tentò di strofinarsi, ma Harry glielo impedi'.
-No, non toccarti! Torniamo subito indietro-
-Brucia e prude- si lamento' il ragazzo, osservando le striature farsi via via sempre più rosse e calde.
-Vieni, appoggiati a me. Ce la fai?-
-Cazzo, cazzo, cazzo!-
Harry ignorò le imprecazioni e si frugò le tasche, improvvisamente colto da un'illuminazione. Estrasse un block-notes di piccolo formato, con la copertina rigida, e fece sedere di nuovo sulla sabbia Louis.
-Stai fermo, ora raschio via i filamenti-
Delicatamente fece passare la copertina di taglio sulle striature, pulendole dai resti urticanti. Louis, sofferente, non poté evitare di pensare a quanto fosse bello Harry accucciato sulle sue gambe, la pelle della pancia che formava due pieghe sull'addome piatto, mentre era curvato sul suo piede e concentrato su quello che stava facendo.
-Ecco fatto. Ora sciacquati di nuovo; dovremmo aver tolto tutto-
Louis sciacquo' di nuovo la pelle ferita, sentendo in effetti un po' di sollievo.
-Madonna fa malissimo. Non mi era mai successo prima. Sembra un'ustione- commentò. Poi si girò a guardarlo:
-Grazie mille-
Harry fece un breve sorriso, poi si sporse verso di lui:
-Ce la fai? Ti aiuto-
Ora che il bruciore stava affievolendosi, Louis fu pienamente consapevole di ogni centimetro di pelle che veniva in contatto con la pelle di Harry, dalla propria schiena, su cui passava un braccio del ragazzo, al suo proprio braccio che era appoggiato alle spalle dell'altro. Sperò che Harry non notasse il suo rossore. Zoppicando percorsero un centinaio di metri, quando furono, a sorpresa, raggiunti da Luca.
Il ragazzo rallentò la corsa e si fermò accanto a loro, togliendosi gli auricolari:
-Che succede?-
-L'ha punto una medusa- lo informò Harry. Luca si chinò a guardare il piede di Louis, che non sapeva se sentirsi sollevato o meno dal suo arrivo.
-Ti aiutiamo a camminare. Mi spiace, sono sudato- si scusò, affiancandosi sull'altro lato e passando a sua volta un braccio sulle spalle di Louis.
-Grazie. Non pensavo facesse così male-
-In realtà non dovrebbero esserci meduse, probabilmente ne è arrivata qualcuna con la mareggiata di ieri- considerò Luca. Louis degluti'. Il ragazzo era davvero sudato, e cercò di dissimulare il fastidio. Fantastico' a pensare se fosse stato Harry, ad essere sudato, e sentì una familiare contrazione nel basso ventre. Fece un paio di respiri profondi, distogliendo in tutta fretta il pensiero.
Il terzetto camminò lentamente fino a casa, ed a un centinaio di metri dal cottage Louis si sciolse dalle braccia degli altri, riuscendo finalmente a riappoggiare il piede, anche se a fatica.
-Va meglio. Grazie mille ragazzi-
-Vi precedo e vado a prendere la crema al cloruro di alluminio da mia madre- fece Luca, allontanandosi con una corsetta leggera in direzione della casa. Gli altri due rimasero soli, e Louis trasalì quando Harry gli infilò una mano sotto al braccio per sorreggerlo ancora:
-Su. Andiamo a casa a medicarti-
Louis, stranamente ammutolito, annuì.
Harry lo accompagno' fin sotto al portico, dove furono raggiunti da Luca, Jo e Rosanna.
Louis si sedette ed appoggiò il piede ferito sulla sedia davanti, mentre l'amica si chinava a guardare la bruciatura.
-Oh no, povero Lou...-
Luca aprì il tubetto della crema e Louis allungò una mano per prenderla, ringraziandolo.
-Aspetta. Prendiamo delle garze- disse Luca, mentre Rosanna si faceva spiegare l'accaduto.
Louis racconto' quello che era successo, ma perse il filo quando Harry si avvicinò di nuovo con alcune garze e la benda elastica tra le mani. L'esitazione non sfuggì all'amica, che incrociò lo sguardo di Louis. Harry appoggiò le garze sulle bruciature, infilandogli un pezzo di rete elastica sul piede per tenerle ferme.
-Ti fa tanto male, caro?- Gli chiese Rosanna, avendo interpretato l'interruzione nel discorso come dolore, al che Harry alzò gli occhi in quelli di Louis. Lo sguardo fu breve ed intenso, e Louis si affrettò a rivolgersi alla donna:
-No, grazie, ora va meglio-
Harry fece un breve sorriso a labbra chiuse, spostandosi.
-Grazie mille... Harry, Luca, grazie davvero. Ora sto meglio- aggiunse Louis, desideroso di togliersi di dosso l'attenzione collettiva.
-Bene, allora io vado. Jo, grazie dell'aiuto, mi serviva proprio. Se avete bisogno telefona a tuo padre, Luca. Ciao ragazzi- si congedò Rosanna. Aveva un impegno con la sorella.Luca annunciò che avrebbe fatto una doccia, ed entrando passò di fianco a Jo, rivolgendole un'occhiata affettuosa. La ragazza incrocio' le braccia, aveva la pelle d'oca.
-Hai freddo?-
-Posso parlarti?- Lo spiazzò lei. Luca annuì, e lei lo seguì dentro, in soggiorno.
-Fatti la doccia, ti aspetto qui-
Il ragazzo si lavo' velocemente e tornò in cucina, strofinandosi i capelli con un asciugamano. Jo vide con sollievo che indossava una maglietta.
-Cosa succede?-
-Luca, devi aiutarmi a convincere tua mamma a farsi vedere. Mi ha chiesto di controllarla, stamattina, e secondo me dovrebbe andare dal medico di base, ma dice di non avere tempo-
Luca indurì lo sguardo:
-Cos'ha? Non so niente-
-Non preoccuparti, è solo una precauzione, non vi ha detto niente per non farvi preoccupare. Ha sentito un nodulo nel seno. Io penso sia una cisti, ma sarebbe meglio farle fare una ecografia- spiegò la ragazza.
-Certo. Hai ragione. Stasera le parlerò. A me di solito dà ascolto-
Jo sorrise:
-Lo so, per quello te l'ho detto-
Luca la guardo':
-Tu pensi sia una a cisti? O me lo dici per non spaventarmi?-
Jo addolcì lo sguardo, posandogli una mano sul braccio:
-Non ti mentirei mai, Luca. Lo sai-
Il ragazzo annuì, rassicurato.
Fecero capolino in veranda e trasalirono, ritirandosi precipitosamente di nuovo in salotto.
Jo sgranò gli occhi su Luca:
-Harry è gay?!-
-Non lo so! No!- Esclamò con un sussurro strozzato Luca, sconvolto quanto lei.
-Ma come no?! Si stanno baciando!- Fece lei.
Luca alzò le mani, non sapendo che dire.-------------------------------
-Spazio autrice-
14/07/2016: sono tornata! Ciao a tutte/i! Come state?
Io bene...benissimo... sto ancora camminando sulle nuvole dopo il meraviglioso concerto di Mika a Piazzola sul Brenta dell'altra sera. È stato stupendo. Ancora più bello di Assago. Ogni volta è come entrare per davvero per due ore in paradiso.Foto fatta da me, ero a tre metri dal palco. Emozione indescrivibile
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La Giudecca
FanfictionLa Giudecca è un'isola che si trova di fronte alla città di Venezia, nella laguna veneta. E' un piccolo paradiso terreste, dove sono situati una riserva naturalistica ed un piccolo villaggio vacanze. In una delle abitazioni residenziali vive la fami...